Evoluzione del fenotipo sociale degli scimpanzé durante l’invecchiamento

In una specie sociale caratterizzata da un ciclo vitale lungo, come si modificano i comportamenti e le strategie sociali durante l’arco della vita del singolo individuo e quali sono le cause prossime alla base di tali cambiamenti, sono dei punti chiave da indagare per descrivere l’evoluzione del “fenotipo sociale”.

Nella nostra specie, la qualità e la quantità delle relazioni sociali si modificano durante il corso della vita. In gioventù il numero di relazioni sociali per ogni individuo è in espansione, il network sociale è ampio ed è facile trovare relazioni di carattere sia positivo che negativo mentre in tarda età il network sociale si restringe, si cementificano le relazioni di “alta qualità”, si scartano quelle negative a favore di quelle emotivamente e socialmente positive.

Secondo la teoria della selettività socio-emotiva elaborata dalla psicologa Laura L. Carstensen il motore alla base di tali modificazioni sarebbe la diversa percezione cognitiva del futuro, esperito come “espansivo” in giovane età e “in riduzione” mentre si invecchia; se si percepisce di avere meno tempo, si tende a preferire una strategia sociale che massimizzi il vantaggio socio-emotivo derivante da relazioni sociali di alta qualità e affidabilità.

Indagare questo aspetto in ottica comparativa può risultare difficile poiché la capacità cognitiva di percepire il futuro è riscontrabile in altri taxa animali, ma solitamente presenta orizzonti temporali più limitati.

In uno studio pubblicato di recente su Science (di cui ne ha meritato la copertina), Alexandra G. Rosati dell’Università del Michigan e i suoi colleghi hanno usato l’approccio comparativo per indagare questo fenomeno negli scimpanzé (Pan troglodytes). Hanno raccolto dati sullo sviluppo delle interazioni sociali di 21 scimpanzé maschi di età compresa fra i 15 e i 58 anni nel parco nazionale di Kibale, in Uganda, per un periodo di 20 anni.

Per prima cosa, hanno studiato il tipo di relazioni sociali di ogni individuo sulla base di un rapporto diadico. Due scimpanzé che si ritrovano ad essere spazialmente vicini in un gruppo definiscono una diade e su questa base hanno definito il rapporto di “amicizia reciproca” quando entrambi gli scimpanzé della diade si ricercano fra di loro, di “amicizia unilaterale” quando solo uno dei due lo fa e “non amicizia” quando l’associazione spaziale non è seguita da una ricerca attiva dell’altro scimpanzé da ambo le parti.

L’amicizia reciproca è indicativa di un rapporto vantaggioso per entrambi, mentre quella unilaterale è tipica di quegli scimpanzé che sono alla ricerca di nuovi partner sociali, quali sono i giovani scimpanzé “entrano in società”.

Si è osservato che con l’avanzare dell’età, aumentano i rapporti di amicizia reciproca e diminuiscono i rapporti di amicizia unilaterale: uno scimpanzé maschio di 15 anni ha in media 0.9 rapporti di amicizia reciproca e 2.1 di amicizia unilaterale, situazione quasi invertita a 40 anni dove ha in media 0.6 amicizie unilaterali e 3 amicizie reciproche.

Inoltre, studiando il grooming (un comportamento dove un individuo si prende cura del corpo di un altro, ad esempio rimuovendo parassiti e detriti), si è notato come gli scimpanzé di qualsiasi età presentino sessioni di questo comportamento sociale in numero e durata maggiore, oltre che di carattere “egualitario”, con compagni con cui avevano un’amicizia reciproca piuttosto che unilaterale.

I giovani sono più gregari e tendono a mantenere un network sociale più ampio degli anziani, i quali a loro volta spendono più tempo in solitudine e quando si ritrovano in un gruppo tendono a interagire con gli individui con cui hanno già instaurato un legame.

In ultimo, è stato osservato che con l’aumentare dell’età gli scimpanzé tendevano a spendere meno risorse in interazioni sociali aggressive/negative, mantenendo costanti quelle positive (grooming), uno shift analogo a ciò che accade nell’uomo.

Questi risultati mostrano come anche gli scimpanzé, con il trascorrere del tempo, tendano a puntare maggiormente sul feedback socio-emotivo derivante dalla stabilità e dalla qualità delle loro relazioni sociali con una “spinta” alla base forse omologa a quello umana, legata cioè dalla percezione dell’orizzonte temporale futuro, in accordo con la teoria della selettività socio-emotiva.

Rimangono dunque aperte le possibili interpretazioni per questi risultati come per esempio una comune origine evolutiva del contesto ontogenetico del comportamento sociale fra umani e scimpanzé.  

Riferimento:
Rosati, A. G., Hagberg, L., Enigk, D. K., Otali, E., Thompson, M. E., Muller, M. N., … & Machanda, Z. P. (2020). Social selectivity in aging wild chimpanzees. Science, 370(6515), 473-476.

Immagine: Bjoertvedt, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons