Quando i bradipi tenevano i piedi per terra

Sir Richard Owen, che diede ai bradipi il nome, coniò non a caso i termini “Tardigrada” per gli arboricoli e “Gravigrada” per i terricoli. Patterson e Pascual, durante il XVI Congresso Internazionale di Zoologia del 1963, ipotizzarono invece che questi due bradipi fossero solo lontani parenti. Oggi sono noti due generi di bradipi: Bradypus (nella foto in basso) e Choloepus

Sir Richard Owen, che diede ai bradipi il nome, coniò non a caso i termini “Tardigrada” per gli arboricoli e “Gravigrada” per i terricoli. Patterson e Pascual, durante il XVI Congresso Internazionale di Zoologia del 1963, ipotizzarono invece che questi due bradipi fossero solo lontani parenti. Oggi sono noti due generi di bradipi: Bradypus (nella foto in basso) e Choloepus (nella foto in alto), detti anche bradipi tri- o di- dattili, entrambi arboricoli. Bradypus, secondo l’ipotesi di Patterson e Pascual, potrebbe così essere il sister group (fratello) di tutti i bradipi (estinti ed esistenti) o essere legato solo ai bradipi estinti. La seconda ipotesi è quella più supportata dai dati molecolari. Tuttavia è pur vero che nessuno dei fossili noti sembra essere adatto a sospendersi tra i rami. E’ quindi forse questa una caratteristica generatasi per evoluzione convergente? Postura e locomozione sospensoria sono essenziali per la vita arboricola, dal momento che rendono meno costosa energeticamente la necessità di bilanciarsi costantemente per evitare cadute. Per questa ragione, forse, i bradipi arboricoli furono favoriti in varie linee, portando ai simpatici abitanti degli alberi che oggi tutti conosciamo. Se così fosse si potrebbe immaginare l’antenato comune di tutti i bradipi come terrestre o semi-arboricolo con una postura non-sospensoria. Quali cambiamenti avrebbe implicato un’evoluzione di questo tipo?

Un’ampia e dettagliata review pubblicata sul Journal of Mammalian Evolution affronta proprio questa domanda. Anzitutto l’antenato bradipo dovrebbe presentare diverse caratteristiche anatomiche adatte, le stesse che si possono ancora osservare nei moderni armadilli. In questi organismi e nei formichieri (o Vermilingua –i fan di Harry Potter apprezzeranno!-), sister taxon dei bradipi, servono per stabilizzare l’asse corporeo quando il peso dell’animale è supportato dai soli arti inferiori mentre quelli anteriori sono impegnati a scavare. Un chiaro esempio di evoluzione convergente, appunto! Legate a queste abitudini sono anche le unghie ricurve e forti, presenti in tutti gli Xenartri (o sdentati). I moderni bradipi possiedono appendici simili a uncini, fortemente specializzate per il tipo di vita arboricola che conducono e con un ridotto numero di raggi, ma variabile di genere in genere. La spalla e l’articolazione dell’anca sono caratterizzate da una notevole mobilità. I muscoli flessori sono inoltre maggiormente sviluppati rispetto agli estensori, caratteristica comune a tutti i quadrupedi “sospesi”. Infatti sono i primi a doversi opporre alla gravità negli organismi a vita arboricola, mentre è il contrario per gli organismi terrestri. Si osservano però specializzazioni anatomiche differenti tra i generi, che supportano l’idea di evoluzione convergente. A “semplificare” questo quadro complesso di cambiamenti, le strutture neuromuscolari che controllano i movimenti non sembrano essere cambiate.

Ad aiutarci intervengono anche studi sul comportamento e sull’ecologia dei bradipi. Sembra, ad esempio, che il genere Bradypus avesse la vista più acuta del Choloepus (un altro genere esistente di bradipo), che preferiva affidarsi all’olfatto. Entrambi i generi non sono in grado di muoversi in posizione eretta sul terreno, proprio per risultato dell’evoluzione che li ha resi così abili nelle arrampicate! Affascinanti analisi cinematiche a raggi X hanno inoltre consentito di osservare nel dettaglio i movimenti di varie parti anatomiche e di comprendere l’evoluzione della postura e dei movimenti di questi organismi.

Sembra proprio che i bradipi moderni abbiano evoluto notevoli specializzazioni anatomiche per opporsi alla gravità!

Ilaria Panzeri


Riferimenti:
Nyakatura J. A.
The convergent evolution of suspensory posture and locomotion in tree sloths. Journal of Mammalian Evolution, DOI 10.1007/s10914-011-9174-x (2011)

Foto di Andrea Romano