Consigli di lettura – inverno 2016

Regalate e/o regalatevi….un libro! Eccoci al consueto appuntamento con le nostre segnalazioni pre-natalizie per l’acquisto/lettura di libri sull’evoluzione

La descrizione del contenuto, se non espressamente citata, proviene dai siti web visitati (editori, aggregatori di libri, cataloghi). Non potendo accedere al contenuto di tutti i volumi segnalati  la valutazione finale della qualità e valore di ciascuno di essi è rimessa al lettore. Nonostante il nostro sforzo di selezionare il meglio del panorama editoriale può succedere di approvare titoli che non soddisfano per molti motivi gli interessi dei lettori. Ce ne scusiamo in anticipo.

In allegato l’elenco con tutte le descrizioni e le copertine. 
consigli-di-lettura-dicembre2016

SOMMARIO

EVOLUZIONE UMANA E ANTROPOLOGIA
EVOLUZIONE
ETOLOGIA
EVOLUZIONE E FILOSOFIA
ORIGINI ED EVOLUZIONE DELLA VITA
BONCINELLIANA
GENETICA
EVOLUZIONEE SCIENZA PER I PIU’ PICCOLI
EVOLUZIONE E MEDICINA
BOTANICA
GENETICA
ALTRE PUBBLICAZIONI
RISTAMPE
PROSSIME PUBBLICAZIONI, ANNUNCI IN CANTIERE, ANTICIPAZIONI
 

EVOLUZIONE UMANA E ANTROPOLOGIA

Homo sapiens. Le nuove storie dell’evoluzione umana
Telmo Pievani
Libreria Geografica, pag. 224
Seguiamo i sentieri dei primi Homo sapiens, le loro espansioni, le convivenze tra forme umane differenti perdurate fino a poche migliaia di anni fa in tutto il Vecchio Mondo e poi la nostra specie rimanere sola, diffusa ovunque. È una storia che ci insegna la dimensione spaziale e geografica dell’evoluzione, e il carattere al contempo unitario e molteplice della nostra specie. Queste ricostruzioni sono il frutto dell’elaborazione dei dati più recenti emersi dal programma scientifico interdisciplinare che ha saputo unire le evidenze molecolari (comparazioni genetiche e studi sul DNA antico), le prove paleontologiche, gli indizi sulle parentele linguistiche e le ricostruzioni archeologiche dell’evoluzione culturale

Perché solo noi. Linguaggio ed evoluzione
Robert C. Berwick, Noam Chomsky
Bollati Boringhieri. Collana Saggi, Scienze, pag. 188
Solo noi possediamo lo strano oggetto biologico chiamato «linguaggio». Noi e nessun’altra specie animale, compresi i primati non umani, visto che uno scimpanzé non sfiora neppure le capacità sintattiche di un bambino di tre anni. Il linguaggio è l’unicità più intrigante ed enigmatica in cui si sia mai imbattuto chi studia l’animale uomo, quella che ha avuto effetti incalcolabili sulla nostra vicenda. Da lungo tempo stuoli di scienziati delle più varie discipline e dei più diversi orientamenti sono alla ricerca delle sue origini; un’avventura intellettuale in cui si incrociano spade e si mettono in campo saperi sofisticati, sempre di nuovo riarmati in una tenzone senza fine. Un vero rovello soprattutto per l’evoluzionismo, alle prese con un «salto» che ne sfidava la tradizionale impostazione gradualistica. Oggi però molto è cambiato, perché negli ultimi venticinque anni abbiamo appreso sulle basi neurofisiologiche e genetiche del linguaggio più che nei secoli precedenti, mentre i biologi evoluzionisti sono approdati, con strumenti matematici, a interpretazioni stocastiche del cambiamento evolutivo. Dall’analisi di queste risultanze ripartono Noam Chomsky, supremo teorico della grammatica universale innata, e il linguista computazionale Robert Berwick, tra i maggiori studiosi dell’apprendimento vocale negli uccelli canori. La loro tesi, insieme evoluzionistica e discontinuistica, è un punto di arrivo nel dibattito sull’argomento: il linguaggio sarebbe un’acquisizione recente, ossia databile all’incirca a 80000 anni fa, quando, in una stretta finestra temporale, un gruppo di ominidi africani subì un piccolo ricablaggio del cervello che consentì le operazioni fondamentali del pensiero, in seguito esternalizzate attraverso il sistema sensomotorio. Come strumento interno per il pensiero, dunque, e non per necessità di comunicazione – ritenuta insufficiente a esercitare un’adeguata pressione selettiva – avremmo prodotto la strabiliante capacità di assemblare gerarchicamente la struttura sintattica, esclusiva di noi umani.

La specie imprevedibile. Che cosa rende unici gli esseri umani
Philip Lieberman
Carocci. Collana Frecce, pag. 288
Come si è evoluto il nostro cervello per sviluppare caratteristiche quali la flessibilità cognitiva, la capacità d’innovazione e imitazione? Uno dei maggiori scienziati cognitivi a livello internazionale, sfruttando le più innovative ricerche nell’ambito della genetica, dell’antropologia, dell’anatomia comparata e delle neuroscienze, traccia una linea argomentativa che critica gli assunti fondamentali di autori come Fodor, Chomsky e Hauser su mente, linguaggio e morale. Lieberman offre, quindi, un paradigma alternativo che, poggiando sui principi dell’evoluzione darwiniana, vede nelle caratteristiche dell’organismo umano e nelle interazioni con l’ambiente le basi del linguaggio e della variabilità culturale.

