Originariamente impresse dal Creatore…

Nell’ultimo numero di Evolution, Education & Outreach, U. Kutschera botanico dell’Istituto di biologia dell’Università di Kassel, riprende il “problema” (a dire il vero sempre un po’ gonfiato) dell’aggiunta della seguente espressione, in corsivo, nella seconda edizione dell’Origin del 1860: “There is grandeur in this view of life, …, having been originally breathed by the Creator into a few forms or

Nell’ultimo numero di Evolution, Education & Outreach, U. Kutschera botanico dell’Istituto di biologia dell’Università di Kassel, riprende il “problema” (a dire il vero sempre un po’ gonfiato) dell’aggiunta della seguente espressione, in corsivo, nella seconda edizione dell’Origin del 1860: “There is grandeur in this view of life, …, having been originally breathed by the Creator into a few forms or into one; and that …, are being, evolved” (“Vi è qualcosa di grandioso in questa concezione della vita, …, originariamente impresse dal Creatore in poche forme, o in una sola; e nel fatto che …, si sono evolute e continuano a evolversi”).

La domanda che sorge spontanea, sebbene non dovuta, è sempre la solita: Per quale motivo Darwin aggiunse “by the Creator”? Mezzo migliaio di pagine per smontare, frase dopo frase, la teologia naturale (cioè l’antenato dell’intelligent design) e poi tutto ricade su se stesso nell’ultima frase? Tutto ciò parrà strano a chi non mai letto l’Origin tranne l’ultima riga, a chi non sa quale problema fosse in epoca vittoriana essere atei/agnostici/non-teisti e, infine  a chi ha un programma ideologico da portare avanti (i più pericolosi).

Kutschera ripercorre così la storia della sfortunata espressione. Dopo la pubblicazione della prima edizione dell’Origin, nel 1859, si scatenò il furor theologicus ed insieme ad esso, per la gioia dell’editore, anche le vendite di uno dei libri più importanti della storia… non la Bibbia, ma il capolavoro di Darwin. Il libro andò esaurito in soli quattro giorni, dal 22 novembre al 26. L’aggiunta avvenne a partire dalla seconda edizione, per placare i teologi che non avrebbero fatto altro che abbaiare alla nuova teoria (cosa che fecero comunque). Infatti il povero Darwin, in una lettera a Joseph Hooker del 29 marzo 1863, si pentì amaramente di aver usato quell’espressione, reminiscente dei suoi studi di teologia. In effetti voleva solo affermare che speculare sull’origine della vita sarebbe stato all’epoca completamente inutile.

Per tutti  gli altri (cioè per chi ha letto tutto l’Origin, per chi sa un po’ di storia della scienza, per chi non ha un programma ideologico) è facile intuire che anche se Darwin avesse realmente creduto quelle parole (e non lo fece) ciò non significherebbe dovergli credere. Questa è la vera differenza che intercorre tra scienza e religione: la prima rifiuta il valore dell’autorità, la seconda lo ricerca disperatamente.

Ciò vale nonostante i disperati tentativi teologici, Vaticano in primis, di equiparare la teoria dell’evoluzione ad un –ismo qualunque, quale appunto il cattolicismo.

Giorgio Tarditi Spagnoli