Evoluzione dermatologicamente testata

Nel 2008 ci ha lasciato indifferenti con il suo “Darwin bocciato in medicina” di ben 416 pagine. Oggi cerca di cavalcare in tempo il teatrino polemico (Indovina chi?) con “Gli irriducibili dell’evoluzionismo darwiniano” e si riduce a un riassunto di 160 pagine. Di chi stiamo parlando? Un articolo dell’Avvenire (“Evoluzionismo, un’ipotesi che va meglio indagata“), fa chiarezza (13 aprile 2010,

Nel 2008 ci ha lasciato indifferenti con il suo “Darwin bocciato in medicina” di ben 416 pagine. Oggi cerca di cavalcare in tempo il teatrino polemico (Indovina chi?) con “Gli irriducibili dell’evoluzionismo darwiniano” e si riduce a un riassunto di 160 pagine.

Di chi stiamo parlando? Un articolo dell’Avvenire (“Evoluzionismo, un’ipotesi che va meglio indagata“), fa chiarezza (13 aprile 2010, nella rubrica “I lbri dei lettori”). Giovanni Lo Presti, il cui titolo è: “specialista di ruolo presso la Divisione Dermatologica dell’ospedale Vittorio Emanuele di Catania”. In quarta di copertina veniamo a sapere di come l’autore chiarisca “la dinamica genetica antievoluzionistica” perché, secondo Lo Presti “le scoperte della genetica clinica e molecolare, le leggi della termodinamica (proprio queste) e i dati comparati […] relativi all’energia residua dell’isotopo radioattivo del carbonio (!), sono certezze scientifiche incompatibili con la credenza evoluzionistica”.

Un approccio che lascia del tutto neutri, come il PH 5.5.

Giorgio Tarditi Spagnoli