Gruppi fratelli

L’articolo parte da un esame delle varie ipotesi che, dall’Ottocento, hanno cercato di spiegare da dove derivano i cosiddetti triploblasti, gli animali con tre foglietti embrionali e dalla struttura più complessa, come Cordati, Molluschi e Artropodi. Poiché il cervello umano tende a sovrapporre propri schemi mentali alla realtà, si è sempre pensato che i triploblasti fossero derivati dai diploblasti, che

L’articolo parte da un esame delle varie ipotesi che, dall’Ottocento, hanno cercato di spiegare da dove derivano i cosiddetti triploblasti, gli animali con tre foglietti embrionali e dalla struttura più complessa, come Cordati, Molluschi e Artropodi. Poiché il cervello umano tende a sovrapporre propri schemi mentali alla realtà, si è sempre pensato che i triploblasti fossero derivati dai diploblasti, che hanno solo due foglietti embrionali, quindi una struttura più semplice e di conseguenza sono più “primitivi”.

Questo lavoro, utilizzando dati morfologici e genetici, ha infatti ridisegnato l’albero della vita, mettendo vicino alle sue radici un altro phylum, quello dei Placozoa (il link ha anche una bella discussione sugli aspetti tassonomici della faccenda), rappresentati da una sola specie, il Trichoplax adhaerens (Pikaia ne ha parlato qui). Quello che cerca di contrastare l’articolo è la visione che dai Placozoi si sia andati verso animali più complessi, i diploblasti, e che da questi si sia arrivati poi ai triploblasti. Gli autori dicono invece che i diploblasti e i triploblasti sono totalmente “sister group“, quindi non sono più primitivi o più avanzati l’uno dell’altro. Quindi non possono essere derivati l’uno dall’altro. E che i Placozoi sono gli animali dalla struttura più semplice.

Il problema che si pone a questo punto sono alcune somiglianze tra Bilateria (un altro modo di definire i triploblasti, in base al fatto che hanno simmetria bilaterale) e gli Cnidari possiedono alcune strutture simili (analoghe od omologhe?). E infatti gli autori dicono che se è possibile ipotizzare un’evoluzione indipendente degli assi corporei di diploblasti e Bilateria, non è così facile pensare che il sistema nervoso, gli occhi o altre particolarità si siano evolute in maniera parallela. La soluzione? Che i geni che hanno dato origine al sistema nervoso fossero già presenti nell’urmetazoo e che i geni stessi precedano la manifestazione morfologica di un organo. Per esempio, il genoma dei Placozoi contiene esempi di tutti i maggiori geni implicati nella neurogenesi degli animali “superiori” (anche l’articolo dice higher), anche se non hanno neppure un pizzico di sistema nervoso.

Per finire, da qui si accede allo schema che suggeriscono gli autori.

Tratto da Leucophaea, il blog di Marco Ferrari