Gli africani siamo noi. Alle origini dell’uomo
Guido Barbujani
Laterza. Collana I Robinson Letture, pag. 137
Non bisognerebbe affrontare le sfide del Ventunesimo secolo con l’armamentario concettuale e ideologico del Settecento, ma succede. La convivenza fra persone di provenienze diverse, portatrici di diverse esperienze, stili di vita e convinzioni, pone problemi complessi. Per una curiosa reazione, molti invocano soluzioni illusoriamente semplici – fili spinati, muri, quote di immigrati, fogli di via – rispolverando vecchissime teorie sull’insanabile differenza razziale fra popoli del nord e del sud. Questo testo cerca, al contrario, di stimolare qualche ragionamento. Prima di tutto, sulle responsabilità di molti scienziati nel fornire giustificazioni di comodo per lo schiavismo e il colonialismo; e poi su quanto le teorie della razza, che pure hanno generato sofferenze e conflitti enormi e reali, si siano rivelate irrealistiche, incoerenti e incapaci di farci comprendere la natura delle nostre differenze. “Gli africani siamo noi” racconta anche un po’ delle cose che abbiamo capito da quando la biologia ha abbandonato il paradigma razziale: parla di come nel nostro genoma restino tracce di lontane migrazioni preistoriche; e anche di come forme umane diverse, forse specie umane diverse, si siano succedute e abbiano coesistito, finché sessantamila anni fa i nostri antenati, partendo dall’Africa, si sono diffusi su tutto il pianeta.

Italiani. Come il DNA ci aiuta a capire chi siamo
Giovanni Destro Bisol, Marco Capocasa
Carocci. Collana Città della scienza, pag. 140
Ma noi italiani chi siamo? È una domanda che nasce da due bisogni connaturati alla natura umana: definire una nostra identità e sentirci parte, al tempo stesso, di una comunità. Gli autori offrono ai lettori una risposta lontana dagli stereotipi correnti, guardando con attenzione ai segni lasciati nel nostro DNA dagli eventi passati senza perdere di vista i contesti storici e culturali. Ne scaturisce una nuova chiave di lettura che mette in evidenza l’analogia tra la variabilità della genetica e quella delle lingue parlate dagli italiani. Tenendo insieme informazione scientifica e attualità sociale, il libro affronta i temi dell’identità e della diversità anche in relazione ai cambiamenti demografici in atto nel nostro paese.

Il vero pianeta delle scimmie. Una nuova storia delle origini dell’uomo
David R. Begun
Hoepli, pag. 265
Darwin aveva torto nel collocare in Africa le nostre origini? Il vero pianeta delle scimmie sostiene provocatoriamente che le grandi scimmie svilupparono in Europa e non in Africa le caratteristiche fondamentali della stirpe umana: mani abili e cervello di grandi dimensioni. In questo libro, appassionante e accessibile, David Begun, uno dei maggiori paleoantropologi viventi, trasporta il lettore in epoche remote, quando la Terra era abitata da molte specie di grandi scimmie migranti. Basandosi sulle ultime straordinarie scoperte di reperti fossili e sulla propria esperienza sul campo, maturata nel corso di spedizioni in Europa e Asia, Begun traccia una storia evolutiva mozzafiato di grandi scimmie ed esseri umani. Racconta come uno dei membri più antichi del nostro gruppo evolutivo – un nuovo tipo di primate chiamato Proconsul – si sia evoluto da una condizione simile a quella dei lemuri nelle foreste primordiali d’Africa. Begun descrive a colori forti come, nel corso di dieci milioni di anni, questi ominoidi si siano diffusi in Europa e in Asia, diventando abili arrampicatori con comportamenti sospensori, sviluppando tempi di crescita più lunghi e cervelli di maggiori dimensioni e preparando così il terreno per l’avvento degli esseri umani. Con il peggioramento del clima in Europa, circa dieci milioni di anni fa, queste grandi scimmie morirono o migrarono verso sud, invadendo di nuovo il continente africano e dando vita alle stirpi di gorilla, di scimpanzé e, alla fine, di esseri umani. Grazie a una nuova, sorprendente interpretazione dei nostri antenati fossili, Il vero pianeta delle scimmie cambia radicalmente la comprensione delle nostre origini.

EVOLUZIONE

Evoluzione. La storia completa
Steve Parker (a cura di)
Atlante, pag. 576
Dai microrganismi agli animali superiori, dalle prime, elementari forme di vita al trionfo della biodiversità, “Evoluzione: la storia completa” passa in rassegna alcune delle maggiori specie e dei gruppi più importanti comparsi sulla Terra per effetto di mutamenti morfologici e funzionali di carattere ereditario. Se l’origine della vita è ancora per molti versi un mistero, le sue prime testimonianze fossili risalgono a tre miliardi di anni fa, quando sul pianeta si svilupparono cellule primordiali in grado di autoreplicarsi. Tra i primi organismi viventi, i batteri furono in grado di modificare sensibilmente l’ambiente naturale, rendendolo adatto alla proliferazione delle specie successive. Da allora la vita si è diffusa in tutto il mondo e negli habitat più diversi, dai torridi deserti alle lande ghiacciate, dagli abissi oceanici fino alla cima delle montagne. Un secolo e mezzo fa Charles Darwin pubblicava “L’origine delle specie”, un’opera capitale che assegnava alla selezione naturale il compito di accogliere i mutamenti e diversificare gli organismi in funzione dell’adattamento all’ambiente. Lo scandalo suscitato dal libro di Darwin, che includeva l’uomo tra le specie animali frutto della selezione naturale, è ormai sopito, tuttavia rimane lo sconcerto e la meraviglia di fronte all’infinita varietà delle forme di vita, vegetali e animali, e allo spettacolo grandioso che, nel suo insieme così come nei minimi particolari, la natura presenta ogni giorno.

Pianeta Terra. Una storia non finita
Autori: Carlo Doglioni, Silvia Peppoloni
Il Mulino, pag. 160
Dallo stadio iniziale, caldissimo, circa 4,56 miliardi di anni fa, la Terra si sta lentamente raffreddando. Il rapporto che la lega all’uomo si fa ogni giorno più intenso: crescita demografica e sviluppo tecnologico richiedono un maggiore sviluppo delle fonti energetiche e un aumento dell’approvvigionamento di acqua e cibo. Capire come funziona il nostro pianeta è indispensabile per poterne utilizzare le risorse in modo sostenibile e per difendersi dai rischi naturali.

