Il viaggio del maiale (e quello di Homo sapiens agricoltore)

Come, quando e dove avvenne la domesticazione del maiale

Alan Cooper, direttore dello University’s Australian Centre della University of Adelaide for Ancient DNA, ha guidato un nutrito team internazionale in una ricerca che aveva come obbiettivo la ricostruzione del viaggio del maiale (Sus domestica) dal Vicino Oriente, dove fu domesticato per la prima volta, verso l’Europa. I risultati della ricerca, recentemente pubblicati su PNAS, sono stati ottenuti analizzando il DNA mitocondriale estratto da ossa e denti di 221 maiali provenienti da numerosi siti archeologici (piu’ di 140, appartenenti a 29 differenti Paesi), comparati con il mt-DNA di 323 maiali moderni, sia europei che di nota discendenza orientale. Secondo gli autori risulta molto evidente la migrazione dell’animale dal Vicino Oriente all’Europa lungo le coste mediterranee, e successivamente verso le regioni europee interne lungo i fiumi Danubio e Reno: il maiale domesticato sarebbe partito con il suo compagno umano circa 11.000 anni fa, per approdare a Parigi intorno al IV millennio a.C.

Occorre comunque ricordare che gli attuali maiali domestici europei discendono in realta’ dal cinghiale europeo (Sus scrofa), che venne domesticato in Europa proprio nello stesso intevallo di tempo, probabilmente come risposta locale ai maiali importati dal Vicino Oriente.

Questa ricerca, che ha forti connotati interdisciplinari tra zooarcheologia e biologia molecolare, e’ un altro elegante esempio di come gli esseri viventi, dai batteri agli animali, possano essere utili per la ricostruzione dell’evoluzione e delle migrazioni umane. E’, in questo caso, il turno del maiale, la cui analisi genetica ha permesso di ricostruire la vicenda degli agricoltori attraverso l’Europa, e consente di mettere la parola fine ad una disputa di vecchia data, e cioe’ se fu il solo concetto di domesticazione animale e vegetale a muoversi attraverso i continenti, o se le piante e gli animali viaggiarono concretamente con esso: questa seconda ipotesi sembra essere fortemente corroborata dalle evidenze raccolte da Cooper e colleghi.