Imitatori di suoni

In natura esistono animali potenzialmente commestibili che come strategia antipredatoria imitano la morfologia e l’aspetto di altri organismi velenosi o poco appetibili. Questo fenomeno viene chiamato mimetismo batesiano. In un recente articolo, pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences, un gruppo di ricercatori ha dimostrato che esistono mimi anche per quanto riguarda i suoni emessi. Infatti, alcune

In natura esistono animali potenzialmente commestibili che come strategia antipredatoria imitano la morfologia e l’aspetto di altri organismi velenosi o poco appetibili. Questo fenomeno viene chiamato mimetismo batesiano.

In un recente articolo, pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences, un gruppo di ricercatori ha dimostrato che esistono mimi anche per quanto riguarda i suoni emessi. Infatti, alcune specie di falena tigre, appartenenti alla famiglia Arctiidae, sono in grado di rispondere alle onde emesse dai pipistrelli per localizzare le prede con un suono acuto, proveniente da specifiche strutture posteriori, segnalando ai potenziali predatori il proprio cattivo sapore. Altre specie di falene, ben più appetitose, hanno evoluto l’abilità di imitare le frequenze di questi suoni, riuscendo quindi a non essere predate.

Lo studio che ha dimostrato questo ingegnoso comportamento è stato effettuato da ricercatori dell’Università di Wake Forest. I ricercatori hanno sottoposto a pipistrelli affamati, cresciuti in laboratorio per non influenzare i risultati, tre gruppi di falene simili nell’aspetto ma con diverse capacità di emettere suoni. Il primo gruppo era costituito da falene non commestibili che emettono suoni per segnalare questa loro caratteristica; il secondo costituito da mimi commestibili; il terzo da individui commestibili e non in grado di imitare le falene di sapore sgradevole.

I risultati indicano che i pipistrelli evitano gli individui del primo gruppo, dimostrando di saper associare il suono al sapore, mentre mangiano quelli del terzo. Come prevedibile, anche i mimi non vengono consumati, dimostrando come tale strategia sia utile a questi animali per sopravvivere.

La foto di Piccolo Namek è tratta da Wikipedia

Andrea Romano