2 metri e mezzo di artropode!

Il ritrovamento di un’appendice cefalica gigante di un artropode, risalente a 390 milioni di anni fa, indica che i passato gli appartenenti a questo gruppo di animali, oggi di piccole dimensioni, potessero raggiungere una taglia enorme. Un gruppo di ricercatori della University of Bristol ha rinvenuto un chelicero, l’appenice specializzata per l’alimentazione tipica del subphylum Chelicerata, a cui appartengono ragni

Il ritrovamento di un’appendice cefalica gigante di un artropode, risalente a 390 milioni di anni fa, indica che i passato gli appartenenti a questo gruppo di animali, oggi di piccole dimensioni, potessero raggiungere una taglia enorme.

Un gruppo di ricercatori della University of Bristol ha rinvenuto un chelicero, l’appenice specializzata per l’alimentazione tipica del subphylum Chelicerata, a cui appartengono ragni e scorpioni, di una lunghezza pari a 46 cm. Il possessore appartiene alla specie Jaekelopterus rhenaniae, già conosciuta per le sue colossali dimensioni e vissuta tra 460 e 255 milioni di anni fa. Dalla lunghezza dell’appendice, i ricercatori sono risaliti alla dimensione dell’intero esemplare, che raggiungeva i 2,5 metri, superando di mezzo metro la taglia massima mai riscontrata in un artropode. La specie in questione appartiene alla sottoclasse Eurypterida, che insieme alla sottoclasse Xifosura, costituisce la classe di celicerati merostomi, rappresentata da sole specie marine morfologicamente simili agli odierni scorpioni.  

Ma come facevano ad esistere artropodi di tali dimensioni e perchè attualmente sono così piccoli? Dalle pagine della rivista Biology Letters, i ricercatori sostengono che la risposta vada cercata nella concentrazione di ossigeno presente nelle diverse ere geologiche. Infatti, nel Paleozoico era presente un livello di ossigeno molto più alto rispetto ad oggi, un livello che poteva sostenere la sopravvivenza e la respirazione anche di organismi di grosse dimensioni non dotati di polmoni o branchie. Un’alternativa, che però non esclude la prima ipotesi, potrebbe essere ricercata nella mancanza di competizione con i vertebrati, che successivamente avrebbero dominato le acque e le terre emerse.

Andrea Romano

L’immagine è tratta da Wikimedia Commons.