La lunga e punteggiata storia dell’equilibrio punteggiato

Riportiamo un estratto dell’introduzione redatta da Telmo Pievani. A un secolo e mezzo dalla pubblicazione della prima edizione de L’origine delle specie di Charles Darwin il dibattito sui ritmi e sulla velocità dei processi evolutivi non ha cessato di dividere la comunità degli scienziati impegnati a decifrare i meccanismi di trasformazione degli organismi viventi.[…] Secondo la teoria degli “equilibri punteggiati”,

Riportiamo un estratto dell’introduzione redatta da Telmo Pievani.

A un secolo e mezzo dalla pubblicazione della prima edizione de L’origine delle specie di Charles Darwin il dibattito sui ritmi e sulla velocità dei processi evolutivi non ha cessato di dividere la comunità degli scienziati impegnati a decifrare i meccanismi di trasformazione degli organismi viventi.[…] Secondo la teoria degli “equilibri punteggiati”, la storia naturale non è sempre riconducibile a un modello di crescita graduale e cumulativa, ma più frequentemente a un modello di stabilità morfologica duratura “punteggiata” da episodi di brusco cambiamento, durante i quali si decidono la vita, la morte e la reciproca sostituzione delle specie. Un’applicazione estesa del meccanismo di speciazione geografica dava insomma come risultato una visione del processo evolutivo a più velocità. […]

La teoria degli equilibri punteggiati è sostanzialmente una teoria della stabilità e della speciazione, che associa a questo secondo fenomeno cruciale e diffuso la maggiore frequenza relativa di cambiamenti nell’evoluzione. Pertanto, la teoria degli equilibri punteggiati si muove ad una scala di tempo geologica, non nega affatto l’impercettibilità della transizione generazione dopo generazione, non interferisce con il meccanismo selettivo normale di trasformazione delle popolazioni a livello degli organismi e ha un impianto esplicativo del tutto differente dal “macro-mutazionismo” antidarwiniano dei primi decenni del Novecento. Non è, insomma, una spiegazione “saltazionale” della storia naturale. […] 
A sei anni dalla sua prima pubblicazione e dalla scomparsa dell’autore, il lettore potrà ammirare in questo saggio la pignola, quasi ossessiva, analisi delle prove sperimentali, delle frequenze relative di equilibri punteggiati riscontrate, dei modelli di stasi e di punteggiature più rappresentativi […] se non altro per sapere se la visione puntuazionale dell’evoluzione resisterà alle verifiche o sarà stata soltanto una teoria di passaggio, effimera come tutti i figli e i “fantasmi” del tempo. “Nello sviluppare l’equilibrio punteggiato, o siamo stati adulatori compiacenti di una moda, e siamo quindi destinati alla montagna di cenere della storia, oppure abbiamo avuto una scintilla di comprensione di come è fatta la natura. Lo potrà dire soltanto un futuro punteggiato e imprevedibile”.

 

Da qui si accede ad alcune informazioni sul libro.