Ribonucleotidi da laboratorio

Mediante una serie di semplici reazioni chimiche, un gruppo di ricercatori della University of Manchester è riuscito a ottenere alcune molecole di RNA in laboratorio a partire da alcune molecole che probabilmente erano già disponibili intorno a 3,85 miliardi di anni fa. La ricerca ha avuto grande risalto, tanto che è stata pubblicata sull’ultimo numero della prestigiosa rivista Nature. La

Mediante una serie di semplici reazioni chimiche, un gruppo di ricercatori della University of Manchester è riuscito a ottenere alcune molecole di RNA in laboratorio a partire da alcune molecole che probabilmente erano già disponibili intorno a 3,85 miliardi di anni fa. La ricerca ha avuto grande risalto, tanto che è stata pubblicata sull’ultimo numero della prestigiosa rivista Nature.

La scoperta porta ulteriori evidenze all’idea del “mondo a RNA” (Pikaia ne ha parlato qui), l’ipotesi che propone che le prime forme di vita sulla terra utilizzassero questa molecola, e non il DNA come avviene per gli attuali organismi, come nucleotide replicatore avente anche funzione catalitica, che oggi viene assolta dalle proteine. Questa affermazione è possibile dal momento che sono ben noti i cosiddetti ribozimi, frammenti di RNA che sono in grado di catalizzare alcune importanti reazioni chimiche. Nell’odierno mondo a DNA, invece, il cugino RNA ha una funzione di intermediario, decodificando le informazioni genetiche (le triplette di nucleotidi) contenute nelle catene di acido desossiribonucleico in modo tale da formare le proteine, il risultato finale della traduzione.

Ma un tempo, agli albori della vita sul nostro pianeta, la situazione non era come quella attuale e le molecole di RNA erano in grado, così sostiene l’ipotesi del “mondo a RNA”, sia di contenere informazione genetica che di autoreplicarsi. Questa teoria, tuttavia, non era supportata da alcune evidenze empiriche, tra cui, su tutte, quella della possibile formazione dei monomeri di RNA a partire dalle semplici molecole costituenti (uno zucchero pentoso, il ribosio, una base azotata e un gruppo fosfato). Proprio su questa lacuna pratica si basavano le principali critiche dei detrattori della teoria.

Ed ecco che si inserisce l’attuale ricerca, la prima in grado di riprodurre, simulando le condizioni geochimiche della terra ai primi stadi di vita, alcuni polimeri di questo acido nucleico. Il successo nell’esperimento è stato possibile semplicemente variando, rispetto ai precedenti studi che avevano fallito nel tentativo, le concentrazioni e il momento di inserimento nel sistema delle varie molecole reagenti.

Ora sappiamo che la formazione spontanea di RNA in condizioni simili a quelle della terra in formazione è possibile. Il mondo a RNA è sempre più una realtà.

Andrea Romano

Riferimenti:
Matthew W. Powner, Béatrice Gerland, John D. Sutherland, Synthesis of activated pyrimidine ribonucleotides in prebiotically plausible conditions, Nature, 459: 239-242; doi:10.1038/nature08013