Homo erectus dal passo umano

Orme di un milione e mezzo di anni fa aprono uno spiraglio sulla vita di Homo erectus: non solo camminava in modo simile a noi, ma aveva anche un comportamento sociale complesso

Nel 2009, all’epoca della scoperta, Pikaia aveva dato notizia degli importanti ritrovamenti, effettuati a Ileret in Kenia, di impronte risalenti a circa 1,5 milioni di anni fa. Da tali ritrovamenti era stato possibile ipotizzare che Homo erectus (probabile autore di quelle orme) avesse una forma del piede e un’andatura del tutto analoga a quella dell’uomo attuale.

Di recente, un articolo pubblicato su Scientific Reports informa di ulteriori scoperte compiute dai ricercatori dell’Istituto Max Planck di antropologia evolutiva di Leipzig (Germania), insieme a un gruppo internazionale di collaboratori, e di come moderne tecniche di analisi abbiano permesso di trarne nuove importanti conoscenze non solo sull’anatomia, ma anche sul comportamento di quei nostri antichi parenti.

Sempre nella zona di Ileret, in cinque siti differenti distanti circa 1,5 km l’uno dall’altro, a livelli stratigrafici diversi, sono state portate alla luce un totale di 97 impronte di Hominini, che risalgono allo stesso periodo delle precedenti. Tuttavia, a differenza di quelle, attribuibili a un unico individuo, è stato possibile dimostrare che le numerose orme rinvenute in seguito appartenevano a individui diversi. La copiosità delle impronte rende questa scoperta di estremo interesse; infatti i siti con orme umane sono rari e comprendono di solito un numero esiguo di tracce.

Le impronte, oltre ad essere misurate nelle dimensioni lineari, sono state fotografate in modo da creare per ognuna di esse, con software di fotogrammetria, un’immagine in 3D ad alta risoluzione. Le immagini dei campioni meglio conservati sono state confrontate con altre analoghe ottenute da 490 impronte di 41 individui di un piccolo gruppo etnico, i Daasanach, che vivono oggi nella zona di Ileret e camminano a piedi nudi. Il confronto ha mostrato che la morfologia del piede è statisticamente indistinguibile da quella degli umani moderni, e accurate considerazioni sulla diversa pressione nei diversi punti dell’impronta fanno ritenere che anche il modo di camminare di quegli antichi bipedi fosse sostanzialmente analogo al nostro attuale.

Le misure di lunghezza e profondità delle orme hanno permesso di stimare, grazie all’uso di appositi algoritmi, la massa corporea degli individui che avevano generato quelle impronte, confermando la loro probabile appartenenza a Homo erectus piuttosto che ad altre specie di Hominini. Inoltre, le differenze riscontrate fra le tracce fanno ritenere che dovessero appartenere a individui diversi, in numero che si può ritenere compreso tra 15 a 23; in base alla stima del peso corporeo, i ricercatori hanno anche inferito il sesso degli individui, mostrando che vi erano donne, uomini e probabilmente anche un bambino.

In particolare in uno dei siti dove è stata riscontrata la presenza simultanea di numerose orme di soggetti diversi, si è calcolato fossero presenti almeno da 8 a 16 individui maschi. Il numero è probabilmente sottostimato, giacché l’attribuzione del sesso è stata effettuata in base ai parametri odierni di massa corporea, ma in questo campo sappiamo che il dimorfismo sessuale di Homo erectus era superiore al nostro.

Da notare che evidenze geologiche e tafonomiche suggeriscono che le impronte trovate in un medesimo livello superficiale si siano formate, consolidate e sepolte nello stesso giorno, forse addirittura nel giro di poche ore; inoltre i percorsi delle orme risultano all’incirca paralleli; tutto ciò fa pensare che gruppi di uomini, comprendenti diversi maschi adulti, stessero procedendo insieme, lungo il lago Turkana.

Sul motivo di tale comportamento sociale è possibile al momento solo formulare delle ipotesi: forse la caccia, forse il presidio del territorio, come si riscontra nei moderni scimpanzé; qualunque ne sia la causa, questo comportamento implica un certo livello di tolleranza e fa supporre l’esistenza di una possibile cooperazione tra maschi. 

Tale tipo di comportamento si può osservare non solo tra gli uomini moderni ma anche in alcuni attuali primati non umani; non appare dunque strano o inatteso riscontrarlo anche nei nostri predecessori; tuttavia questa è la prima opportunità di trovare traccia di questo comportamento in reperti fossili.

Nell’insieme, la ricerca riconferma con grande evidenza le notevoli somiglianze tra la nostra specie e Homo erectus, rispetto ai precedenti taxa della tribù degli Hominini, a livello anatomico, locomotorio e comportamentale.

Riferimenti:
Hatala, K. G. et al. Footprints reveal direct evidence of group behavior and locomotion in Homo erectus. Sci. Rep. 6, 28766; doi: 10.1038/srep28766 (2016).

Immagine: 1.5 Ma hominin tracks from Ileret, Kenya (tratta dalla stessa fonte)