Aborigeni e estinzione della megafauna australiana

Uno studio suggerisce il fondamentale ruolo dei primi uomini arrivati in Australia nel determinare l’estinzione della megafauna locale

La megafauna australiana, comprensiva di canguri giganti, leoni marsupiali, marsupiali delle dimensioni di ippopotami e tanti altri, sarebbe stata sterminata dagli aborigeni piuttosto che da imponenti cambiamenti climatici a cui questi giganti non erano adattati. Questa è la tesi, riportata in un interessante articolo sulla rivista Geology, di un gruppo di ricercatori guidato da Gavin Prideaux della Flinders Univesity. Infatti, due analisi parallele, una effettuata su sedimenti e rocce, per identificare l’abbondanza delle risorse idriche presenti sul territorio fino a 500.000 anni fa, e l’altra sui fossili animali rinvenuti in alcune grotte nella regione di Naracoorte, nell’Australia meridionale, avrebbero dimostrato la presenza di questi animali anche in periodi di forte siccità, il fattore che, fino ad oggi, veniva considerato come la causa principale della scomparsa della megafauna australiana.

I ricercatori, sebbene abbiano riscontrato ugualmente una fluttuazione delle popolazioni delle diverse specie analizzate in base alle condizioni climatiche, sembrano aver trovato le prove che questi animali fossero adattati anche a situazioni di grande siccità. In questo contesto, dal momento che nel periodo di colonizzazione umana dell’Australia, databile circa 60.000 anni fa, sussistevano le medesime condizioni climatiche a cui i grandi marsupiali erano adattati, non resta che pensare che la loro estinzione sia avvenuta per mano dell’uomo, nei confronti del quale gli animali non avevano invece evoluto strategie antipredatorie. Resta solamente da capire se il declino sia avvenuto principalmente per causa dell’imponente pressione venatoria o in seguito alla distruzione degli ambienti naturali in cui questi organismi proliferavano.

Foto di Ladyof Hats tratta da Wikipedia raffigura uno scheletro di Diprotodon australis