Il torcicollo della giraffa. L’evoluzione secondo gli abitanti della savana
Léo Grasset
Dedalo , pag. 152
Perché le giraffe hanno un collo così lungo e le zebre hanno le strisce? Che nesso c’è tra una folla di tifosi e un branco di gazzelle? Avete già provato un brivido di terrore sentendo nominare il tasso del miele? «Nulla in biologia ha senso se non alla luce dell’evoluzione», ha affermato un celebre genetista. Ma è una luce che proietta ombre strane, difficili da decifrare, e gli animali della savana hanno ancora molto da insegnarci. Il torcicollo della giraffa vi mostrerà il talento architettonico delle termiti, il ruolo del caso nella fuga delle gazzelle, la dittatura quotidiana cui sono soggetti gli elefanti e la democrazia che regna tra i bufali; vi parlerà dell’importanza della Via Lattea per gli scarabei stercorari e vi svelerà cosa hanno in comune i capezzoli umani e il pene della iena. Il giovane biologo Léo Grasset prende spunto da un soggiorno di sei mesi nello Zimbabwe per descrivere con stile brillante e ironico gli animali che popolano la savana, mettendone in luce le caratteristiche evolutive, talvolta ancora misteriose, e i comportamenti più curiosi. Il libro è anche impreziosito da bellissime fotografie scattate dall’autore stesso durante il suo soggiorno.

La visione del passato
Pierre Teilhard de Chardin
Jaca Book. Collana Biblioteca permanente, pag. 274
Teilhard de Chardin ripercorre con questi scritti il dibattito sull’evoluzionismo che ha attraversato la prima metà del xx secolo. Sostenendolo con argomentazioni scientifiche estremamente competenti. Fin dal 1926 scrive: “l’evoluzionismo scientifico non è semplicemente un’ipotesi a uso degli zoologi, ma una chiave di cui ciascuno si serve per penetrare, in qualsivoglia compartimento del Passato, la chiave del Reale universale”. Ogni essere è frutto di una gestazione che l’ha preceduto: “Parzialmente, in modo infinitesimale, senza nulla perdere del valore individuale, ogni elemento è coestensivo alla storia, alla realtà del Tutto”. Tuttavia “l’Evoluzione non è ‘creatrice’… ma è, per la nostra esperienza nel Tempo e nello Spazio, l’espressione della Creazione”. Di una creazione definita da Teilhard un “lungo gesto” che anima e regge il Divenire. Un Divenire che attuandosi attraverso la legge di complessità-coscienza sospinge la Materia, attraverso stadi successivi, a caricarsi di libertà e di Spirito. E sarà infine sorprendente intuire con Teilhard come la visione evoluzionistica del mondo, lungi dall’orientare al materialismo, sia una possibile “scuola di una migliore spiritualità e di alta moralità”.


ETOLOGIA

Siamo così intelligenti da capire l’intelligenza degli animali?
Frans De Waal
Cortina Raffaello. Collana Scienza e idee, pag. 397
Che cosa distingue la nostra mente da quella di un animale? Si potrebbe pensare alla capacità di progettare utensili o alla comprensione del passato, che ci inducono a considerare noi stessi come la specie più eminente del pianeta. In anni recenti, però, queste affermazioni sono state confutate da una rivoluzione nello studio della cognizione animale. Se consideriamo il modo in cui i polpi usano le noci di cocco per mimetizzarsi o la prodigiosa memoria di cui dà prova un giovane scimpanzé oggetto di studio all’Università di Kyoto, dobbiamo concludere che la capacità di ideare strumenti o di ricordare il passato non sono caratteristiche esclusivamente umane. Frans de Waal, che in questo ambito di studi non ha rivali al mondo, riporta qui ricerche condotte sulle più varie specie, dai delfini alle pecore, dalle vespe ai pipistrelli, per mostrare quanto sia vasta l’intelligenza degli animali e quanto noi siamo stati sciocchi a sottovalutarne le capacità così a lungo.

La trama della vita. Come geni, cultura, tempo e destino determinano il nostro temperamento
Jerome Kagan
Bollati Boringhieri. Collana Saggi Tascabili, pag. 256
Per decenni le differenze di temperamento sono state attribuite a fattori esclusivamente ambientali. Quando le teorie di Freud imperavano, le differenze nella risposta emotiva e comportamentale delle persone venivano tutte legate a esperienze vissute, alla condizione familiare, a traumi subiti nel corso della prima infanzia. Jerome Kagan dopo aver organizzato il più grande esperimento di psicologia al mondo, seguendo passo passo centinaia di persone per oltre vent’anni, rovescia qui la prospettiva e mette in risalto la base biologica del temperamento, mostrando come una parte importante del carattere sia invece direttamente influenzata dalla struttura genetica. Ma se è vero che c’è una base ereditaria è anche vero che le esperienze sono in grado di modellare una buona parte del nostro carattere. I progressi compiuti negli ultimi cinquant’anni hanno rivelato la straordinaria complessità di queste tendenze biologiche e la necessità di combinare la biologia con l’esperienza per poter spiegare gli stati d’animo tipici di una persona, le sue reazioni alle sfide, le sue abitudini quotidiane. La trama della vita è la prima approfondita prova di questo rinnovato campo di studi.

