Strade differenti per gli antichi primati

Alcuni fossili ritrovati nel sud della Cina dimostrano che circa 34 milioni di anni fa, in seguito a una crisi ecologica e climatica, i primati dell’Africa e del sudest asiatico hanno imboccato percorsi evolutivi differenti, lasciando all’Asia quasi solo specie appartenenti al gruppo tassonomico degli Strepsirrhini

Partiti alla conquista del mondo, insieme agli altri mammiferi, a cavallo del momento dell’estinzione dei dinosauri, i primati si erano considerevolmente diffusi per diversi milioni di anni, colonizzando l’Africa, tutta l’Eurasia e il Nord America. Tuttavia, intorno a 34 milioni di anni fa il clima è mutato con un brusco abbassamento di temperatura. La conseguenza di questo fenomeno è stata una serie di estinzioni, anche se non abbastanza grandi da essere considerate alla stregua delle grandi estinzioni di massa. L’episodio è noto complessivamente come Eocene–Oligocene extinction event o (EOT. Da Eocene-Oligocene transition) dal nome delle due epoche geologiche di cui segna il confine.

I primati sono, tra i mammiferi, i più sensibili alle variazioni di temperatura e non potevano quindi uscire immuni da un simile stravolgimento del clima. Il raffreddamento del pianeta dell’EOT portò infatti alla loro scomparsa dall’Europa, dal Nord America e da gran parte dell’Asia continentale. Ma il taxon poté trovare rifugio nelle aree tropicali e calde dell’Africa e del vicino oriente, dove prosperò e proseguì la lotta intestina che portò al prevalere degli Haplorrhini (il sottordine che comprende quasi tutte le attuali scimmie) sugli Strepsirrhini (il sottordine che comprende esclusivamente lemuri, lori e galagoni) ridotti al solo Madagascar e a poche altre aree dell’Africa.

Una storia poco chiara
C’era però un altro luogo dove gli antichi primati avrebbero potuto sopravvivere tranquillamente: le aree calde del sud dell’Asia. L’EOT aveva profondamente inciso sulla fauna delle antiche Cina e Mongolia, forse anche più che in altre aree del pianeta, tanto che il fenomeno si è meritato il nome di Mongolian Remodeling per distinguerlo dalla contemporanea Grande Coupure, nome riferito prevalentemente agli effetti della EOT sull’antica Europa. Ma lacune nella documentazione fossile, proprio nel periodo e nell’area d’interesse, ha reso finora difficoltosa la ricostruzione delle variazioni avvenute tra i primati nelle giungle dell’estremo oriente: i loro fossili rinvenuti fino ad oggi, relativamente al primo miocene (34 milioni di anni fa), sono infatti piuttosto rari e sono stati trovati solo in poche aree nel nord della Cina, in Mongolia e in Pakistan, dove esistevano le condizioni adatte alla fossilizzazione. 

Nasi umidi
Xijun Ni e i suoi collaboratori, dell’Accademia Nazionale Cinese delle Scienze (Cina) e dell’Università del Kansas (USA), hanno potuto di recente lavorare al recupero e all’esame di reperti provenienti dal un ricco deposito fossilifero relativo al periodo della transizione EOT. I risultati della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista Science. Tra i numerosi mammiferi fossili estratti dal sito, alcuni sono stati classificati come appartenenti ad antichi primati, permettendo di individuare sei nuove, presunte, specie vissute nell’Asia meridionale all’inizio dell’Oligocene. Per quanto finora sconosciute, almeno tre delle nuove specie sono state attribuite dagli autori al gruppo degli Strepsirrhini, un caso è dubbio e due appartengono agli Haplorrhini. Uno dei due Haplorrhini tuttavia è con un elevato grado di probabilità un Tarsiiformes, una forma di Haplorrhini ritenuti morfologicamente e filogeneticamente molto vicini alle caratteristiche dell’antenato comune tra questo gruppo e quello degli Strepsirrhini.

Si può quindi concludere che le giungle dell’estremo oriente di 34 milioni di anni fa erano popolate prevalentemente da Strepsirrhini e che l’origine delle tipiche scimmie, come siamo abituati a pensarle (infraordine Simiiformes), sia da cercare in Africa. Da qui esse sono ritornate successivamente in Asia dando origine alle vere scimmie attualmente diffuse nel continente. Ma non avrebbero, probabilmente, mai riconquistato il Nord America; la maggior parte dei paleontologi, infatti, ritiene che le scimmie sudamericane siano arrivate in quest’area geografica direttamente dall’Africa.

Riferimenti: 
Ni X, Li Q, Li L, Beard KC. Oligocene primates from China reveal divergence between African and Asian primate evolution. Science. 2016 May 6;352(6286):673-7. doi: 10.1126/science.aaf2107. 

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