Antropologia della credenza

No, qui non si tratta di mobili, ma di come e cosa due dei più diffusi “oggetti del contendere” del dibattito scientifico contemporaneo abbiamo in comune. Qui sotto potete vedere uno schemino, in cui Agw è l’acronimo di Anthropogenic global warming: – No Agw – No evoluzione = negazionisti/creazionisti– Sì Agw – No evoluzione = serristi/creazionisti– No Agw – Sì

No, qui non si tratta di mobili, ma di come e cosa due dei più diffusi “oggetti del contendere” del dibattito scientifico contemporaneo abbiamo in comune. Qui sotto potete vedere uno schemino, in cui Agw è l’acronimo di Anthropogenic global warming:

– No Agw – No evoluzione = negazionisti/creazionisti
– Sì Agw – No evoluzione = serristi/creazionisti
– No Agw – Sì evoluzione = negazionisti/scientisti
– Sì Agw – Sì evoluzione = razionalisti

La prima casella della classificazione è molto diffusa. Sono coloro che ritengono che il riscaldamento globale non sia responsabilità dell’uomo, e che l’evoluzione sia (al più) solo una teoria. In questo caso, come in ogni altro della tabella, ci sono sfumature più o meno nette. Alcuni potrebbero pensare all’evoluzione come una manifestazione del divino – un mezzo con cui dio ha condotto la creazione all’uomo. O al riscaldamento globale come un semplice periodo della storia della Terra, esistente ma non da ascrivere alle attività dell’uomo. Ma altri ritengono che quest’ultimo non esista e che la Terra abbia seimila anni.
 
Alla seconda categoria appartengono coloro che negano il riscaldamento di origine umana ma accettano l’evoluzione come dato di fatto da non discutere neppure. Li ho definiti negazionisti/scientisti perché, pur afferrando i complessi concetti dell’evoluzione per selezione naturale, rifiutano di prendere in considerazione i più semplici dati a supporto del riscaldamento globale. Sono per certi versi i più sorprendenti, perché l’atteggiamento razionale che li contraddistingue davanti all’evoluzione e alle sue conseguenze è completamente dimenticato quando si parla di global warming.

La categoria dei serristi/negazionisti è decisamente la più curiosa. E l’unica persona che mi sembra possa rientrare in essa è il papa; che parla spesso degli abusi dell’uomo sulla natura e nega che l’evoluzione per selezione naturale si possa applicare all’uomo.
 
L’ultima categoria è costituita da coloro che ragionano sui dati e solo sui dati, e accettano la realtà dell’una e dell’altra cosa. Parleremo anche di questa.

Se la classificazione è facile e automatica, non altrettanto la spiegazione delle ragioni per cui ogni taxon esiste. Visto che della categoria serristi/creazionisti fa parte una sola persona, non è proprio il caso di parlarne; le sue motivazioni possono essere diverse e anche parecchio contorte.

Il no all’evoluzione viene essenzialmente da motivazioni religiose; con un curioso twist, però. Al di là del rifiuto dai dati (i fossili non provano niente, la genetica non dice nulla, gli alberi filogenetici sono un caso, il caso stesso non può aver generato la complessità, l’evoluzione va contro la seconda legge della termodinamica e via cantando) la motivazione principale è che l’uomo non può discendere dalle scimmie, che siamo troppo “evoluti” e quindi decisamente diversi dal resto del regno animale e dalla natura (il concetto di scala naturae spinto al massimo). Da questo ne discende anche che un processo essenzialmente cieco NON può coinvolgerci. Noi dobbiamo essere frutto di un pensiero, di un logos che ci ha pensato e ha dato ordine al mondo; e quindi l’evoluzione, che ci ricaccia in pieno nella natura il cui ordine e senso facciamo fatica a capire, non può essere vera. Se vogliamo, è una concezione superomistica (a modo suo) che costruisce un muro tra noi e le altre specie.

Quello che mi interessa è quello che ho chiamato curioso twist. Cioè il fatto che una specie costruita a immagine e somiglianza di…(mettere qui la divinità voluta) NON PUO’ SBAGLIARE. Sarebbe contraddittorio (e in certi momenti il cervello umano sta molto attento alle contraddizioni) dire che siamo perfetti ma facciamo errori. E il riscaldamento globale è il classico esempio di errore di gestione. Se Dio o chi per esso ci ha dato in gestione il pianeta (da dominare e soggiogare) non è possibile che stiamo mandandolo a catafascio in questo modo così stupido, bruciando petrolio. Un essere quasi perfetto non lo fa. Ed ecco che si riempie anche la casella della negazione del cambiamento climatico. Non è infatti strano che chi sostiene più veementemente il no a entrambe le teorie sia la destra religiosa statunitense. Che unisce le due visioni del mondo in una sola concezione univoca e parecchio coerente; siamo “superiori” e quasi perfetti, quindi NON siamo parte della natura, e non possiamo sbagliare nella gestione del pianeta.

Quello che risulta difficile da spiegare è la posizione degli scettici puramente e unicamente verso il riscaldamento globale; pensano cioè che l’evoluzione sia un fatto, spiegato dalla selezione naturale e da altri fatti (drift, effetto del fondatore, estinzioni eccetera) ma storcono il naso davanti a coloro che si dimostrano sicuri che il riscaldamento del pianeta sia dovuto all’uomo. Non alzano mai la voce, almeno non come i negazionisti più accesi, ma non si dimostrano mai del tutto convinti. Io credo che la causa profonda di questo atteggiamento non sia diversa da quella degli antievoluzionisti; cioè quello che si potrebbe definire orgoglio di specie, che impedisce loro di leggere a fondo i dati (spesso gli scettici hanno anche una buona preparazione scientifica) e che non permette loro di essere convinti con la parte più razionale del cervello. Il ragionamento inconscio potrebbe essere che siano stati così bravi da andare sulla Luna e svelare alcuni dei trucchi più noti con ci si ingannano i creduloni, perché non saremmo in grado di controllare il clima. Le capacità tecniche della specie sono innegabili, insomma, ma niente dice che si debbano estendere anche alle capacità “scientifiche” nel senso più lato del termine. Fatte le debite proporzioni e andando al di là dell’aneddotica, è una spiegazione anche del fatto che molti, moltissimi oppositori del global warming sono ingegneri. Così come lo sono molti oppositori dell’evoluzione mi vien da pensare.

Alcuni esempi di questo atteggiamento sono nel sito della Skeptics society, in cui accanto a conferenze di Gould e Diamond si trovano pubblicità al libro Superfreakonomics, già molto stigmatizzato dagli esperti di climatologia, e una conferenza del noto antiambientalista Biorn Lomborg. Oppure la dichiarazione di James Randi di qualche settimana fa sul global warming revisited (l’ha successivamente ritrattata, in maniera piuttosto goffa). Anche i negazionisti/scientisti, insomma, si sentirebbero sminuiti da questa “accusa”. Come ho già detto, la spiegazione potrebbe essere semplicistica, ma quello che ho cercato di fare è ricercare UNA sola causa negli atteggiamento presenti nella tabella.

Tratto da Leucophaea (Parte I, Parte II), il blog di Marco Ferrari

Fonte dell’immagine: Wikimedia Commons