Il sesso della natura

La mostra “Against Nature?”, dopo essere stata inaugurata ad Oslo ad opera del museo di storia naturale dell’Università di Oslo, è oggi ospitata al Museo di Storia Naturale G. Doria di Genova, città che, sfortunatamente per alcuni e fortunatamente per molti altri ospiterà il Gay Pride la prossima estate. La mostra si propone esplicitamente di demistificare l’idea di omosessualità nella

La mostra “Against Nature?”, dopo essere stata inaugurata ad Oslo ad opera del museo di storia naturale dell’Università di Oslo, è oggi ospitata al Museo di Storia Naturale G. Doria di Genova, città che, sfortunatamente per alcuni e fortunatamente per molti altri ospiterà il Gay Pride la prossima estate. La mostra si propone esplicitamente di demistificare l’idea di omosessualità nella nostra specie attraverso l’ampliamento dello spettro di specie che hanno relazioni omosessuali.

Quante volte abbiamo sentito l’infelice espressione popolare (elevata a “Verità” da taluni) “l’omosessualità è contro natura”? Il problema è che a quanto pare alla “natura” piace parecchio l’omosessualità e con molte varianti. Sono stati documentati più di 1.500 casi che abbracciano una grande diversità di animali: vertebrati, cefalopodi, insetti, ragni, crostacei e vermi parassiti. Ma la lista dei casi documentati è in continuo aumento.

 

Dopo diversi tentativi di studio etologico, in un primo momento nascosti, come l’oggetto di studio stesso, lo studio dell’omosessualità nelle altre specie animali si è strutturato come un filone di ricerca a se stante (l’unico campo in cui, gli scienziati hanno l’abitudine di esprimere i propri orientamenti sessuali). Fu uno studioso di api negli anni ’40 del novecento, Alfred Kinsey, ad avanzare l’ipotesi che l’omosessualità fosse molto più comune di quello che si potesse presumere. Le sue idee furono osteggiate soprattutto dagli psicologi dell’epoca che pensavano ancora all’omosessualità come una malattia mentale, pressoché esclusivamente umana.

La cartellonistica, che è la parte fondamentale della mostra, illustra solo alcuni tra i più appariscenti esempi di omosessualità tra gli animali. L’omosessualità è più comune tra i maschi, tuttavia non mancano esempi di amore saffico, i cigni, per esempio, sono in grado di formare coppie omosessuali prevalentemente monogame tra femmine. Una femmina della coppia viene fecondata occasionalmente da un maschio, ma la cova e le cure parentali saranno date dalla coppia omosessuale, viceversa, coppie di maschi possono allevare pulcini abbandonati dalla madre.

I cetacei che, non a caso, presentano sistemi sociali complessi presentano moltissimi e vari esempi di omosessualità: nelle orche è stata osservata la masturbazione reciproca dei genitali con la pinna dorsale; nei tursiopi le femmine si stimolano con l’emissione, vicino ai genitali, di onde sonore, mentre i maschi oltre a formare coppie omosessuali hanno scontri rituali con le stenelle che concludono con un rapporto sessuale. Il caso forse più curioso è quello dei maschi di alcuni delfini di fiume che sono soliti masturbare lo sfiatatoio dei compagni.

Sono state avanzate diverse ipotesi da etologi, sociobiologi e biologi, ipotesi che spiegano come spesso la strategia omosessuale sia evolutivamente vantaggiosa: negli uccelli, ad esempio, le coppie omosessuali hanno range territoriali più ampi così che possono allevare pulcini dati da più accoppiamenti occasionali con l’altro sesso.

Che dire dei primati? Nelle scimmie antropomorfe l’omosessualità è estremamente diffusa anche se varia molto da specie a specie e con l’età ed il sesso. Spesso si osserva la masturbazione reciproca e sembra che, in generale, il rapporto omosessuale ha il ruolo di mantenere coeso il gruppo. Il bonobo è certamente il caso estremo, in cui si osserva una vera e propria pansessualità.

 

Dalla pletora di casi portati si deduce che l’atto sessuale negli animali sociali esuli dalla mera riproduzione e sia piuttosto praticato per trarne piacere. Più gli animali sono sociali più questi presentano varietà di comportamenti sessuali, di cui l’omosessualità è il più diffuso. La causa dell’omosessualità, probabilmente, non è univoca e può risiedere sia in componenti genetiche che ambientali. In entrambi i casi si tratterebbe di processi che avverrebbero normalmente in natura.
 
Il 1.120 il Sinodo di Nablus definì l’omosessualità un “crimine contro natura”, punito in molti modi, spesso con la morte o con la tortura. Da allora molti paesi sotto l’influenza della chiesa adottarono questo principio come legge, leggi che solo recentemente sono state abolite. Circa 20.000 uomini furono uccisi nei campi di concentramento per lo stesso motivo. Alcuni paesi, oggi, condannano alla lapidazione o castrazione gli omosessuali.

Così che risulti chiaro che ci sono fatti ancora più “contro natura” di un amore tra individui dello stesso sesso.

Giorgio Tarditi Spagnoli