EVOLUZIONE E FILOSOFIA

Storia naturale della morale umana
Michael Tomasello
Raffaello Cortina Editore, Collana Scienza e idee, pag. 280
Avvalendosi di dati sperimentali che mettono a confronto scimmie antropomorfe e bambini piccoli, Michael Tomasello ricostruisce come i primi uomini siano gradualmente diventati una specie ultra-cooperativa e, alla fine, morale. Due sono stati i passaggi chiave nell’evoluzione, ciascuno fondato su un modo nuovo di agire in base al quale gli individui lavorano insieme come un “noi” plurale. Il primo è avvenuto quando le sfide dell’ambiente hanno spinto i nostri antenati a procacciarsi il cibo collaborando tra loro, pena la morte. Il secondo si è verificato quando le popolazioni umane sono cresciute e sono emersi gruppi più definiti che pretendevano dai loro membri fedeltà, rispetto delle regole e responsabilità. Il risultato di questo processo sono gli esseri umani contemporanei che, a differenza degli animali, possiedono una morale che li obbliga nei confronti degli altri individui e della comunità nella sua interezza.

ORIGINI ED EVOLUZIONE DELLA VITA 

Breve storia della creazione. La ricerca delle origini della vita
Bill Mesler e H. James Cleaves II
Bollati Boringhieri. Collana Nuovi Saggi Bollati Boringhieri, pag. 373
Per gli antichi egizi le rane nascevano direttamente dal Nilo. La cosa era data per scontata e non creava scandalo alcuno. In effetti il «mistero» dell’origine della vita nel mondo antico non era poi così misterioso: i vermi nascevano dal terreno e gli insetti dai tronchi marcescenti, tanto che Aristotele dava per scontato che la vita provenisse spontaneamente dalla materia inanimata. Creare la vita dalla non-vita divenne un problema (anche teologico) solo in tempi relativamente recenti, dopo che Francesco Redi, nel XVII secolo, aveva dimostrato che ciò che è vivo deriva esclusivamente da ciò che è già vivo, negando risolutamente, e sperimentalmente, la generazione spontanea. Tutto deve nascere da un uovo, Omne vivum ex ovo. E allora com’è nata la vita all’inizio dei tempi? Nel corso dei secoli il tentativo di rispondere a questa domanda si è intrecciato con alcuni dei progressi scientifici più rivoluzionari, tra cui la scoperta del microscopio di van Leeuwenhoek, la teoria dell’evoluzione di Darwin, la ricostruzione della struttura del DNA da parte di Watson e Crick e la creazione dei primi composti organici in laboratorio ad opera di Stanley Miller. Oggi, in un’epoca di grande sviluppo dell’ingegneria genetica e delle esplorazioni spaziali, alcuni scienziati pensano di essere sul punto di poter creare la vita a partire da elementi non viventi.  In questo libro, vivace e magnificamente narrato – ricco di gustosi aneddoti ma al tempo stesso solido nella sua trattazione scientifica -, il geochimico James Cleaves si unisce al giornalista Bill Mesler per raccontarci con rara efficacia la lunga e variegata storia della ricerca umana delle origini della vita. Grazie a loro scopriamo che questa storia non è affatto lineare, anzi, è ricca di false tracce, vicoli ciechi, ripensamenti, scoperte eclatanti, smentite frustranti e aperture insperate. È vero, ancora oggi ignoriamo come sia nata la vita, ma continuando a cercare tra i recessi più nascosti delle nostre cellule e fino ai più remoti angoli dello spazio, la risposta si fa sempre più vicina.

Un mondo di mondi. Alla ricerca della vita intelligente nell’universo
Giulio Giorello, Elio Sindoni
Raffaello Cortina Editore. Collana Scienza e idee, pag. 142
Almeno una volta, davanti alla bellezza del cielo notturno, ci siamo sentiti come al centro di un immenso palcoscenico, in un buio profondo incastonato da migliaia di stelle. Ma perché queste esistono, perché sono così tante e ci sarà magari qualcuno che da lassù ci sta guardando? Immanuel Kant sosteneva che la Via Lattea, l’unica galassia allora conosciuta, era “un mondo di mondi” e Giacomo Leopardi dava voce all’invidia delle stelle per il Sole perché anch’esse “vorranno avere i loro pianeti abitati e adorni come è la Terra”. Lo scenario oggi si è enormemente ampliato: più di cento miliardi di galassie, da cento a quattrocento miliardi di stelle in ognuna di esse, e tutto questo solo per noi? Rispondere a questa domanda è la sfida raccolta dagli autori, che esplorano le tappe essenziali di un’avventura dell’immaginazione, dal mito antico alla scienza contemporanea: al confine tra tecnica e poesia, senza dimenticare la posta in gioco della “caccia all’extraterrestre”, che potrebbe cambiare radicalmente le più profonde convinzioni circa il nostro pianeta e noi stessi

I motori della vita. Come i microbi hanno reso la terra abitabile
Paul G. Falkowski
Bollati Boringhieri. Collana Nuovi Saggi, pag. 240
Per quattro miliardi di anni la Terra è stata abitata solamente dai microbi. Nel brodo primordiale non c’era altro, e il nostro pianeta, in tutto quel lungo periodo, era molto diverso dal luogo caldo e ospitale che conosciamo oggi. Per un lungo, lunghissimo periodo di tempo i microrganismi hanno svolto il loro meticoloso, ostinato, instancabile lavorìo biochimico grazie alle loro sofisticatissime nanomacchine biologiche, trasformando radicalmente in milioni di anni la composizione chimica del pianeta e rendendo in questo modo la Terra abitabile anche per le altre forme di vita, esseri umani compresi, che senza i microbi non avrebbero mai potuto evolversi. I motori della vita è il libro che ci racconta come sia potuta accadere questa improbabile meraviglia e ci mostra come, ancora oggi, senza i microbi la vita sarebbe del tutto impossibile. I microrganismi sono gli autentici «edificatori» della Terra. Tutti i cicli biogeochimici degli elementi, tutti quei grandiosi movimenti che fanno circolare a livello planetario le sostanze necessarie alla vita, passano necessariamente in un modo o nell’altro dal macchinario cellulare dei batteri. È all’interno degli apparati citoplasmatici di queste creature che avvengono i passaggi cruciali che permettono a tutto il mondo vivente di continuare indefinitamente il proprio cammino nel mondo, tanto che per potersi evolvere gli organismi superiori sono stati costretti a inglobare nelle loro cellule proprio questi piccoli miracoli di efficienza biologica, in una simbiosi vincente che dura ormai da centinaia di milioni di anni. Falkowski ci svela così che tutti noi, in fondo, non siamo altro che un agglomerato evoluto di microbi, e lo fa muovendosi in questo mondo con un umorismo e una competenza incredibili, raccontando con voce felice l’evoluzione da un punto di vista originale e inusuale.

