Australopithecus sediba, una nuova australopitecina sudafricana
Descritta una nuova specie di ominide bipede africano: si chiama Australopithecus sediba e potrebbe svelare alcuni misteri sull’evoluzione della nostra specie
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Read moreIl DNA mitocondriale estratto da un dito rinvenuto in Siberia e risalente a 40.000 anni fa indica la possibile presenza in quell’epoca di una nuova specie di Homo
Read moreLe prime testimonianze ‘umane’ sull’isola di Flores, casa di Homo floresiensis (o hobbit), risalgono a oltre 120.000 anni fa
Read moreIl passaggio dalla foresta alla savana è stato probabilmente uno dei momenti con più conseguenze nella storia evolutiva degli ominidi (ha portato ad esempio alle specializzazioni per la statura completamente eretta e per la corsa in H. erectus), ma nonostante nel tempo si siano formulate solide ipotesi su quando cominciò questa transizione ancora mancavano effettivi riscontri empirici. In particolare non
Read moreLa rivista Science dedica uno speciale intero alla scoperta di un nuovo ominide bipede, vissuto in Africa intorno a 4 milioni di anni fa: Ardipithecus ramidus, già ribattezzato Ardi
Read moreLa lenta camminata dello scimmione che alzandosi su due piedi diventa uomo è una delle rappresentazioni più famose e diffuse dell’evoluzione umana, anche se per chi mastica anche solo un poco la teoria darwiniana è decisamente un’eresia: non esiste difatti una direzione nella storia evolutiva, e i nostri antenati non sono “diventati uomini” ma, più prosaicamente, una delle loro linee
Read moreI resti fossili di Homo erectus rinvenuti in Cina nei pressi di Zhoukoudian, meglio conosciuti come appartenenti all’uomo di Pechino, potrebbero essere risalenti ad un periodo molto antecedente a quanto ritenuto fino ad ora. Le datazioni comunemente accettate collocano questi reperti in un periodo compreso tra 500.000 e 250.000 anni fa, anche se hanno spesso suscitato profonde polemiche e accesi
Read moreNonostante la loro corporatura esile, le australopitecine probabilmente possedevano una grande potenza masticatoria, in grado di rompere per scopi alimentari semi e noci dal guscio spesso e resistente. Questa capacità dei nostri progenitori africani sarebbe stata svelata da una recente simulazione computerizzata che ha preso in considerazione la specie Australopithecus africanus, vissuta in un periodo compreso tra 3,3 e 2,5
Read moreIl ritrovamento del primo bacino quasi intatto di Homo erectus ha consentito di formulare nuove ipotesi sulla gestazione e sulle carattersitiche dei nuovi nati di questa specie di ominide bipede, nostro antenato. In particolare, il reperto datato intorno ad 1,8 milioni di anni fa indicherebbe che le femmine di Homo erectus probabilmente davano alla luce neonati con il cervello già
Read moreFin dal momento del suo primo ritrovamento, avvenuto nel 1959 per mano di Mary Leakey, si ritenne che l’ominide arcaico Paranthropus boisei fosse una specie perfettamente adattata all’elevato sforzo masticatorio necessario al consumo di un cibo duro. Presenta infatti alcune caratteristiche morfologiche tipiche di specie che fanno uso quasi esclusivo di cibi molto coriacei, come noci e semi con gusci
Read moreOrrorin tugenensis presentava già i tratti degli arti inferiori che le consentivano di adottare una postura eretta, una delle caratteristiche distintive della nostra linea filetica
Read moreTra le caratteristiche tipiche della linea evolutiva che ha portato alla nascita dell’uomo, il bipedismo è apparso precocemente, con importanti conseguenze dal punto di vista sia anatomico che comportamentale e cognitivo. La postura eretta comportò infatti numerose modificazioni scheletriche nella parte inferiore della colonna vertebrale, nel bacino e negli arti inferiori, e poiché questi cambiamenti possono essere facilmente documentati dai
Read moreDal sito Anthro news di Daniele Formenti volentieri riporto la notizia:Un altro anniversario è stato festeggiato, anche se con due anni di ritardo, nel giugno scorso. Nel 1974 è avvenuta infatti la scoperta del primo Australopithecus afarensis, la famosa Lucy, da parte di un’equipe franco-americana, con Johanson e Taieb e il mese scorso si è tenuto in Provenza un convegno,
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