Darwin e i suoi amici

Giovedì 31 marzo, ore 18.00, Giorgio Celli presenterà il suo ultimo libro “Darwin e i suoi amici” (Ed. Baldini Castoldi Dalai Editore), presso la sala conferenze del Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino, Via Giolitti, 36.Ingresso libero Ogni scoperta scientifica ha sempre dei precursori che la anticipano, dei coevi che la sostengono, e degli epigoni che in qualche modo

Giovedì 31 marzo, ore 18.00, Giorgio Celli presenterà il suo ultimo libro “Darwin e i suoi amici” (Ed. Baldini Castoldi Dalai Editore), presso la sala conferenze del Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino, Via Giolitti, 36.
Ingresso libero

Ogni scoperta scientifica ha sempre dei precursori che la anticipano, dei coevi che la sostengono, e degli epigoni che in qualche modo la «tradiscono». La teoria dell’evoluzione non fa eccezione: Darwin non è stato una meteora solitaria, ma il sole al centro di una costellazione di pianeti. E sebbene sul grande naturalista e i suoi «interpreti» esista una letteratura sconfinata, poco esplorata è la «ricezione» dell’evoluzionismo in latitudini culturali molto lontane dall’Occidente autarchico. Giorgio Celli, attento studioso dell’opera darwiniana, in questa sua agile esplorazione si prefigge di colmare proprio tale lacuna. Attraverso undici brevi e gustosi saggi ci racconta di come, fra Sette e Ottocento, Buffon, Geoffroy de Saint-Hilaire e Lamarck prepararono «l’avvento» della celebre teoria senza capire fino in fondo la portata delle loro intuizioni. Nel corso dell’Ottocento, Darwin trovò il consenso convinto di personaggi come Thomas Huxley ed Ernest Haeckel, che lo difesero strenuamente da avversari eminenti come Owen e Cuvier. Scopriamo come sul finire dell’Ottocento alcuni scienziati e scrittori italiani, tra cui il Fogazzaro di Piccolo mondo antico, cercarono di conciliare l’evoluzione con la dottrina cattolica. Infine, approdati al Novecento, quali derive subì l’evoluzionismo nei contesti culturali e religiosi più «lontani» dal nostro? Nella Russia marxista-leninista, in accordo con una visione della storia che vedeva nelle rivoluzioni il motore del cambiamento, al gradualismo darwiniano si sono sostituiti i salti bruschi nella natura. Nel Giappone buddista la lotta per la vita diventa collaborazione, secondo l’armonia tipica delle filosofie orientali. Nell’Islam, poi, Darwin è stato confutato con gli stessi argomenti dei fondamentalisti americani, sostituendo Allah al Dio evangelico, creatore di un mondo che non si evolve. Ma alla fine, tra forzature e incomprensioni, l’avventura dell’evoluzione continua, e nel Duemila Darwin resta per i biologi contemporanei il grande suggeritore.

Giorgio Celli è uno dei più noti divulgatori scientifici italiani. Ha insegnato entomologia all’Università di Bologna, dove è professore emerito. Membro del «Gruppo ’63», ha collaborato a numerose testate, tra cui, attualmente, «La Stampa». Tra i suoi libri più recenti: Etologia della vita quotidiana (Cortina, 1992) Darwin delle scimmie (Bollati Boringhieri, 1999) Vita segreta degli animali (Piemme, 2002). Autore e conduttore della fortunata trasmissione di RAI 3 Nel regno degli animali, dal 1999 al 2004 è stato parlamentare europeo. Per De, nel 2010 ha pubblicato Le piante non sono angeli.

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