La dieta come spinta evolutiva

Da anni si cercano le possibili alterazioni epigenetiche dettate dai nostri comportamenti alimentari per spiegare la crescente diffusione dell’obesità nel mondo; una interessante ipotesi propone che una ulteriore modifica del nostro corredo genetico avvenga anche durante la nostra gestazione e dipenda dall’alimentazione della madre e dalla lattazione: molte patologie come diabete, insulino-resistenza e problemi cardiovascolari dovuti all’obesità sono cioè correlate

Da anni si cercano le possibili alterazioni epigenetiche dettate dai nostri comportamenti alimentari per spiegare la crescente diffusione dell’obesità nel mondo; una interessante ipotesi propone che una ulteriore modifica del nostro corredo genetico avvenga anche durante la nostra gestazione e dipenda dall’alimentazione della madre e dalla lattazione: molte patologie come diabete, insulino-resistenza e problemi cardiovascolari dovuti all’obesità sono cioè correlate con la dieta della madre durante la gravidanza.

Studi su modelli animali hanno dimostrato che le modifiche epigenetiche introdotte dalla dieta non perdurano solamente per una generazione, come immaginabile, ma sono trasmissibili alle generazioni successive. Il fatto che tali alterazioni epigenetiche siano trasmissibili e regolate dall’alimentazione della madre durante la gravidanza e la lattazione, spiegherebbe la veloce diffusione dell’obesità in questi anni, altrimenti difficilmente spiegabile attraverso variazioni genetiche a trasmissione mendeliana: l’ereditarietà di modificazioni epigenetiche sembrerebbe quindi avere un ruolo chiave in adattamenti evoluzionistici a breve termine.

La dieta appare quindi come un possibile fonte di pressioni evolutive. A questo riguardo, in un recente lavoro (Somel et al, PlosONE ) gli autori hanno utilizzato un modello animali per studiare l’influenza della dieta nella speciazione e per ipotizzare una causa di divergenza tra umani e scimpanzè: sebbene tali modelli siano distanti dall’uomo essi si sono rilevati utili per dimostrare che diete diverse possono dare origine ad alterazioni epigenetiche; gli autori speculano che nell’uomo il cambio di dieta può aver generato dei particolari adattamenti anatomici e funzionali che possono aver portato alla riduzione dell’intestino e ad un parallelo aumento delle dimensioni del cervello.

In aggiunta, l’avvento della cottura dei cibi e l’incremento della qualità e disponibilità del cibo ha migliorato la resa digestiva e aumentato la quantità di calorie disponibili per sostenere attività  fisiche peculiari dell’uomo ed impegnative come la caccia e la percorrenza di grandi distanze. Questo sviluppo mediato da modifiche epigenetiche controllato dalla dieta ha consentito quindi la creazione di nuovi fenotipi e ha stimolato adattamenti genetici a lunga durata, confermando l’osservazione che la maggior divergenza genetica tra umani e scimpanzè si trova a livello di geni che controllano il metabolismo. L’ereditarietà epigenetica sembra quindi aver un ruolo cruciale nella divergenza delle specie.

Christian Frezza

Hunter P. We are what we eat. The link between diet, evolution and non-genetic inheritance. EMBO Rep. 2008 May;9(5): 413-5