I gorilla occidentali distinguono le voci umane “amiche” da quelle “nemiche”

gorilla occidentale

I gorilla occidentali sono una specie sociale che vive in un ambiente, la foresta pluviale, a ridotta visibilità. In queste condizioni è fondamentale imparare a distinguere “amici” e “nemici” in base a stimoli sonori. Un nuovo studio, in condizioni di cattività, conferma la capacità di questa specie di categorizzare gli stimoli uditivi, in questo caso le voci di diversi gruppi umani.

Saper riconoscere chi è familiare rispetto a chi è estraneo, e soprattutto chi è tuo amico rispetto a chi è un tuo nemico (o un individuo potenzialmente pericoloso) è una capacità fondamentale in nelle specie che formano legami sociali a lungo termine. Questa capacità è legata all’evoluzione di specifiche forme di apprendimento associativo.
Questo tipo di apprendimento, nel contesto delle interazioni sociali, può essere spiegato nella maniera seguente.

Laddove esistono delle interazioni sociali che risultano in un esito positivo e gratificante per gli individui, altri stimoli di per sé “neutri” presenti in quel particolare contesto ambientale possono essere associati all’esperienza positiva e memorizzati: si parla in questo caso di stimolo condizionato. In questo modo possono essere “richiamati” in un futuro in cui gli attori sociali coinvolti si trovano ad interagire nuovamente (e dove lo stimolo ora condizionato ritorna ad essere presente), per preparare l’animale a comportarsi in modo consono alla situazione, in base al valore delle esperienze pregresse.
La stessa cosa accade quando le interazioni sociali scambiate hanno avuto un esito negativo per l’individuo.

“Chi è là?”
Fra i primati, uno degli stimoli di per sé neutri e che possono essere associati al valore familiare/estraneo e positivo/negativo successivo all’esito delle interazioni sociali è la particolare “firma vocale” di ogni individuo, in base a quella variabilità individuale associata alle vocalizzazioni. Questa capacità permette ad ogni individuo di preparare una risposta funzionale e proporzionale al tipo di relazione sociale esistente fra lui e un conspecifico solamente ascoltando la sua voce. La capacità di riconoscere stimoli uditivi, inoltre, è particolarmente per le specie che vivono in aree a ridotta visibilità, come nel caso dei gorilla occidentali, che vivono nell’intricata foresta pluviale.

In un nuovo studio pubblicato sulla rivista Animal Cognition, un gruppo di ricercatrici dell’Università della Georgia ha voluto investigare la presenza e gli effetti di questa particolare capacità in un gruppo composto da 12 gorilla occidentali in cattività presso lo zoo di Atlanta. In particolare, hanno cercato di capire se fossero in grado di riconoscere e di reagire diversamente alle voci, registrate e riprodotte in playback, di vari individui umani appartenenti a 3 gruppi diversi:

  1. Le voci degli umani con cui avevano instaurato un legame sociale a valenza positiva e di lunga durata (i loro keepers)
  2. Le voci degli umani con cui avevano avuto esperienze spiacevoli o stressanti (veterinari e un addetto della manutenzione)

  3. Voci di umani estranei ai gorilla

Durante l’esperimento i ricercatori si sono focalizzati sull’analisi di alcuni specifici comportamenti dei gorilla, per individuare eventuali variazioni associabili al tipo di voce che veniva riprodotta. Questi comportamenti erano: la frequenza degli sguardi e il tempo in cui si fissavano verso la sorgente delle voci registrate, il tempo di latenza fra l’inizio della riproduzione in playback e il primo sguardo verso la sorgente acustica e, in ultimo, la presenza di segnali comportamentali riconducibili ad una percezione ansiogena legata allo stress. I risultati hanno mostrato come effettivamente questi indicatori variassero significativamente al variare del tipo di voce presentata.

Amici o nemici? Basta la voce per prepararsi
I gorilla fissavano lo sguardo verso la sorgente acustica in maniera significativamente più frequente (circa il doppio), con una durata maggiore e con una latenza temporale molto più ristretta nel caso in cui ad essere ascoltate erano le voci sia degli estranei sia quelle familiari ma associate ad una valenza negativa rispetto alla condizione in cui ad essere ascoltate erano le voci di individui familiari a valenza positiva (i keepers).

In ultimo i gorilla mostravano 4 volte più frequentemente comportamenti associati allo stress (aumento della vigilanza, comportamenti aggressivi e ansiosi) sempre quando ascoltavano le voci degli estranei e degli individui familiari a valenza negativa rispetto alle voci familiari a valenza positiva.

Insieme, questi risultati ci forniscono una chiara dimostrazione di come i gorilla siano capaci di memorizzare e associare stimoli acustici a valenza inizialmente neutra come la voce di altri individui, in questo caso addirittura di un’altra specie, al tipo di valenza sociale degli eventi in cui questi si sono venuti a trovare.

Estranei: per i gorilla nemici fino a prova contraria
Infine, l’incremento della frequenza degli sguardi e del tempo totale in cui venivano mantenuti verso le sorgenti acustiche, la diminuzione del tempo di latenza assieme all’incremento della frequenza di comportamenti legati allo stress nelle condizioni “voce familiare a valenza negativa” e “voce estranea”, ci mostrano come i gorilla percepiscano in maniera ansiogena e meno tollerante sia la voce degli individui con cui hanno avuto una storia di interazioni sociali a valenza negativa sia con gli estranei.

L’ultimo aspetto interessante da considerare è che le voci associate agli estranei vengano percepite in maniera preventiva a delle situazioni sociali con un esito potenzialmente pericoloso e negativo, un aspetto etologico comune a molte specie e che trova una sua dinamica opposta (tendenza tollerante verso gli estranei) solo in quelle specie sociali caratterizzate da un sistema sociale fortemente tollerante ed egalitario con una bassa reattività emotiva legata a risposte ansiogene e stressogene alla presenza di nuovi stimoli sociali.

Riferimenti:
Salmi, Roberta, et al. “Who is there? Captive western gorillas distinguish human voices based on familiarity and nature of previous interactions.” Animal Cognition, 14 Aug. 2021, pp. 1-12, doi:10.1007/s10071-021-01543-y.

Immagine: Mira Meijer Burgers’ Zoo, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons