Cince more: infedeltà e successo dei maschi anziani

La cincia mora (Parus ater) è un piccolo uccello appartenente all’ordine Passeriformes che vive nelle foreste di conifere di Europa e Asia e si riproduce due volte all’anno, una in maggio e una in giugno (specie bivoltina). E’ una specie che pratica un sistema socio-sessuale monogamo, con le coppie riproduttive che si mantengono stabili con il passare degli anni. Tuttavia,

La cincia mora (Parus ater) è un piccolo uccello appartenente all’ordine Passeriformes che vive nelle foreste di conifere di Europa e Asia e si riproduce due volte all’anno, una in maggio e una in giugno (specie bivoltina). E’ una specie che pratica un sistema socio-sessuale monogamo, con le coppie riproduttive che si mantengono stabili con il passare degli anni. Tuttavia, questa monogamia è solo apparente e non effettiva (monogamia sociale), in quanto i maschi, dopo essersi accoppiati con la propria compagna, vanno in cerca di altre femmine da inseminare. In questo modo, aumentano il numero della propria prole, e quindi la propria fitness, senza dover elargire alcuna forma di cura parentale.

Un gruppo di ricercatori dell’Università di Bonn ha messo in evidenza come questo comportamento sia molto più vantaggioso per i maschi più vecchi, piuttosto che per quelli alla prima stagione riproduttiva. Gli etologi hanno infatti prelevato campioni di DNA (DNA fingerprinting) da 200 coppie di cince more e dai propri nidiacei, riuscendo ad individuare quali fossero i genitori bioogici di ciascun pulcino, con un basso margine di errore.

Dall’analisi, pubblicata sulla rivista Behavioral Ecology, viene confermata la non monogamia della specie, in quanto all’interno di ogni nidiata sono presenti pulcini nati da copula extra-coppia. Infatti, un nidiaceo su tre presenta un padre esterno alla coppia. In particolare, però, lo studio evidenzia come i maschi più vecchi traggano vantaggio da questi accoppiamenti: gli individui alla prima stagione riproduttiva aumentano il proprio numero di figli mediamente di soli 0,3 pulcini, mentre i maschi anziani di 2 pulcini per stagione, ma i risultati non indicano quale sia la perdita di pulcini propri all’interno del prorpio nido. I ricercatori hanno ripetuto l’esperimento per due anni consecutivi, per valutare possibili perturbazioni esterne, ottenendo i medesimi risultati.

Ma perchè le femmine dovrebbero preferire proprio i maschi più vecchi? La risposta potrebbe essere ricercata nel fatto che maschi più anziani sono stati in grado di sopravvivere a lungo, riuscendo a trovare cibo a sufficienza, evitare i predatori, contenere i parassiti e superare con successo l’inverno, abilità non ancora dimostrate dagli individui giovani. Alla base di questo successo potrebbe esserci una forte componente genetica, quindi ereditabile e per questo appetita dalle fammine, che per la propria prole vogliono i geni migliori.

In questo modo, i maschi anziani possono andare in cerca di copule extra-coniugali senza temere che le proprie compagne accettino di accoppiarsi con altri maschi, a meno che non siano altrettanto prestanti, incrementando notevolmente la propria fitness. I giovani, invece, potrebbero solo essere svantaggiati da un simile comportamento: infatti, verrebbero respinti dalla maggioranza delle femmine, mentre le loro compagne si stanno accoppiando con un maschio più vecchio ed esperto, che lascerà a loro il compito di allevare i propri pulcini con notevole dispendio di tempo ed energie.

Andrea Romano

La foto è tratta da Wikimedia Commons.