Alexandre Yersin, l’uomo che sconfisse la Peste Nera

Fu medico, ricercatore, microbiologo ed esploratore, poco conosciuto in Europa, venerato come Saggio in Vietnam dove gli hanno dedicato due templi. Fu uno dei Ragazzi di Pasteur

Alexandre Yersin nacque in Svizzera il 22 settembre 1863 ad Aubonne (canton Vaud), una cittadina sulle sponde del Lago di Ginevra. Il padre, che aveva il suo stesso nome, era professore di Scienze Naturali al Collegio della sua città ed appassionato di botanica ed entomologia; purtroppo egli morì a causa di un ictus a soli 38 anni, due mesi prima della nascita di Alexandre.

Il piccolo e i suoi fratelli Émilie e Franck furono cresciuti dalla madre Fanny nella vicina città di Morges, nei pressi di Losanna. La famiglia Yersin era Protestante. Alexandre ereditò dal padre curiosità per la natura, senso dell’avventura e passione per la scienza. Egli rimase sempre in contatto con la madre, grazie ad un costante rapporto epistolare, (circa 900 lettere), dopo la morte della madre scrisse alla sorella Émilie a cui era legato da grande affetto.

Studi di medicina ed inizio della carriera scientifica

Yersin seguì gli studi liceali a Losanna, dove nel 1883 si iscrisse alla Facoltà di Medicina; proseguì poi gli studi a Marburg in Germania. Successivamente, dal 1885 fece pratica nell’antico Ospedale Hôtel-Dieu a Parigi.

Nel 1887 l’incontro con Emile Roux gli aprì le porte dell’Istituto Pasteur, dove Louis Pasteur stava lavorando al vaccino contro la rabbia. Yersin divenne un membro della cosiddetta Banda Pasteur: Jacques Grancher (che studiava la tubercolosi), Waldemar Haffkinë (che sviluppò un vaccino anti-colera), Émile Roux (che preparò il vaccino anti-difterite) e molti altri.

A 25 anni conseguì il dottorato di ricerca con una tesi sulla tubercolosi. Poi si recò a Berlino per seguire il corso di microbiologia tenuto da Robert Koch, il grande antagonista di Pasteur! Il corso non entusiasmò Yersin, che tornò a Parigi dicendo di avere sprecato il suo tempo. In quel periodo collaborò con Roux alla scoperta della tossina della difterite.

Nonostante il suo grandissimo talento e il fatto che avesse posto le basi per un’ottima carriera, nel 1890 lasciò lIstituto Pasteur. Il suo spirito libero lo portò nel lontano Oriente, in Indocina come medico di bordo, presso la compagnia marittima di Bordeaux “Messageries Maritimes” dapprima sulla linea Saigon-Manila con il piroscafo Volga e poi sulla linea Saigon-Hanoi sul piccolo cargo Saigon. In quegli anni Yersin ebbe la possibilità di esplorare l’Indocina, uno dei mondi più sconosciuti e vergini di quel tempo: in tre diverse e rischiose esplorazioni, completò precise mappe geografiche e antropologiche del territorio.

La scoperta

Nel maggio del 1894, un’epidemia di peste bubbonica originatasi in Mongolia raggiunse la costa sud della Cina e in particolare il protettorato inglese di Hong Kong. Rientrato a Saigon, Yersin trovò tantissimi telegrammi inviati dall’Istituto Pasteur, che gli chiedeva di recarsi immediatamente sul posto. Egli raccolse la strumentazione necessaria e partì per Hong Kong, dove arrivò a metà giugno. Il territorio era già allora un protettorato inglese e i francesi non erano decisamente ben accetti, quindi Yersin ebbe molte difficoltà ad ottenere il permesso dal governatore inglese per poter intraprendere le sue ricerche.

Qualche giorno prima era giunto ad Hong Kong il batteriologo giapponese Shibasaburō Kitasato, che aveva studiato con Koch ed era suo seguace. Gli inglesi ovviamente appoggiarono Kitasato, mettendogli a disposizione laboratori e cadaveri di appestati; il povero Yersin, invece, lavorò in una capanna di bambù costruita per lui dall’italiano padre Viganò, eroe della battaglia di Solferino, della Missione religiosa francese della città.

