Come i cambiamenti climatici hanno modificato la cultura umana

L’uomo, con le sue attività, sta influenzando i cambiamenti climatici. Ma c’è stato un momento nella storia evolutiva della nostra specie in cui furono le oscillazioni del clima a modificare i comportamenti umani, andando ad influenzare la cultura del tempo. Sulle pagine della rivista Proceedings of the National Academy of Sciences, infatti, si legge che in corrispondenza dei cambiamenti climatici

L’uomo, con le sue attività, sta influenzando i cambiamenti climatici. Ma c’è stato un momento nella storia evolutiva della nostra specie in cui furono le oscillazioni del clima a modificare i comportamenti umani, andando ad influenzare la cultura del tempo.

Sulle pagine della rivista Proceedings of the National Academy of Sciences, infatti, si legge che in corrispondenza dei cambiamenti climatici del Quaternario si assiste ad una complessa modificazione delle abitudini delle popolazioni umane, come indicato dai resti paleoarcheologici. Lo studio ha preso in considerazione esclusivamente le testimonianze di insediamenti umani localizzati in Nord America, una delle regioni maggiormente interessate dalle glaciazioni e dai successivi periodi di scioglimento di ghiacci, ed ha condotto analisi paleoecologiche (pollini e vegatazione fossile) e datazioni al radiocarbonio.

Dai risultati emerge che i periodi di grossi cambiamenti culturali (valutati come modificazione, ad esempio, delle tecniche di lavorazione degli utensili in pietra o l’introduzione di innovazioni, come gli ami da pesca) e demografici (valutata come dimensione e numero di insediamenti rinvenuti in un dato periodo di tempo) cadono proprio a ridosso dei quattro momenti di principale transizione climatica degli ultimi 12.000 anni.

Una delle principali conseguenze delle modificazioni climatiche fu il cambiamento della distribuzione e della composizione delle foreste, alterando la disponibilità e soprattutto la predittibilità delle risorse. Questo portò alla necessità di introdurre innovazioni tecnologiche per poter raccogliere più efficacemente il cibo e conservarlo meglio e, successivamente, alla transizione ad una vita sempre più sedentaria, che coincise con un incremento demografico al momento in cui iniziò la coltivazione del mais.

Future ricerche in altre regioni del mondo, con diverse caratteristiche ambientali e con una storia climatica differente, concludono i ricercatori, potranno effettivamente fornire un’idea chiara di come e con quale intensità le modificazioni climatiche hanno contribuito alle transizioni culturali umane.

Andrea Romano

Riferimenti:
Samuel E. Munoz, Konrad Gajewski, Matthew C. Peros, Synchronous environmental and cultural change in the prehistory of the northeastern United States, PNAS, Published online before print December 6, 2010, doi: 10.1073/pnas.1005764107