Finalmente cecilia!

Un nuovo esemplare fossile di cecilia, il terzo noto finora, aiuta a definire l’origine di questo gruppo e degli anfibi in generale

Uno studio pubblicato su PNAS descrive  due esemplari fossili rinvenuti negli anni novanta e conservati al Denver Museum of Natural History. Le analisi hanno portato all’istituzione di una nuova specie estinta di anfibio: Chinlestegophis jenkinsi (“anfibio-serpente di Jenkins dalla Chinle Formation”), risalente al Triassico inferiore, circa 200 milioni di anni fa.

Si tratta di un lontano antenato delle cecilie, una famiglia vivente di anfibi gimnofioni a distribuzione pantropicale con l’eccezione di Australia e Oceania. Ha aspetto serpentiforme o lumbriciforme e le caratteristiche anatomiche indicano l’adattamento ad una vita fossoriale terrestre o acquatica.

La scoperta contribuisce a colmare il gap nella testimonianza fossile tra i primi tetrapodi terrestri da cui si pensa derivino le cecilie d i due più antichi fossili di cecilia ritrovati: Eocaecilia micropodia e Rubricaecilia monbarroni, rispettivamente del Giurassico inferiore dell’Arizona e del Cretaceo inferiore del nordafrica. Queste due specie, nonostante appartengano a periodi così antichi e conservino gli arti, hanno tuttavia caratteri già moderni, come riduzione e lateralità degli occhi e organo pineale molto accentuato. Al contrario, Chinlestegophis conserva, assieme agli arti, grandi orbite sommitali e solco pineale evidente.

Alcune caratteristiche di C. jenkinsi suggerisono uno stile di vita fossoriale. Dalle dimensioni variabili dai 15 ai 30cm, probabilmente questa specie viveva  in buche nel terreno che raggiungevano la tavola d’acqua sotterranea, in modo da mantenere la pelle umida e sopravvivere all’estrema aridità della stagione secca. Inoltre, erano carnivori e si nutrivano di insetti.

Mentre per i Lissamphibia viventi (anuri (rane e rospi), urodeli (tritoni e salamandre), gimnofioni (cecilie)) se ne riconosce l’origine monofiletica a partire dai Temnospondyli, le testimonianze fossili sono insufficienti a definirne le loro origini basali. Analisi filogenetiche e molecolari condotte su C. jenkinsi supportano l’ipotesi che le cecilie siano il sister-taxon di rane e salamandre, da cui si sono separate in un periodo compreso tra circa 315 milioni di anni fa ed il Permiano inferiore (300-270 milioni di anni fa). L’analisi filogenetica rivela una relazione tra C. jenkinsi, le cecilie viventi e gli stereospondili, supportata da una graduale fusione delle ossa craniche. Gli stereospondili sono un ordine di Temnospondyli cosmopoliti e molto diversificati del Triassico che si credeva estinto senza lasciare discendenza. Alla luce di questi risultati, gli stereospondili e i Temnospondyli risultano compresi nel crown group Lissamphibia, la cui origine è molto più antica di quello che si credeva. Chinlestegophis jenkinsi ci aiuta ad arretrare le nostre conoscenze di 15 milioni di anni.

Riferimenti:
Jason D. Pardo, Bryan J. Small, and Adam K. Huttenlocker. Stem caecilian from the Triassic of Colorado sheds light on the origins of LissamphibiaPNAS, June 2017 DOI: 10.1073/pnas.1706752114

Immagine: Chinlestegophis jenkinsi, lontano antenato di rane e salamandre, nella sua tana per sfuggire al clima arido. Credit: Illustration by Jorge Gonzalez