Sesso, ormoni e… microbiomi
Il microbioma non è semplicemente qualche cosa che noi ospitiamo, ma una componente importante che partecipa nel definire ciò che noi siamo. L’evoluzione dei viventi non può essere quindi studiata limitandosi al solo genoma nucleare in grado di evolvere lentamente, ma è l’insieme ospite-simbionti ad essere oggetto della selezione naturale.
Variazioni nella composizione del microbioma, cioè l’insieme di esseri viventi che popolano il nostro organismo, sono state associate all’insorgenza di diverse patologie (dal diabete all’obesità) e diverse evidenze sperimentali indicano che le abitudini alimentari e lo stile di vita possono influenzare le specie batteriche presenti nel nostro microbioma.
In una recente pubblicazione su Science, il gruppo di ricerca coordinato da Jayne Danska ha fatto una insolita e inattesa osservazione: il microbioma è influenzato dal sesso e influenza i livelli di ormoni steroidei. Secondo quanto pubblicato su Science, Danska e colleghi erano interessati a vedere che correlazioni vi fossero tra la composizione del microbioma e l’insorgenza di una forma autoimmune di diabete e si sono imbattuti in un risultato inatteso.
L’idea di base del progetto era di capire se la composizione del microbioma potesse favorire/sfavorire l’insorgenza di patologie autoimmuni. Per cercare di rispondere a questo quesito, Danska e colleghi hanno svolto la propria sperimentazione avvalendosi di topi come modelli sperimentali osservando una maggiore incidenza del diabete autoimmune nelle femmine rispetto ai maschi. L’eliminazione del microbioma intestinale portava però alla scomparsa della diversa suscettibilità al diabete nei maschi rispetto alle femmine, tanto che entrambi i sessi manifestavano il diabete con la stessa frequenza.
Come spiegare questa perdita di resistenza al diabete? L’analisi della composizione del microbioma indica che nei topi giovani il microbioma è molto simile in maschi e femmine, mentre con la pubertà i loro microbiomi iniziano a differire per poi divenire stabilmente ben differenziati. Per verificare il significato biologico di tali differenze, il gruppo di ricerca di Danska ha trasferito il microbioma di alcuni maschi in esemplari di femmine da cui è derivato un microbioma diverso sia da quello tipicamente maschile che da quello solitamente presente nelle femmine. Questo trasferimento rende le femmine con il nuovo microbioma maggiormente resistenti al diabete autoimmune.
Bibliografia:
Markle JG, Frank DN, Mortin-Toth S, Robertson CE, Feazel LM, Rolle-Kampczyk U, von Bergen M, McCoy KD, Macpherson AJ, & Danska JS (2013). Sex differences in the gut microbiome drive hormone-dependent regulation of autoimmunity. Science (New York, N.Y.), 339 (6123), 1084-8
Biologo e genetista all’Università di Modena e Reggio Emilia, dove studia le basi molecolari dell’evoluzione biologica con particolare riferimento alla citogenetica e alla simbiosi. Insegna genetica generale, molecolare e microbica nei corsi di laurea in biologia e biotecnologie. Ha pubblicato più di centosessanta articoli su riviste nazionali internazionali e tenuto numerose conferenze nelle scuole. Nel 2020 ha pubblicato per Zanichelli il libro Nove miliardi a tavola- Droni, big data e genomica per l’agricoltura 4.0. Coordina il progetto More Books dedicato alla pubblicazione di articoli e libri relativi alla teoria dell’evoluzione tra fine Ottocento e inizio Novecento in Italia.