Dal genoma più piccolo, il segreto dell’evoluzione dei vertebrati

Il genoma di un pesce cartilagineo rivela importanti informazioni sull’evoluzione dei vertebrati

Sequenziamento il primo genoma di un pesce cartilagineo appartenente alla sottoclasse Holocephali (ovvero le chimere), gruppo strettamente imparentato con gli squali (Sottoclasse: Elasmobranchii): si tratta del callorinco (Callorhinchus milii), detto anche pesce elefante per la sua estroflessione facciale simile ad una proboscide. Insieme agli squali, le chimere rappresentano, tra quelli esistenti, il gruppo che si separò per primo dall’antenato comune a tutti i vertebrati dotati di mascelle, gli gnatostomi. Mediante il confronto tra il genoma di questa specie e quello degli altri vertebrati di cui è nota l’intera sequenza genetica è quindi possibile individuare quali differenze a livello genetico si sono accumulate nelle due diverse linee evolutive, separatesi circa 450 milioni di anni fa. 
Tra i risultati più interessanti, pubblicati su Nature, annoveriamo ad esempio importanti informazioni sull’evoluzione del sistema scheletrico osseo: nel callorinco mancano infatti i geni che codificano per le fosfoproteine che si legano al calcio, fatto che preclude la presenza di ossa nello scheletro interno dei pesci cartilaginei. Si aggiungono inoltre nuove informazioni sull’evoluzione del sistema immunitario dei vertebrati: come gli animali con endoscheletro osseo, il callorinco possiede infatti il complesso maggiore di istocompatibilità di classe II (MHC-II), ma presenta un diverso funzionamento dei linfociti T helper.
Curiosità: è un genoma molto piccolo, in quanto conta meno di un miliardo di paia di basi, ed è in assoluto quello che ha avuto un’evoluzione molecolare più lenta tra tutti i genomi di cordati finora sequenziati, compreso quello del celacanto africano (Latimeria chalumnae; Pikaia ne ha parlato qui). 
Andrea Romano
Riferimenti:
Venkatesh et al. Elephant shark genome provides unique insights into gnathostome evolution. Nature
 
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