Fate uscire Piattelli-Palmarini!

Questo è un appello alla casa editrice: fate uscire il libro di Piattelli-Palmarini (che il primo nome sulla copertina sia tale Fodor, interessa pochissimo alla stampa italiana)! Almeno, una volta fuori il libro, dimenticato sui già languidi scaffali di “scienze”, anche questa critica-tormentone all’evoluzione passerà, senza lasciare traccia, come qualunque carosello montato ad arte dalla stampa. Per il Foglio è

Questo è un appello alla casa editrice: fate uscire il libro di Piattelli-Palmarini (che il primo nome sulla copertina sia tale Fodor, interessa pochissimo alla stampa italiana)! Almeno, una volta fuori il libro, dimenticato sui già languidi scaffali di “scienze”, anche questa critica-tormentone all’evoluzione passerà, senza lasciare traccia, come qualunque carosello montato ad arte dalla stampa.

Per il Foglio è ormai parte integrante della linea editoriale (l’archivio “Processo a Darwin”), non passa quasi giorno senza che salti fuori un articolo copia-carbone dai titoli barocchi: il 6 aprile “Piattelli-Palmarini e la “sacra triade” dei neodarwinisti atei e militanti” di Giulio Meotti; il 7 “Il darwinismo è un credo che non tollera obiettori di coscienza o eretici” guest star il redivivo, Sermonti, che viene ripescato all’uopo, direttamente dall’oblio; il 9 con un doppio appuntamento “Chiese e sette del neodarwinismo”, ancora di Meotti (Memo: i memi NON sono geni, sono loro analoghi!), e “Cosa resta di Darwin”. Il Giornale, addirittura, fa critica con ammissione di ignoranza in materia di evoluzione, “Gli evoluzionisti credono di essere Dio”.

Bentornate le liste di proscrizione allora! Ma a Pikaia interessa ben poco questo chiacchiericcio volgarotto, sempre e totalmente al di fuori dell’ambito della scienza. Si legge continuamente della selezione come un enunciato privo di peso, numero e misura; come fosse privo di riscontro pratico, sia laboratorio, sia lavoro di campo (ammesso che si capisca cosa significhi). Ma è proprio nel lavoro sperimentale dove la selezione viene testata continuamente: leggete Nature, leggete Science. Lì, dove vi è sola scienza pura e dura, non si fanno pettegolezzi da salotto, si pubblicano risultati. Andate oltre le piccinerie dell’ideologia: è facile agitare le acque in un secchio, peccato solo che al di fuori di esso ci sia l’oceano e lì niente si è mosso.

La verità è semplice: Piattelli-Palmarini e Fodor (lo ricordate?), non possono nemmeno sognarsi di negare l’esistenza della selezione naturale, chiosano solo sul suo ruolo nell’origine delle specie (la speciazione, distinzione troppo fine per i non-biologi). Sono quindi costretti a privilegiare vuote “leggi dell’auto-organizzazione”, prive di qualsivoglia testabilità (a differenza della selezione). Ahiloro però, l’unica spiegazione misurabile dell’adattamento biologico rimane sempre e comunque la selezione naturale, che piaccia o no.

Ritentate, sarete più fortunati. La fortuna infatti, come la selezione, è cieca.

Giorgio Tarditi Spagnoli