In letargo sotto i ghiacci

Per poter sopravvivere agli ambienti estremi, gli animali spesso adottano strategie comportamentali piuttosto insolite e sofisticate. Ad esempio, sono noti innumerevoli casi di animali appartenenti ai taxa più disparati che entrano in diapausa (rallentamento delle attività fisiologiche) per superare i periodi dell’anno in cui le condizioni ambientali sono sfavorevoli. Questo genere di strategia di sopravvivenza è favorita da specifici adattamenti

Per poter sopravvivere agli ambienti estremi, gli animali spesso adottano strategie comportamentali piuttosto insolite e sofisticate. Ad esempio, sono noti innumerevoli casi di animali appartenenti ai taxa più disparati che entrano in diapausa (rallentamento delle attività fisiologiche) per superare i periodi dell’anno in cui le condizioni ambientali sono sfavorevoli. Questo genere di strategia di sopravvivenza è favorita da specifici adattamenti sia di carattere comportamentale che fisiologico.
 
Tra i vertebrati che trascorrono parti dell’anno in dormienza, si possono contare numerose specie di mammiferi e uccelli ed alcune di rettili e anfibi. In questo elenco non compaiono i pesci, in quanto indissolubilmente legati all’acqua e alla sua temperatura nella regolazione dei ritmi metabolici. Tuttavia, un gruppo di ricercatori del British Antarctic Survey (BAS) e della University of Birmingham ha dimostrato che questo non è sempre vero. Infatti, il merluzzo antartico (Notothenia coriiceps) sembra sia in grado di ridurre fortemente, fino a quasi sospendere, il metabolismo, indipendentemente dalla temperatura dell’acqua in cui si trova. Questa specie entra in uno stato simile all’ibernazione.
 
I ricercatori hanno monitorato l’attività, i tassi di crescita e il metabolismo (ricavato dal consumo giornaliero di ossigeno) di alcuni indiviudi liberi nel proprio ambiente, durante tutto il corso dell’anno. Dai risultati, pubblicati sulla rivista open access PLoS ONE, emerge che questi animali sono molto attivi in estate, stagione in cui si dedicano prevalentemente alla ricerca di cibo e in cui si verifica un tasso di crescita giornaliero elevato, con conseguente grande dispendio energetico e metabolico. In inverno, al contrario, il merluzzo antartico trascorre la gran parte del tempo in maniera sedentaria, protetto all’interno di un rifugio nel ghiaccio. In questo periodo, si assiste ad una consistente perdita di massa corporea e ad una ingente riduzione delle capacità motorie e sensoriali, con un tasso metabolico medio pari a circa un terzo di quello che si riscontra in estate. Tutti questi tratti sono tipici nelle specie che entrano in diapausa e, come in queste, si verificano anche improvvisi risvegli di alcune ore ogni 4-12 giorni, in cui i livelli metabolici sono paragonabili a quelli estivi.

Questa strategia è probabilmente messa in atto per fronteggiare il lungo e glaciale inverno antartico, limitando il costo energetico necessario. Questi pesci dunque concentrano le attività in estate per poi entrare in una fase di dispendio energetico minimo, proprio nel periodo in cui le risorse alimentari sono molto scarse e in cui la radiazione solare è minima.
 
L’aspetto interessante di questa ricerca consiste nella capacità del merluzzo antartico, diversamente a tutti gli altri pesci, di regolare il proprio metabolismo in maniera indipendente dalla temperatura che, nel caso delle acque antartiche, non si modifica più di tanto nel corso dell’anno, rimanendo costantemente sotto lo zero. Sicuramente questo stato di quasi ibernazione non è scaturito dalla riduzione della temperatura dell’acqua, tuttavia potrebbe essere guidato dal cambiamento del fotoperiodo (il numero di ore di luce durante il giorno), che ai poli varia fortemente in funzione della stagione.

L’articolo “Hibernation in an Antarctic fish: on ice for winter” è disponibile online.

Andrea Romano

Fonte dell’immagine: Wikimedia Commons