Insegnare la biologia ai bambini. Dalla scuola dell’infanzia al primo ciclo d’istruzione

Recensione di Telmo Piavani di “Insegnare la biologia ai bambini. Dalla scuola dell’infanzia al primo ciclo d’istruzione” di Gianfranco Santovito, edito da Carocci

Insegnare la biologia e l’evoluzione è per molti aspetti una fatica di Sisifo. Poche ore di lezione per un’enorme mole di contenuti eterogenei. Il mondo familiare e sociale che circonda i ragazzi spesso povero di cultura scientifica. Aggiornamenti e cambiamenti di modelli si susseguono in modo tumultuoso. Il quadro della biologia di chi si è laureato nell’era pre-genomica sembra preistoria oggi. Senza contare che i concetti fuorvianti (uno su tutti: l’evoluzione vista come una scala di progresso lineare) proliferano sui media che circondano gli studenti. Infine, le cosiddette “Indicazioni nazionali per il curricolo” oscillano tra vaghezze e oscurità, lasciando alla discrezionalità (o solitudine) del docente le scelte decisive.

Secondo Gianfranco Santovito, fisiologo in forze al Dipartimento di Biologia dell’Università di Padova, impegnato da sedici anni nella formazione degli insegnanti della scuola primaria e secondaria, per una didattica all’altezza di queste sfide bisogna ripartire da due assunzioni. La prima è che chi non conosce i fondamenti della biologia non è una persona colta. La seconda è che l’educazione scientifica non deve mirare a un’esaustività inarrivabile, ma a dare gli strumenti corretti di interpretazione dei nuclei fondanti della disciplina.

Bisogna insomma lavorare di meno sulla vastità dei contenuti e di più sul metodo scientifico, sull’approccio ipotetico-deduttivo e su quello osservazionale-comparativo, entrambi cruciali in biologia. Più attori e meno spettatori, più domande e meno risposte preconfezionate. Santovito suggerisce di applicare la sua “didattica del fare” ai concetti di base del vivente (organizzazione gerarchica, interazioni fra le componenti di sistemi complessi e aperti che scambiano materia, energia e informazioni, meccanismi di regolazione e omeostasi, unità e diversità di organismi che evolvono, strutture e funzioni), alla classificazione della varietà dei viventi nel grande albero della biodiversità, ai meccanismi neodarwiniani dell’evoluzione (in modo rigorosamente scientifico, cioè lasciando ad altre materie come filosofia e religione l’analisi delle concezioni finalistiche e sovrannaturali), al corpo umano e degli altri animali, all’ecologia e alla difesa della biodiversità.

Nel libro di Santovito troviamo anche un gran numero di ottimi suggerimenti operativi per organizzare esperienze didattiche da fare in classe o all’aperto. La scienza, se ben insegnata, supera tutte le barriere culturali, sociali e religiose. La speranza è di avere studenti del futuro magari meno impregnati di informazioni, ma più avvezzi ai valori culturali profondi della scienza, cioè il dubbio sistematico, la razionalità critica, la curiosità, la trasparenza e la libertà di una ricerca che non finirà mai.

Scheda del libro
Gianfranco Santovito, Insegnare la biologia ai bambini. Dalla scuola dell’infanzia al primo ciclo d’istruzione, Carocci Editore, Roma, 2015, pp. 169, Euro 16.