Darwin’s pets

Ove si parla degli animali “domestici” cari al padre della teoria dell’evoluzione, alcuni anche inusuali

Inizio ricordando che oggi festeggiamo il 207esimo Anniversario della nascita di Charles Darwin! So Happy Birthday Mister Darwin! Darwin, da grande naturalista qual era, amava tutti gli animali e li studiava, ma alcuni furono per lui più importanti. Vediamoli. 

Il Polpo di Capo Verde

Dopo il divieto di sbarco a Tenerife, di cui ho narrato qui per Pikaia, e la conseguente grandissima delusione, Darwin fu estremamente felice di poter finalmente visitare un ambiente tropicale come le Isole di Capo Verde… ma sentiamolo raccontare.

Mi procurò molto piacere l’osservare varie volte le abitudini di un Octopus. Sebbene comuni nelle pozze lasciate dalla bassa marea, questi animali non sono facili da prendere. Con i loro lunghi tentacoli e con le loro ventose, possono insinuarsi fra i più stretti anfratti, e quando sono attaccati a quel modo occorre una grande forza per staccarli. A momenti si lanciano con la parte del corpo opposta al capo in avanti, con la rapidità di una freccia, da un lato all’altro della pozza, rendendo torbida l’acqua, con un inchiostro color marrone scuro. Questi animali riescono a sfuggire alla vista con una facoltà singolarissima, simile a quella del camaleonte, quella di mutare colore. Sembrano variare la loro tinta secondo la natura del terreno sul quale passano; nell’acqua profonda, la loro tinta generale era bruno porpora, ma quando venivano poste sulla terra o nell’acqua bassa, questa tinta oscura si mutava in verde gialliccio. Il vero colore, esaminato molto accuratamente, era grigio, con moltissime macchiettine giallo brillante. Questi mutamenti avvenivano così velocemente, che si vedevano passare sul loro corpo di continuo nuvole di una tinta che variava dal rosso al marrone scuro.

Ebbene, con uno di questi polpi, che oggi sappiamo essere estremamente intelligenti, il giovane Charles strinse “un’amicizia”.

Mi divertiva molto la vista dei vari stratagemmi usati per nascondersi, adoperati da un individuo che pareva rendersi ben conto della mia presenza. Rimaneva per un certo tempo immobile, poi avanzava lentamente tre o quattro centimetri come fa il gatto dietro al topo; talora lasciava dietro a sé una fosca traccia d’inchiostro per nascondere il buco da dove era uscito. Un giorno, mentre stavo osservando gli animali marini col capo chinato sugli scogli all’altezza di un metro circa, venni salutato da uno zampillo d’acqua, accompagnato da un lieve rumore stridulante. Dapprima non riuscivo a capire che cosa fosse, ma poi mi accorsi che era quello stesso polpo, il quale, sebbene nascosto in un buco, mi svelava in tal modo il suo nascondiglio. Lo tenni nel mio stanzino a bordo ed osservai che al buio era un tantino fosforescente.

Bene e i due divennero amici! E ora vi chiederete, come finì la storia quando la Beagle lasciò Capo Verde? Non si hanno notizie; ma io poco tempo fa ho fatto una scoperta agghiacciante, guardando questa immagine! Come potete vedere uno dei polpi di Capo Verde è conservato per i posteri, a Cambridge, entro questo recipiente. Voglio solo sperare si tratti di un altro polpo!

Un souvenir dalle Galapagos

Tutti conoscono le tartarughe giganti che danno il nome alle Isole ove vivono. Per Darwin, inizialmente il discorso tartarughe fu un tasto dolente; in quanto solo negli ultimi giorni di soggiorno alle Galapagos il Governatore delle isole gli aveva fatto notare che ogni isola possedeva una sottospecie diversa. Egli quindi prese tutti i campioni, anche quelli raccolti da altri componenti della ciurma, per rimediare alla situazione.