Esperienze intorno alla generazione degli insetti
Francesco Redi
Morphema, pag. 220
Direttamente dalla storica biblioteca del monastero di Camaldoli, una riproduzione anastatica dell’opera di Francesco Redi il cui originale risale al 1674 con la quale illustra le sue “esperienze” intorno alla generazione degli insetti in una lettera da lui scritta all’illustrissimo signor Carlo Dati.

BONCINELLIANA

La vita e i suoi misteri. Dalla genetica alla salvaguardia dell’ambiente
Edoardo Boncinelli
Mondadori Electa, pag. 137
L’inizio del terzo millennio pone l’umanità davanti a due prospettive diametralmente opposte. Da un lato, il pianeta Terra non è più in grado di sostenere la vita di 7 miliardi di uomini che attingono indiscriminatamente alle sue risorse naturali. Dall’altro, il progresso della scienza ci fa intravvedere la possibilità, imminente, di modificare artificialmente il DNA degli esseri viventi, incluso quello della nostra specie. Se quindi l’uomo, nella continua ricerca del benessere attraverso il progresso, ha avviato un processo fuori dal suo controllo, è pur vero che, attraverso quel medesimo progresso, egli può diventare padrone del proprio destino biologico. Una contraddizione? Innanzitutto serve capire davvero di cosa stiamo parlando. Ed ecco perché un grande scienziato ha scelto di spiegare in modo chiaro, autorevole ma critico, le nuove frontiere della genetica e implicazioni sulla vita futura. Dal micro al macro, dalla cellula alla biosfera, passando per il genoma, gli OGM, le biotecnologie e l’evoluzionismo, il lettore troverà in questo libro le risposte a molte domande che riguardano l’interazione tra Natura e Cultura. Sono i temi che quotidianamente trovano riscontro nei fatti dell’attualità e che sollevano talvolta questioni di tipo etico. Quando, per esempio, ci chiediamo dove ci porteranno la ricerca sull’invecchiamento cellulare e l’irrefrenabile desiderio di allungare la vita.

EVOLUZIONE E SCIENZE PER I PIU’ PICCOLI 

L’avventurosa storia dell’umanità. Sulle tracce degli antenati
Telmo Pievani   
Editoriale Scienza. Collana A tutta scienza, pag. 140
L’evoluzione dell’uomo raccontata ai ragazzi da un divulgatore d’eccezione, Telmo Pievani. Segui Luca, intraprendente cucciolo di Homo sapiens, alla ricerca degli antenati di tutta l’umanità! Partirai per un viaggio indietro nel tempo, percorrendo a ritroso le tappe dell’evoluzione umana. Luca, infatti, è intenzionato a scovare l’antenato comune tra noi e il resto del mondo animale, il punto di connessione con il resto della natura. Munito di taccuino, tantissima curiosità e un pizzico di coraggio, inizia un’indagine serrata: dieci incontri sorprendenti con altrettanti cugini lontani, ciascuno appartenente a una specie diversa, dieci interviste che lo aiutano a ricostruire il mosaico dell’evoluzione umana risalendo la linea del tempo, fino ad arrivare a 6 milioni di anni fa. Da Neanderthal, il nostro cugino più stretto, all’uomo di Denisova, la prima specie riconosciuta grazie al Dna anziché attraverso i suoi fossili; dai piccoli uomini di Flores, che avevano sviluppato il nanismo insulare, all’Homo georgicus, il pioniere uscito dall’Africa, fino alla famosissima Lucy, australopiteco capace di camminare come noi: un viaggio nel tempo e nello spazio per cercare i tasselli dell’evoluzione umana, che termina con l’incontro dell’antichissimo Panomo, il primate vissuto in Africa tra i sei e i sette milioni di anni fa, l’ultimo antenato comune tra uomini e scimpanzé, finora sfuggito a tutti i cacciatori di fossili. Ricostruendo l’evoluzione dell’uomo, scoprirai che siamo migranti da almeno due milioni di anni e che ce la siamo sempre cavata grazie alla flessibilità: siamo sopravvissuti mentre il pianeta cambiava e il clima oscillava tra il caldo e il freddo in maniera imprevedibile. La nostra storia mostra dunque che ci sono stati molti modi di essere umani, non uno soltanto, e che noi Homo sapiens siamo semplicemente l’ultimo ramoscello del grande albero della vita. Come sottolinea Telmo Pievani nella conclusione, questo è dunque il messaggio dell’albero dell’evoluzione umana: il valore della diversità. “Sulle tracce degli antenati” è strutturato in dieci interviste ad altrettanti antenati dell’umanità: ciascuna si apre con un identikit della specie presentata ed è corredata da illustrazioni e box di approfondimento. Chiudono il libro un glossario e due mappe, una che riassume il grande cespuglio dell’evoluzione umana, l’altra che mostra i punti dove sono stati rinvenuti i nostri antenati. Telmo Pievani dipana la matassa dell’evoluzione con grande maestria, usando un linguaggio chiaro e preciso. Il tono colloquiale delle interviste facilita la lettura da parte dei ragazzi, senza mai rinunciare al rigore scientifico.

