Il cervello degli spinosauridi antichi era simile a quello dei teropodi terrestri

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L’utilizzo della TAC ha evidenziato che il sistema sensoriale degli antichi spinosauridi è conservato in altri grandi predatori terrestri

I fiumi del tardo Giurassico e del Cretaceo dovevano essere un luogo parecchio inospitale. Erano infatti abitati dagli spinosauridi: una famiglia di abili predatori specializzati nel cacciare animali acquatici. Alcuni ricercatori delle università di Ohio e Southampton hanno analizzato la scatola cranica di due dinosauri appartenenti alla sottofamiglia dei Barionichini: Baryonyx walkeri e Ceratosuchops inferodios. Hanno così scoperto che l’evoluzione che ha portato questi animali a trasformarsi da predatori terrestri a organismi semi-acquatici non ha comportato grandi cambiamenti al cervello e al sistema sensoriale.

Da grandi carnivori terrestri ad abili nuotatori fluviali
Di questi animali esistevano diverse specie sparse in Europa, Africa, Asia e Sud America. A differenza degli altri terapodi (il clade a cui appartengono) si sono adattati ad abitare anche i fiumi oltre alla terra ferma.
Tutte le specie a oggi conosciute erano dotate di denti conici e una mascella allungata, simile a quella dei coccodrilli. Nel tempo si sono specializzati a diventare abili nuotatori e a cacciare sia pesci che piccoli dinosauri e pterosauri. Ad esempio gli scienziati hanno riscontrato evidenze di questo adattamento nell’anatomia dello scheletro. È lecito ipotizzare quindi che anche il cervello e il sistema sensoriale si siano evoluti specializzandosi per il nuoto e la caccia acquatica
Per questo motivo i ricercatori hanno analizzato le scatole craniche ben conservate dei due Barionichini. Lo scheletro di Baryonyx viene dal Sussex mentre quello di Ceratosuchops deriva dai reperti ritrovati sull’isola di Wight. Questi sono i resti di cranio di spinosauridi più antichi a disposizione. L’analisi può quindi dare nuove informazioni sull’evoluzione del cervello in questo gruppo.

La ricostruzione di uno scheletro di spinosauride Irritator esposto al Museo Nazionale di Rio de Janeiro. Immagine di Darren Naish

Una scoperta singolare: il cervello non è si è evoluto per la vita sottacqua
I ricercatori hanno scansionato le scatole craniche ai raggi X con una “TAC“. Con i dati ottenuti e grazie all’utilizzo di un algoritmo hanno poi ricostruito i tessuti interni che si sono degradati con il passare del tempo. 
Così facendo hanno scoperto che questi animali non possedevano né un olfatto né un udito particolarmente sviluppati. 
La cosa più sorprendente però è che la capacità cognitiva era simile a quella di altri teropodi come gli Allosaurus e i Tyrannosaurs: dinosauri molto distanti dallo stile di vita fluviale dei spinosauridi.
Nel cervello dei due Barionichini non è stato possibile trovare nessuna specializzazione alla vita in ambiente acquatico. Anche il sistema sensoriale è ben conservato rispetto ad altri grandi predatori terrestri. 
Una delle possibili spiegazioni è che il cervello degli antenati di questi dinosauri fosse già adatto a una parziale vita sotto acqua. Nel cominciare ad abitare questi ambienti, nei primi spinosauridi si sono evoluti solamente il muso e i denti. 

Questa ricerca è stata resa possibile dall’avanzamento delle tecnologie della “TAC” applicata all’analisi dei fossili. Con questa tecnologia infatti oggi è possibile valutare le capacità cognitive e sensoriali di animali estinti. 
Secondo le parole di Lawrence Witmer, uno dei coautori dello studio, questo filone di ricerca rappresenta una vera rivoluzione nella paleoantologia

Riferimenti:

Chris Tijani BarkerDarren NaishJacob TrendLysanne Veerle MichelsLawrence WitmerRyan RidgleyKaty RankinClaire E. ClarkinPhilipp SchneiderNeil J. Gostling. Modified skulls but conservative brains? The palaeoneurology and endocranial anatomy of baryonychine dinosaurs (Theropoda: Spinosauridae). 13 February 2023. https://doi.org/10.1111/joa.13837

Immagine: illustrazione di Irritator challengeri di Anthony Hutchings, via Eurekalert