Iena o leone? Semplicemente T. rex

La bellezza e le difficoltà della scienza. Si potrebbero riassumere con questa semplice frase i risultati contrastanti di due recenti studi pubblicati su altrettante prestigiose riviste, Proceedings of the Royal Society B e PLoS One, che alimentano una controversia in corso da decenni. Di cosa stiamo parlando? Di dinosauri, e in particolare del più famoso di tutti, il Tyrannosaurus rex,

La bellezza e le difficoltà della scienza. Si potrebbero riassumere con questa semplice frase i risultati contrastanti di due recenti studi pubblicati su altrettante prestigiose riviste, Proceedings of the Royal Society B e PLoS One, che alimentano una controversia in corso da decenni.

Di cosa stiamo parlando? Di dinosauri, e in particolare del più famoso di tutti, il Tyrannosaurus rex, e per entrare ancora di più nel dettaglio, delle sue strategie per procacciarsi il cibo. Insomma, questo teropode era un cacciatore come il leone o si nutriva di carogne come la iena? Secondo i sostenitori della seconda ipotesi, il T. rex non era abbastanza agile per poter cacciare i veloci dinosauri erbivori, in quanto presentava il femore più lungo della tibia (negli animali veloci solitamente è il contrario), ed era dotato di lobi olfattivi particolarmente sviluppati, prova della sua capacità di sentire l’odore di carcasse in decomposizione a lunghe distanze. Al contrario, quelli che vedono questo dinosauro come cacciatore individuano nella sua vista binoculare e nella sua velocità le caratteristiche adatte a renderlo un temibile predatore e sostengono che anche i segni dei suoi morsi su numerosi scheletri fossili indicherebbero che le prede erano cacciate direttamente e non consumate solo dopo la morte.

In questo contesto, nemmeno un mese fa la rivista Proceedings of the Royal Society B pubblicava un articolo in cui si propendeva per l’ipotesi del cacciatore attivo con questa spiegazione ‘ecologica’: dato che la maggior parte dei dinosauri che condividevano con lui le stesse terre erano di piccole dimensioni (tra 55 e 85 kg), una volta deceduti sarebbero stati consumati molto più velocemente dalle altre specie saprofaghe, numericamente più abbondanti. Inoltre, le carcasse di dimensioni maggiori sarebbero state talmente poche da non consentire al T. rex il pieno sostentamento e mantenimento delle popolazioni. Insomma, il T. rex non avrebbe avuto cibo sufficiente se non fosse stato in grado di cacciare e il suo ruolo nell’ecosistema era quello del predatore di vertice della catena alimentare, come il leone nelle attuali savane africane.

Un simile approccio ‘ecologico’ viene usato oggi, in un articolo pubblicato su PLoS One, in cui, però, si giunge alle conclusioni opposte: dai risultati di un censimento sull’imponente giacimento fossile di Hell Creek emerge che la frequenza relativa di fossili appartenenti a T. rex risulta troppo elevata per poter appartenere ad un predatore di vertice. Gli organismi che si trovano ai vertici delle catene alimentari, infatti, sono numericamente molto inferiori rispetto a quelli ai livelli trofici più bassi. E’ probabile, dunque, che questi animali fossero opportunisti e si nutrissero di carogne, anche di grosse dimensioni, come quelle di Triceratops che risultano molto abbondanti nel luogo di studio. I T. rex, dunque, sarebbero stati i corrispondenti delle odierne iene che, in branchi, erano in grado di nutrirsi di carogne sottratte ai cacciatori attivi.

Insomma, entrambe le ipotesi sembrano avere buone ragioni per essere sostenute, ma solo una realmente descrive quale fosse il comportamento del più famoso dei dinosauri. Se continua così, ma in questo si riassumono la bellezza e le difficoltà della scienza, forse non lo sapremo mai…

Andrea Romano

Riferimenti:

Chris Carbone, Samuel T. Turvey, Jon Bielby, Intra-guild competition and its implications for one of the biggest terrestrial predators, Tyrannosaurus rex. Proc. R. Soc. B, Published online before print January 26, 2011, doi: 10.1098/rspb.2010.2497

Horner JR, Goodwin MB, Myhrvold N, 2011 Dinosaur Census Reveals Abundant Tyrannosaurus and Rare Ontogenetic Stages in the Upper Cretaceous Hell Creek Formation (Maastrichtian), Montana, USA. PLoS ONE 6(2): e16574. doi:10.1371/journal.pone.0016574

Fonte dell’immagine: Wikimedia Commons