Il sogno di Hokusai
Ilaria Demonti
Skira, pag. 36
Fili d’erba, grandi onde, ciliegi in fiore e civette. Queste cose, e molte altre, sapeva disegnare Hokusai. Ma c’era ancora qualcosa che gli sfuggiva, lui lo sapeva.
Come fermare il volo della libellula su un foglio di carta? Per scoprirlo dovrà affrontare un lungo viaggio nella notte del mondo fluttuante, interrogando i misteriosi personaggi che lo popolano. Forse una civetta visto la libellula andare verso lo stagno: un attimo fa si era posata proprio su quella foglia lassù, dove è rimasta solo la sua ombra. Il rospo era quasi riuscito a mangiarla, ma l’aveva confusa con il suo riflesso nell’acqua. Anche a una geisha è parso d’intravederla nel suo specchio, ma quando si è girata, la libellula era già svanita, in un battito d’ali. Dove sarà finita? Per scoprirlo basta aprire bene gli occhi: seguendo con attenzione gli indizi suggeriti dalla catena di personaggi, i piccoli lettori potranno arrivare all’inaspettata soluzione del mistero della libellula.

L’ evoluzione della vita illustrato da K. Scott
White Star. Collana National Geographic Little Kids, pag. 16
Segui l’evoluzione della vita sulla Terra facendo la conoscenza delle oltre 80 straordinarie creature terrestri, marine e dei cieli di questa raccolta illustrata organizzata cronologicamente: dalle alghe primigenie ad animali come l’archaeopteryx, lo pterigoto e il tirannosauro. Dai microscopici batteri ai grandi animali dell’era glaciale ognuna delle forme di vita è stata scelta non solo perché significativa del suo periodo nella storia della Terra, ma anche come esempio dell’eccezionale biodiversità del nostro pianeta.

 

EVOLUZIONE E MEDICINA

Darwin contro il cancro. In che modo l’evoluzionismo può aiutare la prevenzione e il trattamento
Francesco Colotta
Fioriti Editore, pag. 280
Secondo le stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), a livello mondiale ancora oggi un uomo su due e una donna su tre si ammalano di cancro. Ancora oggi, un uomo su quattro e una donna su cinque muoiono di cancro… Le stime dell’OMS sono che nel 2015 e nel 2030 moriranno di cancro nel mondo, rispettivamente, 8 e 12 milioni di persone…Molti considerano la teoria dell’evoluzione di Darwin una delle teorie più importanti del nostro tempo, insieme, ad esempio, alla teoria della relatività e alla teoria dei quanti. Può la teoria dell’evoluzione biologica fornire una chiave di lettura delle difficoltà che abbiamo nel tradurre i numerosissimi dettagli molecolari del processo tumorale di cui oggi disponiamo in una riduzione sostanziale dell’impatto del cancro? Lo scopo di questo libro è fondamentalmente quello di rispondere a questa domanda.

BOTANICA

Il più grande spettacolo del mondo. Botanica e immaginazione
Richard Mabey
Ponte alle Grazie, pag. 384
Cos’hanno in comune i possenti alberi millenari con i delicati fiori di campo, le conturbanti orchidee con il mais o il cotone che utilizziamo ogni giorno? Giganti dei boschi come il tasso e la quercia sono così densi di significati culturali e religiosi da racchiudere nei loro anelli «una genealogia spirituale» che ha più a che fare con la decifrazione di un simbolo che non con un quesito strettamente botanico. Altri protagonisti del mondo vegetale, come cotone e mais, intrecciano mito ed economia, mentre felci e ninfee parlano della bizzarria dei gusti e delle mode, fino al caso emblematico dell’orchidea, sintesi di fascino, esotismo e pruderie vittoriana, incarnazione floreale del prepotente colonialismo britannico. Il segreto di Mabey sta nel descrivere la vita delle piante nel suo legame inestricabile con l’habitat umano, e quindi con la cultura, l’economia, l’arte. In molti sensi, le piante non sono mai «semplici vittime, esseri passivi», ma protagoniste di un unico grande spettacolo che la natura mette in scena da millenni proprio sotto i nostri occhi. Perennemente in bilico tra scienza e romanticismo, nel suo viaggio Mabey si fa accompagnare da ricercatori di ogni epoca così come dalle voci incantate di Keats e Wordsworth: sguardi diversi, ma colpiti dal medesimo fascino e mossi da un’unica passione. Queste pagine sono una profonda lezione di ecologia, che passa dall’amore per le piante e per la natura tutta, attraverso lo studio meticoloso, il rispetto e lo stupore di fronte a una vita piena di silenzio e di mistero.

 

 

GENETICA

Il gene riluttante. Diamo troppe responsabilità al DNA?
Guido Barbujani
Zanichelli, pag. 150
Titoloni incauti ci parlano del gene della timidezza, dell’intelligenza, della prosperità, ma perfino un carattere semplice come il colore degli occhi è influenzato da almeno una ventina di geni; e non basta individuare una variante del DNA per sapere che cosa sarà scritto su una cartella clinica fra un anno o fra dieci. Abbiamo sottovalutato i comprimari? Molecole che si attaccano e si staccano dal DNA; regolatori che accelerano o bloccano l’attività dei geni; zuccheri e grassi che “decorano” quasi ogni superficie biologica. Per non dire dei miliardi di microbi che albergano nel nostro corpo, e del mondo là fuori. Trascurando tutto questo, è facile farsi un’idea esagerata del potere dei geni e del destino di chi li porta. È impervia l’esplorazione della vita che sfugge al controllo dei geni: scarsi gli automatismi, ci si muove da artigiani goffi su impalcature disagevoli, da cui si intravedono però panorami che ampliano l’orizzonte biologico oltre la genetica

La doppia elica
James D. Watson
Garzanti, pag. 330
l 25 aprile 1953 una breve paginetta sulla rivista “Nature” firmata da James Watson e Francis Crick chiariva definitivamente la struttura a doppia elica del DNA, la sostanza chimica che funge da messaggero della trasmissione genetica. Quindici anni dopo, nel 1968, uno dei due autori di quell’articolo, insigniti nel 1962 del Nobel per la medicina, scandalizzò la comunità scientifica narrando in modo vivace e provocatorio i retroscena dell’avventura intellettuale che aveva portato alla clamorosa scoperta. Per la prima volta il mondo della ricerca appariva nella sua cruda realtà: pieno di luci e ombre, di simpatie e odi profondi, di rivalità e inganni. “La doppia elica” ripropone lo “scandaloso” testo originale con una rassegna delle più interessanti reazioni che suscitò nel mondo scientifico.

