Rigurgiti del creazionismo

In Texas tale Don McLeroy sta cercando di convincere le autorità statali che il creazionismo è cosa buona e giusta da insegnare. Niente di nuovo. Il problema è che è presidente al ministero dell’educazione del Texas. Convertitosi durante i suoi studi di dentistica “Quando divenni un cristiano lo divenni con tutto il cuore, ero totalmente convinto che i principi biblici

In Texas tale Don McLeroy sta cercando di convincere le autorità statali che il creazionismo è cosa buona e giusta da insegnare. Niente di nuovo. Il problema è che è presidente al ministero dell’educazione del Texas. Convertitosi durante i suoi studi di dentistica “Quando divenni un cristiano lo divenni con tutto il cuore, ero totalmente convinto che i principi biblici erano giusti, e io ero totalmente convinto che poteva essere accurata scientificamente” ha deciso di rendere la sua convinzione un dovere di stato. Il suo creazionismo è uno di quelli vecchio stampo, il creazionismo della “Terra giovane” – dello stesso tipo del Creation Museum in Kentucky secondo cui la Terra avrebbe tra 6.000 e 10.000 anni [si barri la data preferita con una X].

Nell’incontro del 21-23 gennaio 2009, con il ministero dell’educazione, McLeroy propose con successo una revisione ad una bozza per sugli standard del programma di biologia per la scuola superiore “analizzare e valutare la sufficienza o insufficienza della discendenza comune per spiegare l’improvvisa comparsa, la stasi e la natura sequenziale dei gruppi nel record fossile”. La documentazione era stata ovviamente presa di peso da fonti creazioniste, travisando completamente la natura del record fossile stesso.

Il National Center for Science Education (NCSE), che difende l’insegnamento dell’evoluzione nelle scuole (e più in generale la scienza), espone il presente problema in un articolo, richiamando l’attenzione degli scienziati del Texas. Nel prossimo incontro, previsto per il 25-27 marzo, McLeroy intende esporre l’insufficienza della selezione naturale per spiegare la complessità delle cellule – ci risiamo con la supposta “complessità irriducibile” di Michael Behe, che denota più che altro più scarse capacità comparative.

David Hillis dell’University of Texas – Austin, ha dichiarato che “Le modifiche di McLeroy non sono nemmeno intellegibili. Mi chiedo se forse voglia che gli standard siano confusi in modo che possa aprire l’attacco a i principali libri di testo di biologia, intimando l’adozione del creazionismo e altra letteratura religiosa nelle aule di scienze”. Date le presmesse, ovviamente lo vuole, non c’è bisogno di chiederselo. “Se il presidente McLeroy avesse successo nell’aggiungere le sue modifiche, sarebbe un immenso imbarazzo per il Texas, una battuta d’arresto per l’educazione scientifica e un terribile precedente per i ministeri gli esperti accademici in modo proporre i loro programmi personali religiosi o politici. Le vittime saranno i bambini del Texas, che rappresentano il futuro del nostro stato”, o il passato remoto se tutto questo succedesse…

Hillis è anche un membro della commissione per la 21st Century Science Coalition, un gruppo di scienziati che si oppone al viaggio nel tempo pre-evolzionistico che i politici vogliono far fare alla scuola. Il gruppo ha reclutato 1.400 scienziati del Texas in modo da convincere il ministero a “riconoscere che l’istruzione sull’evoluzione sia vitale per capire tutte le scienze biologiche”e omettere “tutti i riferimenti a ‘forze e debolezze’ che i politici hanno usato per introdurre spiegazioni sovrannaturali nei corsi di scienze”. Lo capiranno?

Si spera che questi sforzi vadano a buon fine, così come successo in Iowa, dove il Discovery Institute ha cercato di far passare il “Evolution Academic Freedom Act”, un tentativo – fallito – di riforma in cui si sarebbe voluto far passare il creazionismo/intelligent design per libertà di insegnamento. Da notare che il linguaggio utilizzato per “costruire” la riforma seguiva pedissequamente le indicazioni del Discovery Institute stesso, costruite a tavolino per penetrare la legislatura – spesso usando la raffinatissima tecnica del “copia e incolla”.

Giorgio Tarditi Spagnoli