Un fossile dal Libano colma alcune lacune nell’evoluzione degli uccelli mesozoici

La documentazione fossile dell’evoluzione degli uccelli è condizionata dall’estrema fragilità dello scheletro di questi animali, che limita le condizioni geologiche favorevoli alla loro preservazione. Di fatto, i siti fossiliferi aventi le condizioni ideali per la fossilizzazione degli uccelli sono estremamente rari. Un giacimento fossilifero in Libano, risalente a circa 90 milioni di anni fa, ha restituito una ricca fauna di

La documentazione fossile dell’evoluzione degli uccelli è condizionata dall’estrema fragilità dello scheletro di questi animali, che limita le condizioni geologiche favorevoli alla loro preservazione. Di fatto, i siti fossiliferi aventi le condizioni ideali per la fossilizzazione degli uccelli sono estremamente rari. Un giacimento fossilifero in Libano, risalente a circa 90 milioni di anni fa, ha restituito una ricca fauna di pesci ed invertebrati acquatici meravigliosamente conservati nei dettagli delle parti molli. Alcuni vertebrati terrestri sono stati rinvenuti negli stessi strati libanesi: in particolare, i resti ossei e tracce del piumaggio di un piccolo uccello. Il fossile, conservato al Museo di Storia Naturale di Milano, era stato descritto brevemente nel 2002, ma non ne era stata data una diagnosi formale aldilà dell’attribuzione al gruppo degli Enantiornithes (“gli uccelli opposti”), il più diffuso gruppo di uccelli mesozoici, oggi completamente estinto.
 
In uno studio, pubblicato recentemente su Atti della Società Italiana di Scienze Naturali e del Museo Civico di Storia Naturale di Milano, il fossile è stato analizzato nuovamente e battezzato Enantiophoenix electrophyla, che significa “l’opposta fenice amante dell’ambra”. Il nome fa riferimento al fatto che questo fossile di enantiornite conserva corpuscoli di ambra inglobati tra i resti ossei, forse un’evidenza che l’animale si nutrisse occasionalmente della resina degli alberi (sostanza che, fossilizzando, si trasforma in ambra). Le caratteristiche del piede, simile a quello degli uccelli arboricoli, avvalorano questa ipotesi.

Enantiophoenix è il più antico uccello proveniente dalla Placca Continentale Africana (alla quale appartiene il Libano) noto finora, nonché il primo uccello fossile rinvenuto nella regione nord-orientale del supercontinente di Gondwana.
Analizzando la distribuzione di circa duecento caratteri anatomici in una trentina di specie di uccelli mesozoici, è risultato che Enantiophoenix è una specie primitiva di Avisauridae, un gruppo di enantiorniti diffuso in Nordamerica, Sudamerica ed Europa Occidentale, ma avente i propri parenti più prossimi in Asia Orientale.

Questo risultato ha delle interessanti implicazioni dal punto di vista paleobiogeografico: oltre ad essere morfologicamente intermedio tra gli Avisauridae più evoluti e alcuni enantiorniti asiatici, Enantiophoenix con la sua presenza in Medio Oriente costituisce una “tappa intermedia” tra l’areale degli Avisauridae, nell’emisfero occidentale, e quello dei loro parenti più prossimi vissuti in Estremo Oriente. 

Andrea Cau

Riferimenti:
A. Cau, & P. Arduini, 2008 – Enantiophoenix electrophyla gen. et sp. nov. (Aves, Enantiornithes) from the Upper Cretaceous (Cenomanian) of Lebanon and its phylogenetic relationships. Atti della Società Italiana di Scienze Naturali e del Museo di Storia Naturale di Milano, 149 (II): 293 – 324

L’immagine è stata scattata dal Dott. Simone Maganuco del Museo di Storia Naturale di Milano.