Origine del sonno

Commento dell’articolo di J. Lee Kavanau, Is sleep’s ‘supreme mystery’ unraveling? An evolutionary analysis of sleep encounters no mystery; nor does life’s earliest sleep, recently discovered in jellyfish. Medical Hypothesis, vol. 66, n. 1, pp. 3-9, 2006. L’articolo fulltext e’ disponibile (complimentary) presso il sito web della rivista. Nell’editoriale “Is sleep “supreme mistery” unraveling?”, presente sulla rivista Medical Hypotheses, l’autore

Commento dell’articolo di J. Lee Kavanau, Is sleep’s ‘supreme mystery’ unraveling? An evolutionary analysis of sleep encounters no mystery; nor does life’s earliest sleep, recently discovered in jellyfish. Medical Hypothesis, vol. 66, n. 1, pp. 3-9, 2006. L’articolo fulltext e’ disponibile (complimentary) presso il sito web della rivista. Nell’editoriale “Is sleep “supreme mistery” unraveling?”, presente sulla rivista Medical Hypotheses, l’autore cerca di avanzare una sua ipotesi sull’origine del sonno. Lee Kavanau, del Dipartimento di ecologia e biologia evolutiva dell’Università di California a Los Angeles, aggiunge anche la sua (intrigante) idea sul perché molti animali devono “staccare” a una certa ora per affrontare il giorno dopo i pericoli della vita. Kavanau parte dalla scoperta, per certi versi sorprendente, che anche alcune meduse dormono. La specie meglio studiata, la vespa di mare (Chironex fleckeri) è stata infatti sorpresa a riposare sul fondo del mare dopo essere stata seguita a lungo nel suo peregrinare alla ricerca di prede. La caratteristica fondamentale di queste meduse, a differenza di altri Celenterati, è quella di essere cacciatori attivi e, soprattutto, di avere non meno di 24 “occhi” (di varia complessità) che la aiutano a inseguire le prede. Partendo dalla scoperta, Kavanau ritiene che proprio il sovraccarico sensorio, derivante dalla presenza di occhi e anche degli innumerevoli stimoli dell’inseguimento e dalla caccia alle prede, abbia reso necessario sospendere per un certo periodo di tempo l’attività e quindi “dormire”. Il sonno (magari insieme al sogno, nato parecchio tempo dopo) sarebbe quindi un metodo per, almeno nelle meduse, non sovraccaricare il sistema nervoso di stimoli spesso non necessari, e ricaricare il “cervello” per permettergli di affrontare la giornata di caccia successiva. Marco Ferrari