Proprio la scarsità di materiale scientifico però lo aiutò: mentre Kitasato manteneva le sue colture batteriologiche in un’incubatrice, Yersin, non avendola, le fece sviluppare in un ambiente naturale, nella sua capanna di bambù, e questo si rivelò vincente. Il bacillo si sviluppava meglio a temperature più basse di quelle del corpo umano. Kitasato svolse ricerche sugli organi di coloro che erano morti a causa della peste, iniziando dai polmoni. Yersin invece eseguì delle autopsie su pochi corpi di appestati, dai quali estrasse i bubboni … così lui descrive la scoperta: «Il bubbone è ben evidente. Lo estraggo in meno di un minuto e salgo nel mio laboratorio. Faccio rapidamente un preparato e lo metto sotto il microscopio. Al primo colpo d’occhio riconosco un purè di microbi tutti simili fra loro. Sono piccoli bastoncini tozzi dalle estremità arrotondate.»

Yersin scoprì così il bacillo della peste! Assegnò al patogeno il nome Pasteurella pestis in onore del suo maestro Louis Pasteur. Quasi 100 anni dopo, nel 1970 il binomio fu cambiato in Yersinia pestis, con la velocità che caratterizza i classificatori!

In seguito Yersin lasciò Hong Kong e ritornò in Indocina soddisfatto, quindi inviò il microbo della peste in Francia, entro provette ben sigillate, a cui allegò il suo trattato, che annunciava al mondo intero la scoperta dell’agente eziologico della Peste Nera. Il trattato venne letto il 30 luglio 1894 presso l’Académie des Sciences, e pubblicato nel numero di settembre degli Annales de l’Institut Pasteur.

Io non credo che Yersin in quei momenti si sia reso conto della grandezza della sua scoperta, cioè di avere finalmente isolato il terribile agente di morte, che aveva mietuto nel mondo decine di milioni di vittime e soprattutto di aver dimostrato, che era un batterio a causare quelle stragi, e non l’ira delle divinità di turno nei confronti dell’uomo!

Anche Kitasato arrivò a descrivere il presunto agente della peste, che si rivelò però errato, in un articolo sulla rivista Lancet del 25 agosto 1894. Kitasato, infatti, facendo prelievi su polmoni e sangue, scoprì l’agente di una infezione collaterale, una polmonite: era un comune pneumococco! Durante la sua permanenza ad Hong Kong, Yersin, dopo aver visto numerosi ratti morti, pensò che i topi costituissero il principale veicolo di diffusione della malattia, ma non riuscì a comprendere le modalità della trasmissione, da cui l’annotazione:  «La peste è dunque una malattia contagiosa e inoculabile. È probabile che i topi ne costituiscano il veicolo principale, ma non ne ho certezza»

Anni dopo fu un altro pasteuriano Simond, che approfondì le ricerche di Yersin, a scoprire che le  pulci (Xenopsylla cheopis) presenti sui topi erano le reali portatrici del batterio.

Yersin ricevette la Legion d’Onore per la sua scoperta!

Il vaccino

Alexandre decise di stabilirsi a Nha Trang, in Vietnam, dove aveva già acquistato case e terreni; la sua idea era quella di creare un vaccino contro la peste. Costruì così un laboratorio dove accolse topi, cavie, scimmie e conigli. In una fattoria poco lontana mise cavalli, buoi e bufali, assumendo anche un veterinario per curare gli animali, il dottor Pesas.

Nell’estate del 1895 Yersin venne richiamato con urgenza a Parigi, perché all’Istituto Pasteur non riuscivano a creare il vaccino! Fu il Governo Francese stesso che gli fece la richiesta, perché giustamente le autorità erano spaventate dalla presenza della peste, solo assopita entro quelle fiale, poste nel cuore di Parigi! I timori erano: lo sbaglio di un laboratorista, l’atto di uno squilibrato, l’attacco di un gruppo estremista, che avrebbero potuto diffondere il flagello e resuscitare la peste nera nel XV arrondissement, sterminando la popolazione di Parigi.

