Sorprendenti rivelazioni dall’analisi di un dettaglio anatomico

In un articolo in pubblicazione sul Journal of Human Evolution, Fabio Di Vincenzo e Giorgio Manzi (paleoantropologi alla Sapienza, Università di Roma) e Steve E. Churchill (della Duke University, North Carolina), hanno confrontato la morfologia della superficie articolare della scapola in reperti umani sia attuali che fossili. Attraverso tecniche avanzate di morfometria in 2D l’intero contorno articolare è stato rilevato

In un articolo in pubblicazione sul Journal of Human Evolution, Fabio Di Vincenzo e Giorgio Manzi (paleoantropologi alla Sapienza, Università di Roma) e Steve E. Churchill (della Duke University, North Carolina), hanno confrontato la morfologia della superficie articolare della scapola in reperti umani sia attuali che fossili. Attraverso tecniche avanzate di morfometria in 2D l’intero contorno articolare è stato rilevato e i cambiamenti di forma osservati tra le varie specie sono stati analizzati attraverso procedure di statistica multivariata.

Dallo studio è emerso che questa minuta componente dell’articolazione della spalla – solo in apparenza un mero dettaglio anatomico della scapola – custodisce importanti informazioni di carattere sia genetico che funzionale. Lo studio ha permesso di smentire precedenti interpretazioni delle differenze osservate fra i Neanderthal (Homo neanderthalensis) e la nostra specie (Homo sapiens) e di chiarire come queste differenze siano solo parte di un cambiamento più generale che ha interessato altre forme estinte, umane e pre-umane. Tale progressivo cambiamento, a sua volta, è stato messo in relazione a fattori genetici e, in particolar modo, ai cambiamenti nei tempi dello sviluppo osseo, intervenuti in maniera costante e continua nel corso dell’evoluzione umana. Unicamente all’interno della variabilità di Homo sapiens sono poi emersi aspetti di carattere funzionale, che producono cambiamenti di minore entità influenzati dall’adozione di differenti stili di vita, permettendo di riconoscere le popolazioni di cacciatori-raccoglitori da quelle di agricoltori e/o pastori.

Lo studio ha anche evidenziato che all’interno del gruppo dei Neanderthal, un reperto proveniente dal sito di Vindija, in Croazia – assieme a pochi altri esemplari (significativamente provenienti dal Vicino Oriente) – mostra una morfologia della scapola più simile a quella della nostra specie piuttosto che a quella di altri Neanderthal. Il dato è interessante poiché su materiale fossile dello stesso sito di Vindija è stato recentemente condotto il campionamento di milioni di basi del genoma nucleare di Neanderthal, che ha indicato la possibilità di scambio genetico tra popolazioni di Neanderthal e umani moderni, avvenuto probabilmente in regioni del Vicino Oriente intorno a 100 mila anni fa.

Il nuovo studio conferma questo dato e suggerisce che geni vantaggiosi dal punto di vista evolutivo – in quanto cruciali per gli effetti su modi e tempi di accrescimento/sviluppo e, di conseguenza, su vari aspetti della biologia umana (non da ultimi la socialità e l’intelligenza) – possano essere transitati per flusso genico dalla nostra specie in espansione alle popolazioni di Neanderthal che mostrano una morfologia “moderna” della scapola. Nel modello proposto si mette in evidenza come altre popolazioni di Neanderthal non furono interessate da questo mescolamento, perché più antiche del primo contatto o a causa della distanza o di barriere geografiche.

In questa luce, gli autori del nuovo studio suggeriscono inoltre che i Neanderthal di Vindija non possono essere considerati rappresentativi della specie Homo neanderthalensis, cioè delle popolazioni di Neanderthal che non ebbero scambi genetici con Homo sapiens. Per un campione autenticamente significativo del genoma neandertaliano bisognerebbe allora cercare altrove.

Riferimenti:
Fabio Di Vincenzo, Steven E. Churchill, Giorgio Manzi. The Vindija Neanderthal scapular glenoid fossa: Comparative shape analysis suggests evo-devo changes among Neanderthals. Journal of Human Evolution. Available online 23 december 2011