Il cambiamento climatico riduce gli effetti benefici delle migrazioni

Un nuovo studio mostra come i benefici della migrazione probabilmente diminuiranno, per i cervi mulo e altri erbivori migratori, man mano che i periodi di siccità diventeranno sempre più estesi a causa del cambiamento climatico in corso

La stagione fertile solitamente coincide con la primavera nelle regioni temperate. Un fenomeno associato al periodo fertile è la cosiddetta “onda verde”: il progressivo germinare, sbocciare e fiorire di piante lungo tutto il paesaggio che va dalle catene montuose a bassa quota nel periodo di fine inverno, alle montagne più alte nel periodo estivo. Molti erbivori migratori seguono questa onda verde, quasi come dei surfisti in cerca delle onde migliori, per riprendersi dopo inverni rigidi e massimizzare l’apporto calorico per reintegrare il grasso corporeo perduto. L’accumulo di risorse è inoltre necessario anche per crescere i giovani e sopravvivere al successivo inverno.

Un nuovo studio, condotto da un team di ricercatori dell’Università del Wyoming e pubblicato sula rivista Global Change Biology, mostra come la siccità riduce drasticamente la disponibilità di risorse alimentari fondamentali, accorciando la durata del periodo fertile. Questo cambiamento del rinverdimento degli habitat attraverso i quali migrano i cervi mulo (Odocoileus hemionus), specie oggetto dello studio, riduce la qualità del foraggiamento annuale su cui basano la loro sopravvivenza. La ricerca rimarca che il cambiamento climatico (Pikaia ne ha parlato qui e qui) può alterare notevolmente la distribuzione delle risorse alimentari riducendo il tempo in cui è disponibile il foraggio con le caratteristiche organolettiche migliori per gli erbivori, riducendo così i benefici della migrazione (Pikaia ne ha parlato qui e qui).

I ricercatori hanno combinato 19 anni di dati sulla siccità, a partire dal 2001, con i dati relativi alle migrazioni dei cervi mulo nella catena montuosa del Wyoming. Lo studio ha evidenziato che negli anni piovosi i cervi mulo hanno accesso a piante primaverili appena germogliate per un periodo di 120 giorni. I cervi ottengono gran parte delle risorse annuali seguendo questa ondata di germinazione delle piante che, negli anni umidi, progredisce in modo ordinato dal periodo invernale a quello estivo seguendo latitudini crescenti. Precedenti studi avevano già dimostrato che i cervi sono esperti nel seguire l’onda verde, andando a consumare le piante nel momento in cui sono più rigogliose, quando sono ricche di proteine e facili da digerire.

Negli anni secchi, al contrario, è stato rilevato che l’onda verde si diffonde in circa la metà del tempo degli anni umidi, 60 giorni, costringendo i cervi mulo ad affrettarsi per nutrirsi di piante foraggere di qualità. I ricercatori hanno scoperto che la siccità rende anche le rotte di migrazione più irregolari dato che l’onda è meno uniforme. Nonostante questo grosso disagio, è stato osservato che i cervi sono ugualmente in grado di muoversi e seguire le piante migliori, facendosi trovare nel posto giusto al momento giusto anche negli anni secchi, tuttavia per tempi inferiori e quindi con minori vantaggi. Purtroppo dallo studio emerge anche che le rotte migliori di migrazione, che hanno prodotto il foraggio più abbondante e la più lunga durata della germinazione negli anni umidi, sono state anche le più gravemente colpite dalla siccità.

Questo studio, sostengono i ricercatori, è importante a livello globale perché i risultati potrebbero essere predittivi per tutti i paesaggi temperati del Nord America e dell’Europa. Lo studio ha inoltre rivelato un meccanismo sottovalutato con cui il cambiamento climatico sta alterando il periodo fertile nelle zone temperate, rendendo la migrazione meno efficacie per gli ungulati e creando condizioni sempre meno favorevoli con maggiori probabilità di aumento del tasso di estinzione.

Riferimenti: 
Ellen O. Aikens, Kevin L. Monteith, Jerod A. Merkle, Samantha P. H. Dwinnell, Gary L. Fralick, Matthew J. Kauffman. Drought reshuffles plant phenology and reduces the foraging benefit of green‐wave surfing for a migratory ungulate. Global Change Biology, 2020; DOI: 10.1111/gcb.15169

Immagine: USFWS Mountain-Prairie / CC BY, via Wikimedia Commons