E Alexandre si mise al lavoro alacremente ed in sequenza immunizzò il topo, poi la cavia, poi il coniglio e il cavallo, che formavano anticorpi contro la peste permettendo la creazione del vaccino anti peste! Rimaneva solo un ultimo passo: provare il vaccino sull’uomo. Yersin infatti scrive: «Queste esperienze sulla sieroterapia meritano dunque di essere proseguite. Se i risultati ottenuti sugli animali continuano a essere soddisfacenti, sarà il momento di tentare di applicare all’uomo lo stesso metodo di prevenzione e di trattamento contro la peste.»

Nel 1896 andò a Canton, dove la peste aveva ucciso circa 150.000 persone su una popolazione di 2 milioni ed incontrò il console di Francia per concordare i permessi per la sperimentazione umana. Questi mise in guardia lo scienziato circa l’odio che aveva la popolazione cinese verso i coloni europei. Pertanto, trattandosi di un siero testato unicamente sui cavalli, era necessario che la prima iniezione fosse eseguita in massimo segreto per scongiurare il pericolo di una rivolta in caso di insuccesso.

L’occasione si presentò con un diciottenne cinese, di nome Tisé, giovane seminarista, il quale manifestava da giorni gravi sintomi della malattia. Yersin gli iniettò il vaccino e lo vegliò tutta la notte, la mattina seguente il giovane stava già meglio; la guarigione fu più che immediata, i sintomi si attenuarono dopo meno di 24 ore dall’inoculazione. Yersin è il primo medico a guarire un appestato, anche se non aveva la maschera nera con il becco lungo!

Mentre i premi Nobel cadevano a pioggia sull’Istituto Pasteur, per l’uomo che ha sconfitto la ‘morte nera’ nessun riconoscimento scientifico, una vera ingiustizia!

Ritorno a Nha Trang

Al ritorno nella città di Nha Trang, Yersin si dedicò alle molteplici attività, che lo avevano sempre interessato: chimica, veterinaria, astronomia ed agronomia. Progettò e fece costruire una casa a pianta quadrata, nella quale distribuì al piano terra le cucine, al primo le camere da letto, nell’ultimo piano studio e la biblioteca e sul tetto una cupola astronomica. Intraprese anche il progetto di costruzione di una sede dell’Istituto Pasteur terminato nel 1905.

Nel 1902 venne inaugurato l’ospedale di Hanoi e la direzione generale dell’ospedale fu affidata a Yersin. Egli si occupò del reclutamento del personale, dell’organizzazione dei programmi su modello francese e tenne le lezioni dei corsi di fisica, chimica ed anatomia. Acquistò anche la concessione di 500 ettari di terreno da destinare in parte alla coltivazione di caffè e avena, e in parte al pascolo di centinaia di capi di buoi, mucche, cavalli, pecore e capre. La produzione sia animale che vegetale era utilizzata oltre che per il proprio sostentamento, per le ricerche scientifiche.

Una delle attività particolari che più lo attrasse fu la coltivazione di Hevea brasiliensis, la gomma naturale. Aveva iniziato con una coltivazione di un centinaio di ettari, poi negli anni successivi raggiunse i 300 ettari, con una produzione di due tonnellate di lattice al mese.  Era uno dei fornitori dell’azienda Michelin. Acquistò anche dalla Francia la sua prima automobile una Serpollet da 5 CV che raggiungeva i 25 km/h!

Nel 1934, dopo la morte dell’amico Roux venne nominato direttore onorario dell’Istituto Pasteur di Parigi, dove dovrà recarsi ogni anno per presiedere l’assemblea generale.

Alexandre Yersin morì il 28 febbraio 1943 nella sua amata Nha Trang, a causa di un ictus cerebrale. La sua tomba, che si trova nella città, riporta semplicemente nome, anno di nascita e anno di morte, ma è diventata il principale sito di pellegrinaggio vietnamita. La popolazione locale lo considerava un Savant, una divinità buona, che li aveva sempre curati, amati e aveva dato loro campi e animali per il loro sostentamento.

 

Per approfondire: Evolve or die