Dal naso al cervello

Tra le diverse classi di vertebrati, i mammiferi sono senza dubbio il gruppo tassonomico che presenta una dimensione cerebrale maggiore, se comparata alla taglia corporea. In che modo, nel corso dell’evoluzione, il cervello dei mammiferi si è man mano ingrossato? E, soprattutto, cosa ha dato la spinta decisiva per l’aumento delle dimensioni cerebrali? Secondo un recente studio, pubblicato sull’ultimo numero

Tra le diverse classi di vertebrati, i mammiferi sono senza dubbio il gruppo tassonomico che presenta una dimensione cerebrale maggiore, se comparata alla taglia corporea. In che modo, nel corso dell’evoluzione, il cervello dei mammiferi si è man mano ingrossato? E, soprattutto, cosa ha dato la spinta decisiva per l’aumento delle dimensioni cerebrali?

Secondo un recente studio, pubblicato sull’ultimo numero di Science, sembra che la dimensione del cervello dei mammiferi sia stata legata, almeno nelle prime fasi dell’evoluzione di questi organismi, allo sviluppo di alcuni fondamentali organi sensoriali. In particolare, in concomitanza dell’affinamento delle ablità olfattive e dell’acquisizione della capacità di percepire sensazioni tattili tramite la pelliccia, una novità evolutiva unica dei mammiferi, si sarebbero ampliate le rispettive aree cerebrali.

Queste conclusioni sono state raggiunte da un gruppo di ricercatori cinesi e statunitensi che hanno ricostruito in tre dimensioni, grazie a sofisticate tecniche di tomografia computerizzata ad alta risoluzione, l’encefalo di due specie considerate alla base della linea evolutiva che ha dato origine ai mammiferi. Entrambi questi organismi, Morganucodon e Hadrocodium, vissero circa 190 milioni di anni or sono e presentano dimensioni cerebrali ben superiori a quelle attese sulla base della taglia corporea in caso di assenza di selezione verso un aumento delle dimensioni delle aree del cervello. Inoltre, la taglia dell’encefalo di queste due specie risultano quasi il 50% superiori rispetto a quelle dei cinodonti, organismi vissuti nel medesimo periodo strettamente imparentati con i mammiferi ma che non hanno lasciato discendenti fino ai giorni nostri.

E sono proprio le regioni adibite alla percezione degli odori e delle sensazioni tattili che risultano le più sviluppate. Sembra dunque che la conquista di un olfatto più acuto e l’acquisizione di sensazioni tattili tramite la pelliccia abbiano dato il via all’incremento delle dimensioni del cervello dei mammiferi, una delle caratteristiche che ha contribuito maggiormente al grande successo evolutivo di questo gruppo di vertebrati.

Andrea Romano

Riferimenti:
Timothy B. Rowe, Thomas E. Macrini and Zhe-Xi Luo. Fossil Evidence on Origin of the Mammalian Brain. Science, 20 May 2011: Vol. 332 no. 6032 pp. 955-957 DOI: 10.1126/science.1203117

Immagine:
Credit: Matt Colbert, Univ. of Texas at Austin