Pipistrelli e cavallette: un’infinita corsa agli armamenti

Uno studio svolto da ricercatori americani mostra come varie specie di pipistrelli neotropicali riescano a coesistere, dividendosi il territorio, in base ai diversi segnali di richiamo delle cavallette

In natura, sono molte le specie che utilizzano canti e segnali di richiamo per attrarre individui dell’altro sesso; ma se questo comportamento, da un lato, aumenta la probabilità di essere individuati da eventuali potenziali partner riproduttivi, dall’altro, risulta essere rischioso, in quanto espone maggiormente ai predatori.

Un recente studio, pubblicato sulla rivista Proceedings of the Royal Society B: Biological Sciences, ha indagato come varie specie di pipistrelli dell’America Centrale riescano a sfruttare i richiami sessuali delle cavallette per individuarle e predarle, fenomeno noto da tempo. Questa capacità dei pipistrelli di intercettare i segnali delle cavallette è possibile mediante il meccanismo dell’ecolocazione: una caratteristica peculiare dei chirotteri grazie alla quale riescono ad evitare gli ostacoli durante il volo e individuare le proprie prede.

I ricercatori hanno dunque catturato con apposite reti quattro specie di pipistrelli neotropicali (Lophostoma silvicolum, Micronycteris microtis, Tonatia saurophila e Trachops cirrhosus), appartenenti alla famiglia dei Phyllostomidae, i quali sono stati trattenuti in particolari voliere. Successivamente, per poter studiare il comportamento di questi pipistrelli in risposta ai richiami delle cavallette, gli studiosi hanno posto al centro delle voliere un altoparlante, il quale trasmetteva in ordine casuale i canti di dodici specie diverse di questi insetti. Le risposte comportamentali dei pipistrelli sono state poi registrate tramite delle videocamere digitali che hanno permesso di verificare che ciascuna specie di pipistrello aveva una predilezione particolare verso i richiami emessi da una singola specie. Le preferenze di questi chirotteri riguardavano diverse caratteristiche del canto delle cavallette, come per esempio la durata, l’intensità o la frequenza del suono.

Secondo i ricercatori, la specializzazione delle singole specie di pipistrello per determinate cavallette porta a una suddivisione delle nicchie ecologiche disponibili. Lo studio dimostra pertanto che la differenziazione delle nicchie ecologiche svolga un ruolo fondamentale per la coesistenza di un numero elevato di specie nelle regioni tropicali. Infatti, le diverse preferenze dei canti da parte dei pipistrelli può essere visto come un meccanismo di ripartizione del territorio, che porta a questi mammiferi un grande vantaggio nello sfruttamento delle risorse disponibili. Dall’altra parte, invece, questa suddivisione sviluppata dai predatori sembra che abbia un ruolo fondamentale anche nell’evoluzione dei segnali di comunicazione delle prede che, per evitare di essere cacciate da un numero maggiore di predatori, hanno dovuto evolvere, come strategie di difesa, diverse tipologie di canto.

Riferimento:
J. J. Falk, H. M. ter Hofstede, P. L. Jones, M. M. Dixon, P. A. Faure, E. K. V. Kalko, R. A. Page. Sensory-based niche partitioning in a multiple predator-multiple prey community. Proceedings of the Royal Society B: Biological Sciences, 2015; 282 (1808): 20150520

Image credit: Di Karin Schneeberger alias Felineora (Opera propria) [CC BY-SA 3.0 (http://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0)], via Wikimedia Commons