All’origine della variablità genetica umana

Davvero interessante un articolo di Nature (“Analysis of 6,515 exomes reveals the recent origin of most human protein-coding variants“) che illustra quanto stiano cambiando le conoscenze quantitative precise sulla variabilità che coinvolge ad ogni generazione il genoma umano. Oggi che diventa sempre più economico il sequenziamento individuale, finalmente cominciano ad arrivare dati che permettono di avere stime reali sul tasso

Davvero interessante un articolo di Nature (“Analysis of 6,515 exomes reveals the recent origin of most human protein-coding variants“) che illustra quanto stiano cambiando le conoscenze quantitative precise sulla variabilità che coinvolge ad ogni generazione il genoma umano.

Oggi che diventa sempre più economico il sequenziamento individuale, finalmente cominciano ad arrivare dati che permettono di avere stime reali sul tasso delle mutazioni casuali che compaiono ad ogni generazione. Certo questi dati ci permetteranno di abituarci ad accettare senza traumi il ruolo importante del caso nel creare novità; che spesso sono negative, raramente positive e talvolta neutre.

I ricercatori hanno analizzato su 6.500 DNA idividuali anche il periodo di comparsa di 1.146.000 mutazioni che coivolgono solo un unico nucleotide. Sembra che l’86% delle mutazioni che si sospettano negative siano comparse nel periodo degli ultimi 5.000/10.000 anni, nel corso dell’espansione della popolazione umana.

Da L’Antievoluzionismo in Italia, blog di Daniele Formenti