Ma la domanda è: furono portati a bordo esemplari di tartaruga vivi, con lo scopo di portarli in Inghilterra? La risposta è sì. Il Capitano Robert FitzRoy, nel suo Diario scrive che erano state portate a bordo tartarughe molto giovani e quindi piccole e che: “Several arrived alive to England”. Vediamo a chi appartenevano.
– FitzRoy aveva raccolto due piccolissimi esemplari dall’Isola di Espanola e ne seguiva lo sviluppo.
– Darwin stesso scrive che c’erano, a bordo del Beagle, altre due piccole tartarughe: “The Covington’s little Tortoise”, raccolta su Floreana dal suo assistente Syms Covington.
– E “Mine from James”, raccolta da lui durante il suo soggiorno sull’Isola di Santiago o James Island.

Quindi eccola qui la graziosa tartarughina di Charles, mi sembra di vederla mentre trotterella nell’angusta cabina, mentre Darwin cataloga le specie. Ma le informazioni si fermano qui. Dove finì la tartarughina di Charles?

Dopo un silenzio durato secoli ecco la notizia:” Ritrovata la tartaruga di Darwin”, dove? In breve, la giovane tartaruga di Darwin sarebbe cresciuta e diventata Harriet, una tartaruga gigante, che visse nell’“Australia Zoo” in Queensland fino alla sua morte, avvenuta nel 2006. A portarla lì sarebbe stato John Wickham, ufficiale di bordo del Beagle. Purtroppo la notizia non era vera, Harriet veniva sì dalle Galapagos, ma da Santa Cruz, un’isola che il Beagle non visitò. Dove cercarla allora? Nel marzo del 2009, la tartaruga di Darwin, sparita da 170 anni, venne ritrovata al Natural History Museum di Londra. Nei sotterranei del Museo si trovò un esemplare imbalsamato, che sul carapace aveva la scritta “James” e un numero di registrazione, che portava a questa informazione: “presented by Charles Darwin Esq, on 13 August 1837.” Che tristezza la piccola era morta 8 mesi dopo il ritorno a casa di Darwin! Sinceramente avrei preferito, e di molto, l’ipotesi Harriet.

E poi arrivò Polly

Darwin amò sempre tantissimo i cani. Durante la sua infanzia a The Mount si prese cura dei cani di famiglia e con loro aveva un feeling così forte da farsi amare anche da animali appartenenti ad altri membri della famiglia. Quando era in viaggio in ogni lettera chiedeva alla sorella Caroline “notizie dei suoi cani”.

Ma il cane più importante della sua vita fu un fox terrier quasi bianco di nome Polly. Originariamente Polly era il cane della figlia Henrietta, ma quando lei si spostò in un luogo diverso, per seguire il marito, divenne il cane di Charles. Quando lui lavorava nello studio, lei si accoccolava in un cestino vicino al fuoco. Polly era molto affettuosa e, essendo un cane astuto, capiva sempre dal procedere dei preparativi nello studio, quando Darwin stava per partire, e si intristiva per questo. Cominciò anche a mostrarsi eccitata, notando i preparativi nello studio fatti per il ritorno a casa di Darwin. Era un piccolo essere astuto e soleva tremare e mostrare un’aria desolata quando Charles passava mentre lei aspettava l’ora di cena, proprio come se sapesse che lui avrebbe detto di darle subito il cibo. Il grande naturalista era solito farle prendere al volo i biscotti appoggiandoglieli sul suo naso, ed aveva un modo particolarmente affezionato e scherzosamente solenne di spiegarle come dovesse essere molto brava ad eseguire i comandi.

Polly aveva una macchia rossa sulla schiena, a causa di una bruciatura, e Darwin era solito evidenziare come l’osservazione fosse in accordo con la sua teoria di eredità dei caratteri: dato che il pelo rosso era cresciuto dopo la scottatura, dimostrava la sua teoria in quanto il padre di Polly era un bull terrier rosso. Egli era piacevolmente affezionato a Polly e non mostrava mai impazienza per le attenzioni che lei reclamava, come grattare per farsi aprire la porta o andare alla finestra della veranda per un gioco chiamato: “to bark at naughty people” (abbaiare a brutte persone inesistenti).

Charles Darwin si spense il 19 aprile 1882 e il giorno successivo anche la sua adorata Polly morì, come spesso succede ai cani che hanno tanto amato i loro padroni. La piccola venne sepolta nel frutteto sotto un albero di mele, dove lei e Darwin spesso sostavano.

Patrizia Martellini
Blog Evolve or Die