Invito alla Tavola Alta dell’evoluzione

Invito alla Tavola Alta dell’evoluzionedi Giorgio Tarditi Spagnoli L’alta tavola era riccamente imbandita. Esattamente dieci posti: due capitavola e otto altre sedute, una di fronte allʼaltra. Raffinato il servizio di piatti francese, in oro zecchino decorato, ordinatamente disposto sulla tavola, accompagnava ricchi cestini di vimini colmi di tiepide baguette e fragranti croissant. Le Luigi XV, rivestite da una ricca stoffa

Invito alla Tavola Alta dell’evoluzione
di Giorgio Tarditi Spagnoli

L’alta tavola era riccamente imbandita. Esattamente dieci posti: due capitavola e otto altre sedute, una di fronte allʼaltra. Raffinato il servizio di piatti francese, in oro zecchino decorato, ordinatamente disposto sulla tavola, accompagnava ricchi cestini di vimini colmi di tiepide baguette e fragranti croissant. Le Luigi XV, rivestite da una ricca stoffa fiorata, s’abbinavano alla tovaglia, che morbidamente ricadeva a terra, il bordo ricamato da fiori a richiamo delle poltroncine. La tavola, sopraelevata dalla pedana in legno, dominava la scena del roseto, al culmine della fioritura.

A un capo della tavola stava in piedi Jean-Baptiste Lamarck. Camminava sul posto, avanti e indietro, quasi facendo un solco. Lanciava occhiate allʼorologio a cipolla, il viso trapelante impazienza. Nessuno dei suoi invitati sʼera ancora fatto vivo.

“Invito alla Tavola Alta dell’evoluzione. Mezzogiorno in punto, per fare il punto.” aveva scritto sui biglietti.

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