Avete mai visto elefanti senza zanne? La selezione indotta dalle guerre potrebbe renderli sempre più frequenti

In Mozambico, nel Gorongosa National Park, gli elefanti sono più femmine che maschi, e la maggior parte sono senza zanne: perché?

Oggi in Mozambico il numero di elefanti senza zanne è cinque volte superiore al numero di quelli con le zanne. Secondo un recente studio pubblicato su Science e guidato dal biologo evolutivo Shane Campbell-Staton (Università di Princeton) questo dipenderebbe dallo sfruttamento dell’avorio ricavato dalle zanne degli elefanti del Gorongosa National Park, per finanziare la guerra civile tra il 1976 e il 1992 ed altre attività di lotta armata negli anni precedenti. Gli autori sono partiti dallo studio dei fenomeni in grado di trasformare così radicalmente una popolazione, e questi sembrerebbero di tipo evolutivo.

Selezione innaturale

È possibile che l’aumento di elefanti senza zanne non sia avvenuto casualmente. Per testare questa ipotesi, nell’articolo si confrontano scenari simulati di diverse dinamiche di popolazione, a partire dal 1972. Guardando i risultati, la condizione attuale sarebbe spiegabile solamente nello scenario che prevede una forte selezione a favore degli individui senza zanne, materia prima da cui ricavare l’avorio. Privi di questa risorsa e quindi meno richiesti dai bracconieri, questi individui avrebbero una maggiore probabilità di sopravvivenza e di riprodursi rispetto agli esemplari con le zanne.

Questo suggerirebbe che l’assenza di zanne sia forse un tratto ereditabile. Nello stesso periodo, oltre al declino della popolazione totale, i ricercatori evidenziano uno sbilanciamento nel numero di maschi e femmine (il sex ratio), con molti meno maschi rispetto alla media. Inoltre, le femmine senza zanne nate dopo la guerra sono aumentate del 30% circa rispetto al 1972.

Perché ci sono più femmine senza zanne?

A partire da queste osservazioni, gli autori hanno ipotizzato che questo tratto possa essere collegato a dei geni del cromosoma X, che quando presente in duplice copia determina il sesso femminile nei mammiferi. Tra i geni del cromosoma X candidati vi è un gene coinvolto nella resistenza dei denti incisivi laterali mascellari, che negli elefanti sono proprio le zanne. Questa ipotesi però, da sola, non sarebbe sufficiente a spiegare la situazione. Attraverso un’analisi statistica, si è visto che la variazione del sex ratio dipenderebbe anche da un effetto letale per i maschi, legato al carattere “senza zanne” nel cromosoma.

Questo confermerebbe le osservazioni iniziali: pochi elefanti maschi con le zanne e tante femmine che ne sono sprovviste. Alla luce di ciò, Campbell e colleghi sostengono che sia stata la caccia degli esemplari con grandi zanne a causare una diretta diminuzione della popolazione complessiva e uno sbilanciamento nella distribuzione di specifiche varianti di alcuni geni nella popolazione, il cui effetto più visibile è stato un incremento considerevole di femmine senza zanne.

I problemi ambientali sono legati a quelli sociali

A questo punto, è molto importante evidenziare che per poter ridurre il bracconaggio serve un urgente miglioramento delle condizioni socio-economiche nei paesi dell’Africa sub-sahariana, che porti all’utilizzo di altre risorse, diverse dall’avorio, in modo da consentire una maggior tutela dell’ambiente e delle specie protette. Ciò nonostante, purtroppo, le conseguenze dell’intervento umano potrebbero essere solo parzialmente reversibili e, come spesso accade, dopo prolungati squilibri nelle dinamiche delle popolazioni naturali, non è scontato che si riesca a tornare alle condizioni iniziali.

Il futuro per queste popolazioni è impossibile da prevedere, ma ci sono segnali incoraggianti: le azioni di salvaguardia di enti come la African WIldlife Foundation (2), hanno visto la stabilizzazione o l’incremento delle popolazioni di elefanti in paesi come il Kenya. Risultato ottenuto grazie all’addestramento di rangers ed “eco-guardie” preposte al monitoraggio e controllo delle diverse aree di protezione di questi animali. Infine, secondo il rapporto di Globescan Incorporated dell’aprile 2021 effettuato su un campione di possibili acquirenti e commissionato dal WWF e da TRAFFIC, la domanda estera di avorio è in lenta ma progressiva diminuzione. Grazie anche al bando internazionale avvenuto quattro anni fa, si è registrata una riduzione nell’acquisto di zanne d’avorio del 16% dal 2017 al 2021 in paesi come la Cina, tra i principali mercati interessati all’avorio africano.

Riferimenti:

Campbell-Staton, S. C., Arnold, B. J., Gonçalves, D., Granli, P., Poole, J., Long, R. A., & Pringle, R. M. (2021). Ivory poaching and the rapid evolution of tusklessness in African elephants. Science. Retrieved from https://www.science.org/doi/10.1126/science.abe7389 

Immagine: Elephant voices via AP