Il basso metabolismo dell’orango

Meno di un uomo nullafacente e sedentario: questo il consumo energetico giornaliero dell’orango. Anzi, questa antropomorfa asiatica utilizza meno energie, in relazione alla taglia corporea, di quasi tutti i mammiferi terrestri. Questa è la conclusione di uno studio comparativo condotto su numerose specie di mammfieri, tra cui le altre scimmie antropomorfe e l’uomo. Sebbene le attività giornaliere degli oranghi non

Meno di un uomo nullafacente e sedentario: questo il consumo energetico giornaliero dell’orango. Anzi, questa antropomorfa asiatica utilizza meno energie, in relazione alla taglia corporea, di quasi tutti i mammiferi terrestri. Questa è la conclusione di uno studio comparativo condotto su numerose specie di mammfieri, tra cui le altre scimmie antropomorfe e l’uomo.

Sebbene le attività giornaliere degli oranghi non possano essere considerate frenetiche, comunque, questi animali sono soliti essere molto attivi nelle ore diurne, che trascorrono prevalentemente spostandosi tra un albero e l’altro. Questo carattere della biologia del comportamento contrasta quindi con i risultati dello studio, pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences. Tuttavia, un tasso matabolico così basso, mai osservato in altre specie di primati, risulta invece compatibile con l’estrema lentezza nello sviluppo e nella crescita (i maschi diventano sessualmente maturi tra i 13 e i 15 anni d’età) e con il basso tasso riproduttivo (un figlio almeno ogni 3-4 anni) tipici degli oranghi.

Secondo i ricercatori della Washington University che hanno realizzato lo studio, il limitato metabolismo dell’orango potrebbe essere considerato come un adattamento alle condizioni ambientali delle regioni del Sudest asiatico in cui vivono. Le foreste pluviali del Borneo e di Sumatra, infatti, sono ambienti in cui la disponibilità di cibo, in particolare i frutti di cui queste scimmie si nutrono, varia molto in relazione alle condizioni locali e in maniera non ciclica, quindi imprevedibile. E’ meglio, dunque, essere preparati fisiologicamente ai periodi di scarsità alimentare: è proprio in questi periodi dell’anno, infatti, che un basso consumo di energia sembra essere adattativo, in modo tale da ridurre il dispendio energetico giornaliero e favorire la sopravvivenza.

Andrea Romano

Riferimenti:
Herman Pontzer, David A. Raichlen, Robert W. Shumaker, Cara Ocobock, Serge A. Wich. Metabolic adaptation for low energy throughput in orangutans. Proceedings of the National Academy of Sciences, 2010; DOI: 10.1073/pnas.1001031107

Fonte dell’immagine: Wikimedia Commons