E il creazionista come fa? Non c’è nessuno che lo sa…

“La selezione naturale non è in grado di spiegare il passaggio da una specie all’altra“, “in natura non esiste il cambio di specie”, “in natura si osserva la conservazione della specie”; nei giorni scorsi anche Padre Livio Fanzaga ha ritenuto di avere i titoli per intervenire a Radio Maria con un commento sul recente libro contro la selezione naturale e

La selezione naturale non è in grado di spiegare il passaggio da una specie all’altra“, “in natura non esiste il cambio di specie”, “in natura si osserva la conservazione della specie”; nei giorni scorsi anche Padre Livio Fanzaga ha ritenuto di avere i titoli per intervenire a Radio Maria con un commento sul recente libro contro la selezione naturale e contro Darwin (qui un video).
 
E le sue argomentazioni sono solide e incontrovertibili: “i gatti fanno i gatti, i fagioli fanno i fagioli, le patate fan le patate“, “i cani abbaiano, i gatti miagolano“. E il creazionista come fa?

E ancora “la teoria dell’evoluzione per selezione naturale non è in grado di spiegare perchè un cane diventa un gatto, un gatto diventa un cane.”. Per fortuna…

Forse Padre Livio Fanzaga dimentica il documento vaticano, datato 2004, che fu approvato e firmato da colui che, solo l’anno successivo, sarebbe diventato Papa Benedetto XVI: nel paragrafo 63 si legge “Poiché è stato dimostrato che tutti gli organismi viventi della Terra sono geneticamente connessi tra loro, è praticamente certo che essi discendono tutti da questo primo organismo. I risultati convergenti di numerosi studi nelle scienze fisiche e biologiche inducono sempre più a ricorrere a una qualche teoria dell’evoluzione per spiegare lo sviluppo e la diversificazione della vita sulla Terra, mentre ci sono ancora divergenze di opinione in merito ai tempi e ai meccanismi dell’evoluzione.”

Spettacolare (!?!) ed emblematica la conclusione dell’intervento: l’equiparazione tra gli scritti di Darwin e il programma, di dubbio gusto, “Ciao Darwin” condotto da P. Bonolis.

Irrecuperabile…

Andrea Romano