Ritrovato lo scheletro più antico e meglio conservato del Nuovo Mondo

La scoperta in una caverna sommersa, nella penisola dello Yucatan, dello scheletro di un’adolscente del tardo pleistocene ha fornito importanti prove per capire le origini dei Nativi Americani

Quali sono le origini evolutive degli attuali Nativi Americani? Secondo una prima ipotesi potrebbero discendere da una popolazione che dalla Siberia ha raggiunto l’Alaska, dando origine ai Paleoamericani. Un’altra teoria presuppone invece una derivazione da popolazioni dell’Eurasia non imparentate con i Paleoamericani e giunte in momenti diversi nelle Americhe.
Alle base della controversia tra queste due visioni c’è la contraddizione tra i dati morfologici, basati sull’analisi del cranio e della dentizione e i dati genetici, ottenuti dal DNA mitocondriale. Se infatti la conformazione del cranio degli attuali Nativi e quella dei Paleoamericani risulta così diversa da suggerire provenienze differenti, i dati ottenuti dal DNA mitocondriale sostengono invece una comune origine.
Fino ad ora era stato difficile riuscire a venire a capo della questione a causa della scarsità di reperti. Non si era mai stati in grado di avere DNA ben conservato in scheletri sufficientemente completi da consentire un’analisi morfologica o, viceversa, nei casi in cui si erano ottenuti dati genetici attendibili, le ossa craniche non erano abbastanza integre. I risultati pubblicati pochi giorni fa su Science, a seguito del ritrovamento dei resti di una giovane donna all’interno di una caverna sommersa nella penisola dello Yucatan, sembrerebbero ora poter risolvere il disaccordo. 
Lo scheletro risale al pleistocene, tra i 12.000  e i 13.000 anni fa. Si tratta di un’adolescente, di circa 15 anni di età. Naia, come è stata chiamata dai ricercatori, risulta così il più antico abitante del Nuovo Mondo rinvenuto fino a questo momento dagli archeologi. Il suo ritrovamento è inoltre di grande importanza in quanto non solo il cranio è perfettamente conservato, ma dalla radice di uno dei denti del giudizio è stato possibile estrarre DNA in buone condizioni. Ciò ha permesso di fare per la prima volta un’analisi comparata, sia morfologica che genetica, dello scheletro. Le caratteristiche facciali di Naia ne indicano l’appartenenza al gruppo dei Paleoamericani, mentre dal sequenziamento del DNA mitocondriale appare chiara la collocazione nella popolazione che include molti degli attuali abitanti indigeni di Cile e Argentina.  
Da questi risultati risulta evidente come, nonostante le differenze morfologiche, i Paleoamericani e gli attuali Nativi Americani derivino dalla stessa popolazione giunta in America dalla Siberia.
Daria Graziussi
Riferimenti:
J. C. Chatters et al., Late Pleistocene Human Skeleton and mtDNA Link Paleoamericans and Modern Native Americans. Science : Vol. 344 no. 6185 pp. 750-754. DOI: 10.1126/science.1252619
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