Tartarughe abitudinarie

Sembra proprio che le tartarughe marine siano particolarmente affezionate a pochi luoghi: se è risaputa la loro filopatria natale che le porta a ritornare ad ogni stagione riproduttiva nello stesso luogo di nidificazione, sicuramente è una sorpresa sapere che sono molto fedeli anche ai propri siti di foraggiamento. Questa interessante notizia proviene da uno studio effettuato da ricercatori dell’ Università

Sembra proprio che le tartarughe marine siano particolarmente affezionate a pochi luoghi: se è risaputa la loro filopatria natale che le porta a ritornare ad ogni stagione riproduttiva nello stesso luogo di nidificazione, sicuramente è una sorpresa sapere che sono molto fedeli anche ai propri siti di foraggiamento. Questa interessante notizia proviene da uno studio effettuato da ricercatori dell’ Università di Exter e pubblicato sulla rivista Proceedings of the Royal Society B: Biological Sciences.

La ricerca pluriennale ha previsto la cattura nelle acque di Cipro di 20 femmine appartenenti a due specie di tartarughe marine, la tartaruga verde (Chelonia mydas) e la tartaruga comune (Caretta caretta), a cui sono state montate trasmittenti satellitari, per seguirne gli spostamenti. I risultati dimostrano che le tartarughe di entrambe le specie ritornano ogni anno nei medesimi luoghi di foraggiamento nei quali rimangono per circa 6 mesi per poi raggiungere zone di acque profonde per trascorrere l’inverno. E’ stato segnalato da questo studio, tra l’altro, un esemplare che ha compiuto in queste acque un’immersione della durata di 10,2 ore, un vero record per i vertebrati. Inoltre, tutti gli individui monitorati dimostravano di percorrere sempre gli stessi tragitti dai luoghi di nidificazione a quelli di nutrizione in anni differenti.

Mentre per le tartarughe verdi, essendo esclusivamente erbivore, è facile dare una spiegazione per il ritorno negli stessi luoghi di foraggiamento, in genere caratterizzati da praterie subacquee poco comuni nel Mediterraneo e situate in luoghi ben precisi, più difficile sembra la comprensione del comportamento della tartaruga comune. Infatti, si tratta di animali onnivori che si nutrono anche di crostacei e molluschi, distribuiti in modo più uniforme nelle profondità marine. Non risulta chiaro il beneficio conferito dal ritorno nei medesimi luoghi, ma potrebbe essere un’espressione di territorialità.

Il fatto di aver individuato luoghi di permanenza e corridoi migratori potrebbe risultare importante in ambito conservazionistico, ad esempio impedendo in quelle zone la pesca industriale. Infatti, una delle principali cause di morte di questi animali nel Mediterraneo è proprio la cattura accidentale (bycatch) da parte dei pescherecci. L’identificazione delle zone da proteggere per salvare queste specie in pericolo è stata compiuta, ora tocca alle istituzioni fare la loro parte…

E’ disponibile l’intero articolo: Fidelity and over-wintering of sea  turtles.

La foto è tratta da Wikipedia

Andrea Romano