Il genoma nel genoma

La ricerca, appena pubblicata online su Science, costituisce una sorprendente conferma dell’elevata frequenza in natura del processo di transfer genico: si riferisce alla presenza del genoma di Wolbachia (un batterio gia’ conosciuto come “pandemico”, avendo trovato il modo di insediarsi nelle cellule riproduttive del 70% circa degli organismi invertebrati, soprattutto insetti)  nel genoma di  Drosophila ananassae, un moscerino della frutta

La ricerca, appena pubblicata online su Science, costituisce una sorprendente conferma dell’elevata frequenza in natura del processo di transfer genico: si riferisce alla presenza del genoma di Wolbachia (un batterio gia’ conosciuto come “pandemico”, avendo trovato il modo di insediarsi nelle cellule riproduttive del 70% circa degli organismi invertebrati, soprattutto insetti)  nel genoma di  Drosophila ananassae, un moscerino della frutta appartenente al medesimo sottogruppo (Sophophora) della piu’ famosa D. melanogaster. E’ la prima volta che il genoma di Wolbachia viene ritrovato pressoche’ fuso nel genoma del suo ospite: nell’esperimento, i simbionti di Wolbachia sono stati infatti completamente eliminati dai moscerini mediante la somministrazione di antibiotici, ma il genoma del batterio “sopravvive” nel genoma di D. ananassae, e piu’ precisamente sul cromosoma 2 dell’insetto!

Qual e’ il significato evolutivo di tutto questo? E’ presto per dirlo. Di certo D. ananassae  trasmette in questo modo i geni di Wolbachia ai propri discendenti, e ha la capacita’ di produrre le proteine del batterio. Secondo gli scienziati l’evento della fusione e’ stato accidentale, e sarebbe occorso durante comuni processi di riparazione del DNA dell’insetto. Di solito vengono incorporati tratti di DNA, ma in questo caso eccezionale sarebbe avvenuta la fusione dell’intero genoma del batterio parassita. C’e’ un vantaggio selettivo dietro a questo processo? E’ probabile, e allora occorrera’ indagare sulla convenienza, da parte del moscerino, di produrre metaboliti propri del batterio.

Questa scoperta apre inoltre uno scenario affascinante: stiamo forse assistendo al primo passo di un percorso che portera’, tra parecchi milioni di anni, alla nascita di un nuovo organello intracellulare, cosi’ come gia’ accaduto per mitocondri e cloroplasti?

Paola Nardi

 

Immagine TEM di Wolbachia in una cellula di insetto (di Scott O’Neill)