Il gene. Il viaggio dell’uomo al centro della vita
Sidd hartha Mukherjee
Mondadori. Collana Saggi stranieri. Pag. 663
L’autore racconta in un linguaggio semplice ma rigoroso tutte le peripezie della nascita e dello sviluppo di un’idea scientifica, e offre un salutare spunto di riflessione rispetto ai dubbi che talvolta sorgono quando le conquiste della ricerca entrano con prepotenza nella vita delle persone, promettendo – o rischiando – di cambiarla per sempre. Gli straordinari progressi fatti dalla genetica negli ultimi decenni aprono insperate ed entusiasmanti possibilità di sconfiggere malattie ritenute finora invincibili, ma al contempo sollevano cruciali interrogativi di carattere etico cui è quasi impossibile sottrarsi, soprattutto perché riguardano l’immediato futuro dell’umanità. Che ne sarà, infatti, dell’essere umano quando avremo imparato a «leggere» e a «scrivere» il suo patrimonio genetico? E, magari, a duplicarlo Siddhartha Mukherjee, noto ricercatore oncologo e autore dell’Imperatore del male, impareggiabile «biografia» del cancro, ripercorre le tappe più significative del cammino che ha portato a identificare l’origine di quei caratteri che, pur accomunando ciascun individuo a tutti gli altri membri della sua stessa specie, lo rendono assolutamente unico e irripetibile. Da Aristotele a Pitagora, da Darwin a Mendel, da Boveri e Morgan a Crick, Watson e Franklin, fino agli scienziati del XXI secolo che sono riusciti a compiere il decisivo passo di mappare il genoma umano, Il gene esamina le innumerevoli ipotesi che si sono succedute nel corso dei secoli, i successi e i fallimenti che hanno costellato il tentativo di comprendere e spiegare i meccanismi dell’ereditarietà e le loro sorprendenti influenze sulla personalità e il destino degli esseri umani. Senza tacere delle agghiaccianti derive dell’eugenetica, non solo a opera dei medici nazisti, né di argomenti di scottante attualità come le possibili implicazioni delle terapie geniche o dell’impiego delle cellule staminali. Prendendo le mosse dalla sua vicenda familiare, segnata da una dolorosa storia di malattia mentale, e intrecciando scienza, filosofia e letteratura, l’autore racconta in un linguaggio semplice ma rigoroso tutte le peripezie della nascita e dello sviluppo di un’idea scientifica, e offre un salutare spunto di riflessione rispetto ai dubbi che talvolta sorgono quando, uscendo dal laboratorio, le conquiste dell’indagine scientifica entrano con prepotenza nella vita delle persone, promettendo – o rischiando – di cambiarla per sempre.

ALTRE PUBBLICAZIONI

Il re dell’uvetta
Fredrik SJÖBERG
Iperborea, pag. 224
«Perché uno non si arrende? Cos’è quel desiderio che lo spinge?» Eccentrico ricercatore, collezionista e narratore della natura e dei personaggi straordinari che l’hanno esplorata, Fredrik Sjöberg ci accompagna in un viaggio alla scoperta dell’inafferrabile Gustaf Eisen. Zoologo, pittore, archeologo, fotografo, leggendario esperto di lombrichi in Svezia e pioniere della coltivazione dell’uvetta in California, Eisen ha vissuto le sue mille vite a cavallo tra Otto e Novecento incarnando il tipico genio universale del Rinascimento. Un fuoriclasse delle scienze e delle arti che è stato consulente di Darwin, ha insegnato a dipingere a Strindberg, e ha affascinato la moglie di William Randolph Hearst, raccogliendo per lei in Guatemala la più ricca collezione di tessuti maya al mondo. Un inarrestabile globetrotter che ha fondato il Sequoia National Park – dove è sepolto, ai piedi del monte che porta il suo nome – ed è riuscito a trovare il Santo Graal, un calice d’argento di Antiochia oggi conservato al Met di New York. Setacciando luoghi sperduti e fonti rarissime, Sjöberg ricompone le avventure di questo formidabile eppure sconosciuto outsider, che ha compiuto studi impareggiabili immergendosi in passioni bizzarre, dettagli curiosi, trovando nell’apparentemente piccolo l’infinitamente grande. Ed è così che Eisen diventa un suo alter ego d’eccezione, in un gioco di specchi ricco di humour e aneddoti affabulatori con cui Sjöberg si interroga sulla propria passione per tutto ciò che solletica la sete di nuove conoscenze: il gusto della sfida e di scoprire inedite fonti di bellezza, l’inquieta ricerca di un’unicità a se stessi e agli altri. E realizza un inclassificabile racconto sul rapporto tra l’uomo e il mondo.

