Chi dorme non piglia… parassiti

Brian T. Preston del Max Planck Institute for Evolutionary Anthropology ed il suo team di ricercatori hanno effettuato un’indagine incentrata sulla funzione adattativa che il sonno potrebbe assumere per i mammiferi e si sono focalizzati in particolar modo su come la durata di questo abbia acquistato un ruolo fondamentale nella difesa degli animali dalle infezioni parassitarie. Considerando che la durata

Brian T. Preston del Max Planck Institute for Evolutionary Anthropology ed il suo team di ricercatori hanno effettuato un’indagine incentrata sulla funzione adattativa che il sonno potrebbe assumere per i mammiferi e si sono focalizzati in particolar modo su come la durata di questo abbia acquistato un ruolo fondamentale nella difesa degli animali dalle infezioni parassitarie.

Considerando che la durata del sonno per questa classe tassonomica può variare dalle 3 alle 20 ore a seconda della specie, gli studiosi hanno compiuto i loro esperimenti nei confronti di diverse specie di mammiferi basandosi su tre criteri: la variazione nella durata del sonno, la difesa immunitaria come investimento determinante un vantaggio in termini di fitness e le infezioni parassitarie. Per misurare il grado di immunocompetenza sono stati considerati e conteggiati cinque tipi di leucociti presenti nel sistema circolatorio periferico; questa analisi ha confermato l’ipotesi che le specie caratterizzate da una maggiore durata del sonno possiedono un numero superiore di leucociti nel sangue, cosa che si è verificata per ben quattro dei cinque tipi di leucociti esaminati.

Lo studio ha poi preso in considerazione il ruolo delle principali fasi del sonno: NREM (non rapid eye movement) e REM (rapid eye movement) ed il loro contributo al miglioramento della funzione immunitaria. Anche in questo caso, all’aumento delle ore di sonno effettive corrisponde ad un’elevata presenza di leucociti nel sangue.

La fase finale dell’indagine ha avuto l’obiettivo di stabilire se la durata del sonno può realmente tradursi in una concreta resistenza dell’apparato immunitario contro le infezioni parassitarie di micro e macroparassiti tipici delle popolazioni di mammiferi. Anche in questo caso si è notato come le specie che esibiscono una maggiore durata del sonno hanno rafforzato il proprio sistema immunitario e sono così diventati ospiti difficilmente attaccabili da parte dei parassiti in questione.

Tutte le nozioni apprese finora sono collegabili al fatto che quando gli animali si trovano in fase di veglia devono essere pronti a fronteggiare la costante ricerca di cibo, di un compagno per la riproduzione e devono occuparsi della prole, tutte azioni che comportano un enorme consumo energetico. È qui che il sonno gioca il suo ruolo ragguardevole, perché questo momento essenziale della giornata consente agli animali di non spendere energie, e di poter “ricaricare” il proprio sistema immunitario per un guadagno in termini di fitness che gli consentirà di compiere tutte quelle funzioni necessarie alla loro sopravvivenza e che necessitano di uno stato di “buona salute”.

Lo studio porta a risultati importanti che rivelano come la resistenza ai parassiti sia correlata alle ore di sonno effettive e sottolinea il ruolo del sonno come possibile promotore delle difese immunitarie. Non ci resta che dire: “dormite tanto e guadagnateci in salute!”.

Barbara Caselli

Riferimenti:
Brian T Preston, Isabella Capellini, Patrick McNamara, Robert A Barton, Charles L Nunn. Parasite resistance and the adaptive significance of sleep; BMC Evolutionary Biology 2009, 9:7 doi:10.1186/1471-2148-9-7.

Fonte dell’immagine: Wikimedia Commons