Rigenerazione dei tessuti nei mammiferi?

La capacità di rigenerazione dei tessuti danneggiati è presente nel regno animale ma solamente in alcuni gruppi “semplici”, come le spugne, i vermi piatti e alcuni idrozoi. Nei vertebrati, invece, tale peculiarità è nota esclusivamente in alcune specie di anfibi, di solito urodeli (tritoni e salamandre). Le basi molecolari che regolano la rigenerazione tissutale sono ancora in gran parte sconosciute,

La capacità di rigenerazione dei tessuti danneggiati è presente nel regno animale ma solamente in alcuni gruppi “semplici”, come le spugne, i vermi piatti e alcuni idrozoi. Nei vertebrati, invece, tale peculiarità è nota esclusivamente in alcune specie di anfibi, di solito urodeli (tritoni e salamandre). Le basi molecolari che regolano la rigenerazione tissutale sono ancora in gran parte sconosciute, ma dalla pagine della rivista Proceedings of the National Academy of Sciences giunge un’importante scoperta riguardante nientemeno che i mammiferi.

Un gruppo di biologi molecolari del Wistar Institute è infatti riuscito in quello in cui fino ad ora tutti avevano fallito: la rigenerazione di tessuti danneggiati in topi da laboratorio. Lo studio ha preso spunto da alcuni precedenti risultati ottenuti da ricercatori Drexel University e della Washington University che avevano isolato una linea di topi, chiamata MRL, ai quali venivano applicati dei fori alle orecchie a scopo di marcatura. Dopo alcuni giorni, con lo stupore generale, nei topi MRL questi fori scomparivano senza nemmeno lasciare una cicatrice. Un’analisi genomica aveva poi evidenziato che nelle cellule delle orecchie era soppressa l’espressione genica del gene p21, fondamentale per la regolazione del ciclo cellulare. L’attivazione e la regolazione di questo gene è strettamente controllata da p53, un soppressore dei tumori noto per essere coinvolto nella proliferazione incontrollata delle cellule in diversi tipi di cancro.

Il nuovo studio si è focalizzato su un’ulteriore linea di topi da laboratorio, non imparentata alla prima ma anch’essa caratterizzata dalla soppressione del gene p21, con lo scopo di riprodurre i risultati ottenuti dalla ricerca precedente. Applicando un foro sulle orecchie dei piccoli roditori, i ricercatori hanno effettivamente verificato che, anche in questo caso, dopo alcune settimane di attesa si assisteva alla rigenerazione della parte asportata. Anche in questa situazione, in concomitanza della rigenerazione dei tessuti non si assisteva alla formazione di cicatrici, come se le cellule implicate in questo processo avessero ottenuto la possibilità di comportarsi allo stesso modo di cellule embrionali totipotenti.

Dal momento che si assiste al medesimo risultato in due linee di topi non imparentate, sembra probabile che il gene p21 sia direttamente coinvolto nella rigenerazione tissutale nei mammiferi. Siamo solo all’inizio, ma la speranza, concludono i ricercatori, è che l’inattivazione temporanea di questo gene possa essere utilizzata in futuro per la cura e la riabilitazione di organi umani danneggiati.

Andrea Romano

Riferimenti:
Khamilia Bedelbaeva, Andrew Snyder, Dmitri Gourevitch, Lise Clark, Xiang-Ming Zhang, John Leferovich, James M. Cheverud, Paul Lieberman, and Ellen Heber-Katz. Lack of p21 expression links cell cycle control and appendage regeneration in mice. Proceedings of the National Academy of Sciences, 2010; DOI: 10.1073/pnas.1000830107