Ogni giorno. Tra scienza e politica
Elena Cattaneo
Mondadori. Collana Saggi, pag. 216
«Le sto chiedendo di continuare a essere uno scienziato attivo dentro e fuori il laboratorio, le offro la possibilità di farlo potendo intervenire e contribuire ai lavori del Senato della Repubblica.» Elena Cattaneo, biologa famosa in tutto il mondo per i suoi studi sulla corea di Huntington, una malattia neurologica causata da un gene mutato, non dimenticherà mai le parole dell’allora presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, quando nel 2013 le annunciò la decisione di nominarla senatrice a vita. Da allora la sua esistenza è profondamente mutata e la sua attività scientifica si è arricchita di una funzione pubblica e istituzionale fondamentale per poter restituire alla scienza, troppo spesso bistrattata e abbandonata a se stessa, un ruolo di primo piano nel nostro paese. Lo testimoniano le pagine di questo libro, in cui l’autrice racconta i primi tre anni trascorsi in aula, affrontati con la stessa dedizione riservata al lavoro di ricerca in laboratorio, ma soprattutto con lo stesso metodo e gli stessi principi, nella salda convinzione che «i valori scientifici dell’oggettività, oltre all’allenamento al pensiero critico, avrebbero reso migliore il mio apporto al paese come senatrice». Abituata al lavoro di squadra, Elena Cattaneo è affiancata da un gruppo di esperti con competenze in diversi ambiti, dal diritto parlamentare ai rapporti con le istituzioni e con gli istituti scientifici. L’obiettivo è fornire al legislatore un materiale affidabile e comprensibile, che possa metterlo nelle condizioni ottimali per decidere, aiutandolo a orientarsi nei dibattiti parlamentari, talvolta confusi, come la discussione intorno agli OGM che, lungi dall’essere risolta, ancora oggi attende una valida e motivata risposta. In attesa dell’auspicata creazione di una vera e propria Agenzia nazionale della Ricerca, in grado, tra l’altro, di porre il governo al riparo da possibili nuovi abbagli, come nel caso della frode del tristemente noto «caso Stamina».

Come saremo
Luca De Biase, Telmo Pievani
Codice Edizioni, pag. 224
Cambiamento climatico. Instabilità finanziaria. Migrazioni. Diseguaglianze. Accelerazione digitale e lentezza politica. Le grandi trasformazioni di oggi irrompono nel dibattito di ogni giorno con le loro imprevedibilità e il loro fascino. Ma perché è tanto importante discutere del futuro? Cosa possiamo fare dinanzi a sfide mai affrontate prima da Homo sapiens? Come saremo non offre previsioni ma un metodo per guardare avanti consapevolmente, con la sola certezza che possiamo coltivare: il futuro sta tutto nelle potenzialità delle nostre azioni. La sintesi inedita delle voci di De Biase e Pievani indaga le
tendenze dell’evoluzione tecnologica e le sue narrazioni mediatiche, e converge su una domanda: abbiamo la possibilità di influire sulla sua direzione? Chiude il volume una serie di testimonianze (economisti, esperti di comunicazione, ingegneri-hacker, architetti e filosofi del linguaggio) su cosa significa oggi creare e diffondere una cultura dell’innovazione.

Il mastino di Darwin
Alessandro Chiometti
Dalia, pag. 158
Ciò che definiamo paranormale è sempre frutto di una truffa o di un inganno della mente: questo dicono gli scettici di tutto il mondo e questo sostiene fermamente anche Yuri Doubbos. Abramo Cantainferno, ispettore di Polizia e amante del cinema, si rende conto che la sua vita sembra la trama di uno scontato B-movie: perennemente in giro per l’Italia a caccia di un serial killer di prostitute che forse non esiste. Qual è il filo che unisce i due e che li porterà a incontrarsi per le strade di una Perugia tenebrosa, fra club di anticlericali, millantatori di professione e giocatori di ruolo troppo curiosi? In ballo non c’è solo la soddisfazione professionale, la giustizia o l’effimera promozione; in gioco c’è la sopravvivenza della specie che, come insegna Darwin, è un meccanismo crudele di adattamento e selezione naturale. Ma non sopravvive il più forte, e neanche il più adatto, sopravvive chi ha il migliore successo riproduttivo. E questo Yuri lo sa bene.

Evoluzione e creazione. Una relazione da ritrovare
Simone Morandini (a cura di)
EMP. Collana Sophìa. Didachè. Percorsi, pag. 208
Una teologia che voglia stare in dialogo con i saperi della contemporaneità non può evitare di misurarsi con le sfide poste dalla biologia evoluzionista, quale si è sviluppata a partire dalla ricerca di Charles Darwin. In gioco sono questioni di grande spessore antropologico, ma anche la stessa immagine del mondo che abitiamo e la possibilità di abitarlo nella luce della fede. Per raccogliere tale sfida, la Facoltà teologica del Triveneto ha organizzato un convegno (Padova, 13 maggio 2014) i cui materiali compaiono nel volume Evoluzione creazione. Una relazione da ritrovare, curato da Simone Morandini, con contributi di Jacques Arnould, Piero Benvenuti, Paolo Costa, Francesca Marin, Alessandro Minelli, Simone Morandini, Ottone Rinaldo, Leonardo Paris, John Polkinghorne, Giuseppe Quaranta. Biologia, filosofia, etica, teologia sono le principali tra le aree cui i diversi saggi si riferiscono, a disegnare un quadro ricco e complesso, denso di prospettive per la riflessione.

RISTAMPE
L’illusione di Dio, Dawkins Richard,  Mondadori
L’evoluzione della cultura, Luigi L. Cavalli Sforza, Codice
L’orologiaio miope. Tutto quello che avreste sempre voluto sapere sugli animali… che nessuno conosce, Lisa Signorile, Codice
La transizione neolitica e la genetica di popolazioni, Albert J. Ammerman, Luigi Cavalli Sforza, Bollati Boringhieri

PROSSIME PUBBLICAZIONI, ANNUNCI IN CANTIERE, ANTICIPAZIONI
Ernst Haeckel. Taschen
Evoluzionismo e creazionismo. Il dibattito dopo Darwin, Carocci
Storia naturale della domesticazione dei mammiferi, Clutton-Brock Juliet,  Bollati Boringhieri
O scienza o religione, Coyne Jerry A., Nessun Dogma Editore
Come distinguere scienza e non-scienza, Dalla Pozza Carlo, Negro Antonio, Carocci
Epigenetica. Il DNA che impara, Mauro Ernesto,  Asterios
Alla scoperta della vita Luciferi, Hoepli
Osservare la vita, Morris Desmond, Mondadori
Astrobioevoluzione, Venturini Samuele, Castel Negrino