I primi umani moderni in Europa: un’incursione nella grotta di Mandrin, rifugio conteso con i Neanderthal

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Trovati nella grotta di Mandrin, in Francia, i resti di umani anatomicamente moderni più antichi mai trovati in Europa, vissuti tra i 56800 e i 51700 anni fa. Il sito testimonia che umani moderni e Neanderthal si succedettero più volte nell’area in tempi relativamente rapidi

Sembra naturale pensare di poter trovare una persona in quasi ogni angolo del mondo; non è sempre stato così. La storia dell’umanità è una storia di migrazioni, o per meglio dire, se consideriamo un concetto di umanità più ampio di quello inteso di solito, di diffusioni: lente colonizzazioni di nuove zone da parte di individui che, nel muoversi, spesso si differenziano dalla specie da cui si separano.

A volte, durante queste diffusioni, specie umane diverse si sono trovate ad abitare gli stessi luoghi. In Europa, tuttavia, non avevamo mai trovato prove dell’esistenza contemporanea di umani differenti nella stessa area, almeno fino ad ora.

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Ricercatori al lavoro nella grotta di Mandrin, dalla pubblicazione

La grotta di Mandrin, nella valle del Rodano, potrebbe essere il primo di questi siti in Europa. Un recente studio apparso su Science Advances ha riportato il ritrovamento di fossili appartenuti a umani moderni e Neanderthal in strati alterni; ciò significa che le due specie si sarebbero sostituite più volte nell’occupazione della grotta. I resti di sapiens sono stati fatti risalire a un periodo tra 56800 e 51700 anni fa, cosa che farebbe di loro i più antichi umani anatomicamente moderni trovati in Europa. Lo studio è firmato dai paleoantropologi Ludovic Slimak, Clément Zanolli, Laure Metz e colleghi, tra cui il noto Chris Stringer.

Antichi avventurieri

Prima di questo ritrovamento, le evidenze più antiche di umani moderni in Europa erano quelle trovate nei siti italiani di Grotta Cavallo, Riparo Bombrini e Grotta di Fumane e in quello bulgaro di Bacho Kiro, risalenti a circa 45-43 mila anni fa. Gli ultimi resti di Neanderthal europei, invece, sono datati a circa 42-40 mila anni fa; questa tempistica deporrebbe a favore di una semplice (relativamente parlando) sostituzione dei Neanderthal con gli umani moderni. Ci sono anche, in realtà, tracce di sapiens molto più antiche rinvenute in Grecia: si tratta di Apidima 1, vecchio di circa 210 migliaia di anni, che però avrebbe ancora dei caratteri ancestrali, e non sarebbe quindi propriamente moderno dal punto di vista anatomico.

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mappa dei reperti umani in Europa, dalla pubblicazione

Secondo Slimak e colleghi, i fossili (principalmente denti, dai cui caratteri si è potuto distinguere la specie di appartenenza) sarebbero la testimonianza di una precoce incursione di umani moderni in questi territori. Datando gli strati dei ritrovamenti, i ricercatori hanno concluso che i Neanderthal abitarono l’area fino all’insediamento degli umani moderni, tra 56800 e 51700 anni fa, i quali vennero a loro volta sostituiti da altri Neanderthal, fino al definitivo stabilimento dei sapiens, tra 44100 e 41500 anni fa.

A ognuno le proprie schegge

Queste sostituzioni, secondo Slimak e colleghi, avvennero in modo rapido, quasi improvviso, e non ci sono prove di scambi culturali tra le due specie. Questo è deducibile dalle ricche industrie litiche che accompagnano i fossili, diverse per umani moderni e Neanderthal.

La produzione di utensili da parte degli antichi umani viene classificata in Modi tecno-tipologici numerati da 1 a 5, progressivamente più avanzati, oppure con nomi derivanti dalla località che per prima ha fatto venire alla luce quella lavorazione. Le pietre scheggiate dei Neanderthal corrispondono al Musteriano (dal sito di Le Moustier) o Modo 3, e sono di questo tipo gli utensili abbinati ai loro resti nella grotta di Mandrin.

Punte attribuite all’industria Neroniana, dalla pubblicazione

Lo strato interposto degli umani moderni, invece, presenta una tecnologia differente: è il cosiddetto Neroniano, dalla Grotte de Néron. Si tratta di una tecnologia tipica della valle del Rodano, più avanzato rispetto al Musteriano. Questa tecnologia è stata confrontata con utensili attribuiti a umani moderni e rinvenuti nel sito di Ksar Akil, in Libano. Secondo Slimak e colleghi, ciò fa pensare a una diffusione rapida per il bacino del Mediterraneo da parte degli umani moderni del Paleolitico Superiore iniziale. Il Mediterraneo, quindi avrebbe avuto un ruolo cruciale nella conquista dell’Eurasia occidentale da parte della nostra specie.

Questo ritrovamento fa nuova luce sugli spostamenti dei nostri antenati, e fa intuire dinamiche molto più complesse di una sostituzione in un solo senso nelle interazioni con i nostri cugini neandertaliani.

Riferimenti:

Slimak, L., Zanolli, C., Higham, T., Frouin, M., Schwenninger, J.-L., Arnold, L. J., …Metz, L. (2022). Modern human incursion into Neanderthal territories 54,000 years ago at Mandrin, France. Science Advances, 8(6). Retrieved from https://www.science.org/doi/10.1126/sciadv.abj9496

Immagine: alcuni dei reperti litici trovati nella grotta di Mandrin, foto: dalla pubblicazione